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Talianu

Romeo & Juliet

an Irish story

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"IL TEATRO DELL'ALCHIMIA"
ISTITUTO TECNICO
INDUSTRIALE STATALE
"G. FERRARIS"
Empoli

un prologo, due tempi e un epilogo
di
ALBERTO POZZOLINI

alla memoria tenera
di Brendan Behan
morto molti anni fa
(1964)
e alla sua Irlanda

"Questa Irlanda esiste: ma chi
ci va e non la trova,
non pu? chiedere risarcimenti all'autore."
(Heinrich Boll)


PROLOGO.

I corpi dei due ragazzi, Pat e Kathleen, riversi l'uno sull'altro. Sono morti. Accanto al corpo di Pat una pistola. Una luce dall'alto, solo su di loro. Intorno le tenebre.

VOCE : - Risolvete, o saggi uomini, quest'enigma: Che accadrà se il sogno si avvera ? Che accadrà se il sogno si avvera ? E se milioni di non nati dimorassero Nella casa cui ho dato forma nel mio cuore, La nobile casa dei miei pensieri ? Fu follia o grazia ? Non saranno gli uomini a giudicarmi: Sarà Dio.

(Padraig Mac Piarais)
(Musica: Sergej Prokofiev, "Romeo & Juliet", suite dal balletto n.2, incipit, durata 1'03")

PRIMO TEMPO.

1.
Belfast, ai nostri giorni. La palestra di una scuola media superiore della città. E' l'ora di educazione fisica. Si fronteggiano due squadre di ragazzi, in mezzo ad un tifo assordante. Cinque ragazzi protestanti, maglia rossa, contro cinque ragazzi cattolici, maglia verde come verde è l'Irlanda. Ogni occasione è buona per accendere qualche piccola mischia: sgambetti, gomitate, colpi proibiti, spintoni. E' in particolare Sean a cercare gli avversari e la provocazione.
PAT: - (che è momentaneamente in panchina) Dai, Sean, càlmati!
Non si pensa a giocare, si pensa a colpire.
KATHLEEN: - (al fratellino) Attento, Tommy!
All'ennesima gomitata di un avversario, Sean reagisce sputandogli in faccia. La rissa è generale.
INSEGNANTE: - (utilizzando un fischietto di metallo, per richiamare l'attenzione) Basta! Basta! Per oggi finisce qui! Alle docce, tutti! Ne riparleremo domani! Alle docce! Animali!
( Musica: gli U 2, "The Refugee", dal cd "War", durata 3' 41")

