Una lettera dalla Palestina
(Yadou Haheyya)
Gerusalemme città alla deriva
(Yadou Haheyya)
Gerusalemme città alla deriva
Tu stai galleggiando in acqua
ed ascolti
l’acqua stessa che ha fiducia in te:
“Stai in superficie
senza aver paura del fondo”
Dunque la tua ala destra brilla.
Il coreografo insiste che tu
dovresti respirare più naturalmente.
Fortunatamente oggi è l’Epifania
e non abbiamo prove.
Domani troverai la tua direzione
per il tuo ruolo in trasparenza.
Forse dovresti meglio comprendere
come ripetere lo stesso movimento
con chiarezza
A Yannis Ritsos
Ti dissi di dividere
il pane
ed il sale.
Nelle domeniche non mi voglio preoccupare
per il sale da spargere.
Ma tu hai continuato, da solo, a cantare
vaghi e incomprensibili ritmi.
Ti ho solo sentito dirmi
il corpo
il corpo
(dove l’anima abita)
Nel mio paese
le mani dell’autorità
si radicano come antenne.
Poi noi ci precipitiamo
a ripulire un cortilettto
ed a piantare un albero.
A seconda della sua generazione
ognuno ti racconta una storia diversa.
Nel frattempo l’albero
arrogantemente rimane
e carezza l’aria.
Tu non dici una parola:
tranquillamente, meccanicamente
ripeti lo stesso movimento.
Questo non è normale,
è piuttosto un cominciamento di miracoli.
…19
…18
…17
…16
afferrare
parole
prima che finiscano le monete
del silenzio
Elettra,
provava una grande collera dentro
e così quando stava tentando di parlare con lui
non gli avrebbe detto mai
che sarebbe stato meglio se lo avesse uccciso.
Mi hai lasciato coi tuoi occhiali
per quanti giorni li ho guardati
pensando
ai tuoi ochi.
Desideravo carezzare i tuoi capelli
ma non potevo.
L’intera casa
ti stava aspettando.
Ma adesso che
sei tornato
non riesco ad individuare
nessun punto di riferimento.
Non ho ritrovato il giardino con l’albero di melo,
dal quale coglievi i suoi fiori per me
promettendomi
il frutto della conoscenza.
Ho seppellito i tuoi occhiali
nel retro del cortile.
Ho apparecchiato la tavola
e ti ho atteso.
Non è il momento adatto
per dirti di mio zio.
Si, è vero
noi tutti nella mia famiglia vivevamo
con la paura
di aver ereditato qualcosa dal suo sé diviso.
Ma soprattutto, credo,
volevo provare a me stessa
di poter amare una città più degli esseri umani.
E fu questo il caso,
quando una notte
capii che non sarei potuta sfuggire
al fuoco che avevo acceso
dentro di me.
A Vladimir
Ti ho lasciato
esalare
e son rimasta
nel dubbio
se avrei potuto salvarti.