Felicità
Puesia
Non so quel che tu vuoi, da me.
L'istante felice? Questo gelo di tatto millimetrico che sigilla
quella pozza fra le pietre? Pensavi che era un occhio, e ti vedeva?
Al suo fianco le tue ansie sono arance di plastica.
Tu hai già saputo che la bellezza facile è una cosa triste, come tutte
le scuse, come la destrezza nel celare i detti
che fanno male.
Guardami: ancora sto lavando nell'acquaio la tortilla di patate,
ed indagando che cammino di nodi seguiron le formiche,
come i tuoi baci, fino a quel cantuccio dell'anima che abbiamo voluto isolare
dentro un piatto d'acqua.
Non c'è felicità per noialtri.
Solo un piacere duro come una biglia di cristallo con venature di colore.
Evangelî apocrifi, gengive con ferite, tempo che
si prosciuga come orina.
Volevo darti qualcosa, però posso vedere solo il fango
che levo dalle scarpe, la mia libertà ed un cammino di rovi.
E quel pezzetto di cielo con nuvole feriali come mammelle che parlano
mentre vengono e vanno.
Ma queste cose, prima del mio arrivo, eran già tue.