Versione :
Talianu

Saldi

Poesie tradotte dal catalano da Giovanni Miraglia

Lentamente son tornata a denudarmi davanti
quell'altro specchio dello spogliatoio,
le proporzioni perdute. Ho visto che alcune tue
tenere parole erano rimaste impigliate
all’orlo del mio reggiseno. Ed alcuni piccoli
sciatori sono scivolati a zig-zag facendo
un baccano d’orzata lungo le mie spalle: erano
i tuoi scherzi. E in quanto a ciò sono difficile ed
un paio di lazzi ancora sono rimbalzati sopra lo sgabello
con un rumore d’attaccapanni. Uno sull’altro i
tre vestiti discreti che con indolenza ho provato nel
negozio per vedere se piacerti fosse una cosa necessaria.
Sembran ricordi di ragazze; a volte le vedo in
passerella per il tuo sguardo muovendo i
fianchi ed i calcoli brillanti del tuo desiderio. Non
gli sono ostile: i loro umori t’hanno condotto a me.
E immagino altre donne, le quali precedo e a cui sorrido:
l’orecchio tiepido fra i capelli della mia canzone.
Vedo la voce… “La cerniera lampo s’impone, fan bozzi
i bottoni… “ La banalità suona eguale in “europant”.
Ne tengo un paio nell’armadio per il giorno in cui ti vedrò.
Adesso canta Gardel.
Nella cassa un garbuglio e la baldoria di adolescenti di
professione e gente ricca ed io come una bimba con un mazzo
di garofani avvolti in carta di giornale.
Già vedo che non è poetico. È solo la volgare
storia (e tanto piccola) di come passo le ore che
ti succedono. Come un cristallo di zucchero che gira
nella noria di una tazza grazie alla forza centripeta che
qualcuno produce mescolando. Poco a poco mi disfo senza
il perdono che mi farebbe sparire e mi trasformo in
te con gelo, con la torbida speranza che la sete
della fretta mi regali un altro istante, mi lasci
la mancia di una mattina ripetuta,
la mancia di una mattina ripetuta
di baci.