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Romanza (II)

sono tuo fratello dalla parola fiera
il dolce interlocutore dei pastori
e dei bovini della sabbia immemorabile
l’amico della folaga dal becco astrale

conduco l’asceta alle sue banchise di sale
possiedo i quattro colori del fiume invisibile
raffiguro nel vento lo spirito degli antichi
il mio cavallo in quest’albero carnale e azzurro

sono tuo fratello dalle pomici esplose
mitigo l’ombra delle pietre nelle pieghe delle tue mani
i maghi mi apettano gli spaventapasseri mi temono
storno la tempesta verso la città di zolfo.

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Uriginale

La musica

fragile come un riflesso di fine autunno
che bagni la figura nodosa dell’ulivo
vasta come la mano aperta
sull’ala pesante di una fumata
calda come le lettere femmine tracciate
dalla pioggia sulla pelle dei maggesi
sola coma la mia infanzia che interrogava ansiosa
il mare
così mi è apparsa la musica
alle quattro del mattino
tra le braccia del fornaio della mia strada
essa abbracciava i piccoli pani.

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Leyla

amanti caduti
nelle sabbie
dei dissanguati

la notte D’Oriente
ci porta
sull’erba malva delle rovine

(dicono che è
malata
Leyla in Iraq )

è malata
e piange
per le mie estasi insensate

Leyla mi radica
nell’humus amaro
del suo nome cinto di stelle

e il temo-catapulta
ci uccide
amanti folli fragili

per noi danzano
attraverso il deserto di Nejd
le sure notturne

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Pescatore

si alza dalla stuoia bruciata ai quattro angoli dalle cicche
tossisce
fa le sue abluzioni sfregando le mani su una pietra
forse lustrale
indossa il suo kadroùn nero
poi apre la porta dal battente grave

stacca dal muro di nube il suo carniere
tasta il suo coltello arrugginito e le lenze che sanno di sangue e sole

i gatti si accoppiano ancora sulla terrazza
l’ultimo respiro della notte
trascina verso il mare le sue bocce bianche
i corni dell’astro impudico
puntano il loro fuoco acuto

Moncef Ghachem

Moncef Ghachem

GHACHEM Moncef

Moncef Ghachem (Madia, Tunisia) Nato in 1046 in una famiglia di pescatori; una brillante carriera di studente lo ha poi portato da Madia a Sausse, a Tunisi e a Parigi. Giornalista e scrittore è tornato a vivere in Tunisia nel 1981; risiede a Sidi Bou Said. é il cantore del mare e dell’antica tradizione marinara mediterraneo-tunisina. Considerato uno dei poeti più intensi della sua generazione, “dalla scrittura trasparente e vera” (A. Mesbah), “poeta della parola corrusca ed esigente” (J.

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Qualcuno dice

torno dal sogno, cado come pietra
nuda sul fango della mia carne.
il sudore mi sveglia in una vita
che non è di nessuno, arriva senza destino,
fino a che denti, fibre e ricordi
emergono dal nulla e danno la forma
a un dolore svegliato con la luce
e a queste mani, che si perdono sole
in labirinti di calligrafia.
ciò che viene dal mare sconosciuto
è la mia voce, dico per dire, la mia vita.
dico anche che sono vivo e che è falso
ciò che sospettano crudeli gli specchi.
per dire, dico anche che è poesia

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Regalo di compleanno per il bambino arcano

un sacchettino nuovo per mettere le biglie
ti lascerei accanto al sogno dove abiti,
…se potessi.
la stoffa a quadri
bianchi e rossi, come quello che una volta
ti cucì la nonna, con l’iniziale ricamata
con filo e un cordoncino a treccia, leggero,
per chiudere l’apertura.
potresti ascoltarne di nuovo il suono
nelle strade, il mare di vetro tenero,
affondarvi le dita, sentire
la superficie liscia e perfetta dei giochi,
il riso del cristallo nelle tasche,
miniplanetario dell’unico sistema

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Nettunaria

quattordici febbraio. le correnti
trascinano su di me macchie di carburante
come nuvole di gloria senza senso.
se mi fermo a sfiorare la superficie
intuisco brezze, luce dall’altra parte
a increspare la mia pelle
per il crepuscolo delle crociere.
aspetto ancora un navigante astuto
da odiare, marinaio di strategie
chiare, amato dagli dèi, rotte
oblique verso il faro di due trecce
per salvarlo, forse mio malgrado.
è odisseo la mia nostalgia, perché ormai
non vale la pena convocare tempeste:

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Inserzione a pagamento

oscuro, anni trentasette, stato
civile disalberato, residenza
antica nella distanza da sé stesso,
a roma d’altronde, con talento
per ascoltare sirene e fare notte
sui loro capelli, occhi puliti, cauto
come elefante che fugge dal circo,
inventore di fantasmi, un passato
che va verso l’oblio e ancora fa male,
amante delle nubi e degli alberi,
professione che non ama e non importa,
capelli che s’ingrigiscono, mani nude,
usa una stilografica indolente
per raccontarsi storie, fischia da solo,

Eloy SANTOS

Eloy SANTOS

SANTOS Eloy

Eloy SANTOS (Spagna) è nato a Salamanca nel 1963. Laureato in filologia italiana presso l'Università di Salamanca, ha vissuto a Napoli, Washington DC, Roma. Ha lavorato come giornalista. traduttore, insegnante, è stato lettore di lingua spagnola all'Università Federico II di Napoli. Ha pubblicato le poesie raccolte in Note di un giardino precario (Notas de un jardin precario, 2003).

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