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Talianu

PROGETTO: "IL CERVO IN ASCOLTO"

Participazione di l'attellu "Puesia" à e JMM

“ IL CERVO IN ASCOLTO “ racconta di una tessitrice che in attesa del rientro del marito cacciatore ordiva al telaio un tappeto che rappresentava una selva con un cervo in ascolto, l’attesa del marito era carica di impazienza ma anche di gioia perché gli avrebbe rivelato che era in attesa di un bimbo.
Il marito non rientrò mai più, ma intanto nacque una bimba dagli occhi di cerbiatta.
La bimba crescendo avrebbe lavorato al telaio e, andata in sposa a un uomo venuto da una contrada lontana, avrebbe insegnato alle proprie figlie a lavorare al telaio, le quali a loro volta sarebbero andate in spose a uomini che le avrebbero portate in luoghi sempre più lontani così da consentire che l’arte della tessitura invadesse tutta l’Isola.
E così di madre in figlia sino a perderne la memoria delle origini ogni angolo della Sardegna ebbe il suo tappeto: a Nule si tessero tappeti dai colori insoliti e sgargianti; Morgongiori raffigurò aquile coi cervi, castelli, torri e chiese; Mogoro disegnò cavalli quadrati neri e rossi; Isili uccelli, cavalcate nuziali, guerrieri che combattono coi cervi; Gavoi, Bolotana, e Oliena il “ tappinu de mortu “; Ruinas gli asinelli; Ilbono i garofani; Nulvi palme e uccelli; Senis cervi neri; Terralba rose; Sarule calici e clessidre.
Le donne di cui si racconta erano le Janas. Esse inventarono la scrittura attraverso la tessitura e tale meraviglia regalarono agli uomini.
Attraverso la metafora del telaio si vuole svelare che le uniche depositarie delle origini misteriose e della memoria del nostro popolo furono le donne, vista l’inequivocabile matrice matriarcale della Sardegna.
Ma la Sardegna non è l’unica ad avere queste basi sociali, nel bacino del Mediterraneo tante sono le culture che hanno una matrice comune alla nostra, il telaio non è una esclusiva delle tessitrici sarde.
Tutte le donne di tutti i popoli del Mediterraneo lo conoscevano e lo usavano.

“ POESIAS TESSIAS “ vuole chiamare a sé queste donne mediterranee e intende farlo con la poesia.
Il progetto prevede il coinvolgimento di quattro poetesse appartenenti all’area del mediterraneo: una siriana, una italiana, una portoghese e una sarda ovviamente, alle quali si chiede di produrre una tensione lirica che verrà ordita e dunque inserita in quattro differenti arazzi ad opera delle tessitrici.
La progettazione artistica degli arazzi sarà curata dall’artista Maria Lai.
Il testo teatrale sarà l’elaborazione della leggenda, dunque prevede l’intervento di sole attrici e di una cantante lirica che eseguirà le quattro poesie musicate dal maestro Gabriele Verdinelli del coro di Santa Cecilia di Sassari.
I passaggi teatrali verranno sottolineati dal vivo dal trombettista Paolo Fresu.

Si precisa che la realtà, in cui risiedono ed operano la Coop. “ SU TROBASCIU “ e l’Associazione Culturale “ TEATRO TRAGODIA “, è Mogoro, paese al centro della Marmilla ricchissimo di Artigianato e conosciuto nell’Isola grazie non solo ai vini ma anche alla “ Fiera del tappeto “ che oramai da quarant’anni lega la sua immagine al turismo culturale Regionale.

OBIETTIVI E FINALITA’

Gli obiettivi di tale progetto sono quelli evidenti di trasmettere la cultura attraverso uno strumento semplice ma efficace qual’è la lingua, con l’introduzione di un elemento inusuale per la didattica linguistica qual è il lavoro artigianale, il quale permette di usare la tecnica della manipolazione unitamente alla sua grande valenza culturale .
Ciò può offrire lo spunto per avviare un laboratorio indirizzato ai bambini che permetta di fornire loro gli strumenti necessari per conoscere le proprie radici anche attraverso un telaio.

La coordinatrice.
Virginia Garau