"IL RITORNO DI PASQUALE PAOLI NEL LUGLIO 1790" : APPUNTI PER UNA DRAMMATURGIA
Teatru
Il tema generale della drammaturgia è il ritorno di Pasquale Paoli in Corsica nel 1790 dopo gli anni del primo esilio londinese. I diversi quadri in cui si articola il testo drammaturgico – sulla base delle indicazioni storiografiche fornite dal Prof. J. Cancellieri – contemplano sostanzialmente due grandi temi: da un lato l’esilio, e dall’altro la contraddizione latente, che esplora fra il ’92 ed il ’93, esistente fra la concezione della democrazia di Paoli – legata ai principi dell’illuminismo moderato settecentesco – e quella espressa dalla Rivoluzione francese, così come si articola negli anni successivi all’89.
Per valorizzare in misura adeguata alcuni siti di Corte, come la Cittadella, il Palazzo Nazionale, le piazze o gli edifici religiosi, si propone una sequenza drammaturgica che rovesci lo schema predisposto dal Prof. Cancellieri. In altre parole, l’intera vicenda rappresentata hà luogo a Corte: il periodo è quello dell’immediata vigilia dell’instaurazione del Regno Anglo-Corso (fase n° 5 dello schema sopra citato).
Vediamo, dunque, Paoli alle prese con gravi lacerazioni interne, incerto sulle scelte politiche da prendere, consapevole del dramma che l’isola sta attraversando: in questo clima di inquietudine, Paoli ed i suoi collaboratori rievocano gli ultimi avvenimenti della vita politica della Corsica, che coincidono, in larga misura, con la stessa biografia di Paoli. Come in quadri successivi, vediamo Paoli discutere con il padre Guelfucci sugli anni del soggiorno a Londra fino al 1790, sulla vita dei salotti colti, sulla frequentazione con Boswell e con Maria Cosway, ecc; con Saliceti (o altro commissario della Convenzione), Paoli discute del soggiorno a Parigi, dell’incontro con Luigi XVI e delle speranze e dei progetti politici nati dall’accoglienza riservatagli dai rivoluzionari dell’Assemblea Costituente (da Mirabeau a Robespierre); con altro personaggio del suo entourage (un consigliere, un popolano, un giovane partigiano?), Paoli parla del viaggio Parigi-Macinaggio-Bastia, dell’incontro con il giovane Napoleone e dei festeggiamenti ricevuti; con Pozzo di Borgo, infine, Paoli discute del viaggio da Bastia a Corte, dei dissidi con la Convenzione fino a giustificare la scelta di rompere con la Francia rivoluzionaria, e di chiamare gli inglesi in Corsica.
Si tratta, dunque, di rappresentare la “reminiscenza” (e quindi il giudizio) di Paoli riguardo agli episodi citati, mettendo in rilievo i diversi stati d’animo del Generale: la nostalgia per la vita culturalmente ricca del soggiorno inglese; la speranza per la libertà ritrovata della Corsica nei primi mesi del fermento rivoluzionario; la gioia del rientro in Corsica ma anche la disillusione ben presto subentrata per le molte faide interne all’isola, per l’ordine sociale incerto e per l’involuzione autoritaria della politica convenzionale. Il livello di drammaticità varia, ovviamente, secondo l’oggetto dei colloqui che Paoli hà con i suoi interlocutori.
Anche l’ambientazione dei diversi quadri si accorda con l’argomento trattato (il colloquio con Guelfucci può essere ambientato in una piazza di Corte; quello con Saliceti nel Palazzo Nazionale; quello con Pozzo di Borgo nella Cittadella, ecc.)
Marco Cini