2.
La mattinata è terminata. E anche le lezioni. Il rito del pranzo. Sulla sinistra del palcoscenico siamo nella casa di Kathleen, ricca, signorile, spaziosa e protestante. Sulla destra nella casa di Pat, angusta, disadorna e cattolica.
Kathleen è a tavola, con il padre, Adrian, austero e silenzioso; la zia Dorothy, sorella della madre morta da tanti anni, zitella, indulgente, comprensiva; e il fratellino Thomas, detto Tommy, che ha due anni meno della sorella e che già conosciamo. Il pasto è servito da una cameriera e sorvegliato da un maggiordomo discreto, Lane.
PADRE: - E' straordinario come nelle classi inferiori, in Irlanda, ci sia sempre qualche disgrazia in famiglia.
LANE: - S?, signore. Sotto questo rispetto sono estremamente fortunati.
ZIA: - Cosa avete fatto a scuola, oggi?
TOMMY: - Un sacco di cose, zia.
ZIA: - Ad esempio?
TOMMY: - Be', francese...e algebra...Francese mi piace molto... Tutto quel monsieur e madame...
PADRE: - Mentre l'algebra...
TOMMY: - Non è il mio forte, papà.
KATHLEEN: - Il suo forte è il basket.
PADRE: - Vorrei che tu giocassi a cricket, Thomas, non al calcio o a basket.
TOMMY: - Ma a scuola...
PADRE: - Lo capisci proprio sempre quello che dici, Thomas?
TOMMY: - S?, papà, se ascolto attentamente.
La cucina alla buona della casa di Pat. La madre sola, che sta sfornellando e mettendo qualcosa nel piatto.
MADRE: - Ma quando torna questo benedetto ragazzo? Le lezioni sono finite da un pezzo. Mi si brucerà tutto, maledizione!
La casa di Kathleen.
PADRE: - Spero che domani sia una bella giornata, Lane.
LANE: - Di solito non lo è mai, signore.
PADRE: - Lane, sei un vero pessimista.
LANE: - Faccio del mio meglio per compiacervi, signore.
ZIA: - Non mangiare cos? in fretta, Tommy. Devi crescere sano e forte.
TOMMY: - Ma mi stanno aspettando!
PADRE: - Thomas! Non ti attende nessuno.
TOMMY: - I miei amici, papà.
PADRE: - Non ti attende nessuno, Thomas.
La casa di Pat. Entra Pat, come un ciclone, buttando i libri su una sedia e sedendosi sùbito a tavola.
PAT: - Ciao, ma'!
MADRE: - Lavati le mani e poi vieni a tavola! Perché cos? tardi? Dove sei stato? Con quei lavativi dei tuoi compagni, vero? Non riesci mai a scrollarteli di dosso e a giungere puntuale, almeno una volta? Guarda com'è ridotto questo povero pezzo di carne! Sbr?gati! Finirai di lavarti dopo pranzo!
La casa di Kathleen.
ZIA: - E tu, Kathleen? Cosa hai fatto stamani, a scuola?
KATHLEEN: - Abbiamo letto Byron. Zia, è stupendo. Cos? impetuoso, cos? imprevedibile...A te piace Byron, zia?
ZIA: - Non particolarmente. Preferisco la prosa limpida di Jane Austen, se proprio devo essere sincera. Ma capisco una ragazza come te, Kathleen. Le ragazze si innamorano tutte di Byron, a una certa età.
La casa di Pat.
MADRE: - Allora, Pat! Non ti ingozzare e basta. Racconta qualcosa. Come vanno gli studi? Hai rimediato quel brutto voto a fisica? Ma già, tu pensi solo a mangiare, a giocare al calcio, agli amici e alla musica! Scuola? Brrrrr! E cos'è? Eh?! Pat! Parlo con te! Mi ascolti o sei già nei tuoi sogni? E cos'è questo?
PAT: - Questo cosa?
MADRE: - Questo bernoccolo che hai in testa! Questo! Cos'è accaduto? Hai fatto ancora a botte con gli orangisti, eh?
La casa di Kathleen.
PADRE: - (si alza, con lui si alzano gli altri tre commensali: il pranzo è terminato) Signore, ti ringraziamo per il cibo che ci hai offerto anche in questa giornata.
TUTTI: - Amen.
PADRE: - Potete andare.
KATHLEEN e TOMMY: - Grazie, papà. Ciao.
La casa di Pat.
PAT: - (scappando) Ciao, ma'! Ci vediamo.
MADRE: - (urlandogli dietro) Dove vai? Quando ritorni?
La casa di Kathleen.
PADRE: (sta leggendo il Times) Buon Dio! L'isola di Inniskea, dove venerano una pietra avvolta nella lana, invece di venerare San Giorgio e il Dio degli Eserciti!
La casa di Pat.
La madre sta mettendo a posto la stanza.
La casa di Kathleen.
PADRE: - (parlando direttamente agli spettatori, sarcastico) Tutto quello che sanno fare. Gli uomini: la Guinness; e le donne: il merletto, il merletto al punto d'Irlanda!

