Versione :

Ritornare alla sorgente

Se ancora a bruciare un giorno
ritornerò tra le tue ingiallite
memorie, chissà se le antiche ore
batterà la campana arrugginita
dal salmastro che sale
con il vento, o più dal tempo
che sento sfuggire come il mare
notturno, frangendo nelle tenebre
la sua e la mia pena.
Se un’altra volta ti concederai,
pure in un balenio, pure
in una goccia, sappi che in quell’attimo
intera ci sarà la nostra fola,
e bocche sporche di
more, e l’asprore della sorba
acerba, e sangue di melograno
rosso come l’autunno che discende
le colline nelle foglie
vizze dei castagni. Quell’autunno
che già pare m’alberghi
nelle ossa nude dell’abito
che mamma curva mi cuce lenta
nel sogno che solo a te mi riporta,
salmastro mio paese
dei dimenticati, smarriti silenzi.