Versione :

Senza che il respiro se ne accorga

Così insensibilmente ci si perde senza che il respiro se ne accorga
si rimane legati le mani vanno alla ricerca di sogni
gabbiani spauriti all'alba muovono le ali
stanchi arrivano alla fine della notte non resta che il sale
del lungo orizzonte che ristagna prosciuga i segni dell'ombra
tenerezza di piume ricopre la morte degli uccelli

Versione :

Se

Se qualche frammento
di me
da lontane origini
se qualche filamento
un fiocco
di nuvola
se lo sguardo rappreso
un sogno
di lumaca
che brilla sull'erba
se l'ultima cellula
memore
non vinta
se un'ombra lieve
di foglia che vibra
e non cade
viaggerò di luce in luce
come un acrobata
che innanzi a sè lancia
la corda su cui cammina

Versione :

Notte d'amore

Da lontane paludi il vento
tenero d'erba a sciogliere
l'acredine dei corpi
si ritira il grido
delle foglie
dagli stipiti della notte
risale la carne
spossata
con lenta marea
all'inganno dell'alba
Versione :

Parola che trema

È ancora voglia di vivere
o un lontano morire
che ravviva la traccia
di un'antica caccia
questa parola che trema
ai cancelli del sangue?
era umido ardore
pietra aguzza erba fiore
ora è cupo furore
parola atroce gettata
al naufrago che si perde
e il grido antico rinverde
il corpo madido slaccia
gli occhi la bocca le braccia
i baci gli sguardi le carezze
i silenzi scoscesi le ebrezze
poi scende e depone le vene
balugina affonda desquama
sillaba a sillaba: t'a- mo...
rispunta l'antica pena...

Versione :

Crisalide

nell'utero estremo
delle tue labbra marine
un tonfo slabbra
l'olio materno
di voce in voce risale
ha stupore di morte
la crisalide alata
dalle cornamuse del sogno

Versione :

Custodivo paesaggi

Sfuggito alla febbre dell'infanzia correvo sulle mie acque
Custodivo paesaggi. venivano uccelli. Fiori purpurei...
Ma già esalano voci nel tardo respiro del mattino
Coralli aguzzi incidono la pelle del giorno.
Il cielo schiude le sue ali. Cadono passeri e foglie.
Venne l'acqua. Tracimava i suoi volti smemorati
stringendo al petto slavato due pallidi crisantemi,
Non voglio fiori, dicevi. Non volevi la pena
della bellezza che piega i suoi calici alla rugiada notturna,
Hai gettato su di me la polvere dei tuoi occhi

Versione :

Sorriso e blu

Ci siamo visti
dicevo in
quegli occhi
d'ombre
azzurri di
boschi
che un battito d'ali
rischiara
lì tra
mare e
mare
l'anno scorso
ricordi?
nell'ombra
azzurra che
ridevi
tra foglia e
foglia ricordi?
spaziosa
d'ombra di
boschi in luce
filtrata
ridevi
ma come?
dicevo non
mi riconosci?
ci siamo visti
tanto
prima dieci
forse venti
ricordi? in
altezze
d'ombra
sotto quei
monti dicevi
nuota azzurro
d'alberi

Versione :

Voragini

Altre volte ho viaggiato
spazi ignorati
dalle mappe
dei grandi navigatori
dove ha volti stellati
l'inquietudine
e il cuore chiama a raccolta
pietose
solitudini
dove un'ala accende
il rapido orizzonte
a picco nel cuore
dell'ombra
dove ancora il grido
ha voragini
materne
che la piaga dei giorni
con lenta sabbia
risale

Versione :

Argini

Argini
rotti
gli argini
geme luce
notturna
alle radici
del mare
il cielo tende
reti
bluastre
alla ruggine
del mattino

Versione :
Uriginale

Marin SORESCU et la poésie roumaine

La poésie de Marin Sorescu

 Marin Sorescu, qui vient de disparaître à l’âge de soixante ans, était le plus grand des poètes et dramaturges roumains. Trois recueils de textes sont disponibles en traduction française : L’Ouragan de papier, Ed.Saint-Germain des-Prés, Paris, 1980 ; Céramique, Ed.Saint-Germain des-Prés, Paris, 1984 ; Soixante-six poèmes, Centre d’Etudes Inter-culturelles, Université de Lyon III, 1985. Dana Marina Dumitriu, de l’Université de Craiova, nous présente son œuvre.

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