3.
La palestra dove Jim si allena. Jim è un amico di Pat, cattolico come lui, frequenta la stessa scuola. Il suo sogno è diventare un buon pugile. Ma forse non è abbastanza cattivo. Jim si sta allenando. Ci sono altri ragazzi, l'allenatore, i sacchi, i guantoni, l'odore di canfora, di sudore, tutto l'armamentario delle palestre. Entra Pat e si ferma a guardarlo. Arriva anche Danny, un altro del gruppo.
DANNY: - Ciao, Pat.
PAT: - Ciao. Dov'è Sean?
DANNY: - Sta arrivando. Si è fermato dalla ragazza.
PAT: - Usciamo stasera?
DANNY: - Certo.
PAT: - Dovrei studiare fisica.
Entra Sean.
SEAN: - Ciao, Danny. Ciao, Pat! Come stai, Jim?
DANNY: - Lascialo in pace. Non vedi che si sta allenando?
Ma Sean non se ne dà per inteso.
SEAN: - Stasera tutti al Wolf, d'accordo? D'accordo, Jim?
Jim fa segno sorridendo di s?, che è d'accordo. Continua ad allenarsi. Gli amici parlottano tra loro, curiosando per la palestra. Poi se ne vanno.
JIM: - (approfittando di una pausa nell'allenamento, ridendo, mentre li vede allontanarsi) Sono stato sempre solo. E nato solo come la luna all'alba.

4.
Quella sera stessa, al pub The Wolf. Molta allegria, tanti ragazzi, la birra scorre a fiumi. Si chiacchiera, si canta in coro, ci si cerca tra i tavoli. Si gioca con le freccette e un bersaglio. Ci si sfotte. Il padrone, Liam, grassoccio e bonario, passa velocemente tra i tavoli, nonostante la mole. Ma ancor più grassoccia è la padrona, una grossa e stizzosa donna tipicamente irlandese, che tutti chiamano scherzosamente e anche con un po' di timore Old Mother Riley, tipico personaggio del cinema inglese fine anni Trenta.
OLD MOTHER RILEY: - Forza, ragazzi! Serviamo la miglior birra del quartiere. Almeno: non riesci a sentir la differenza.
PRIMO RAGAZZO: - E che cosa è successo al tuo povero piede sinistro, Eoin?
SECONDO RAGAZZO: - Non è il mio piede sinistro: è quello destro. Non sai neanche distinguere la destra dalla sinistra? Non te lo fai, il segno della croce?
PRIMO RAGAZZO: - Sissignore che me lo faccio, ma non con i piedi.
PADRONE: - Che fatica, la sera del sabato! Son ridotto l'ombra di me stesso. (Ridendo) Lo so che non si direbbe a vedermi!
TERZO RAGAZZO: - Quando è venuto ad abitare in Irlanda, non voleva parlare altro che irlandese.
QUARTO RAGAZZO: - Avranno fatto fatica a capirlo, allora.
TERZO RAGAZZO: - (ridendo) Non lo capivano per niente!
OLD MOTHER RILEY: - (urlando sopra la calca) Forza, ragazzi! Prima di tutto la buona educazione, poi la morale, e infine i soldi. Anzi, metteteli per primi.
PADRONE: - Calma, ragazzi, arrivo. Ecco la Guinness. Cosa? Un minuto. Vengo sùbito. Vuoi il conto? Vuoi già il conto? E che ci vai a fare a letto? Sono appena le nove. Arrivo.
Entrano Danny, Pat, Jim, Sean e vanno a sedersi tutti insieme ad un tavolo ancora libero. Si guardano intorno. Un paio di loro (Danny e Sean) sembrano già abbastanza bevuti.
SEAN: - Eccoli là.
JIM: - Chi?
SEAN. - I figli di puttana degli orangisti.
PAT: - E lasciali perdere...
SEAN: - Figli di puttana.
PADRONE: - Che volete, ragazzi?
TUTTI: - Guinness.
SEAN: - (con intenzione) La nostra birra.
PADRONE: - Ragazzi, non voglio casini. Intesi?
SEAN: - Nessun casino. Ma mi piacerebbe sapere da che parte stai.
PADRONE: - Io sto per me. (Urlando verso il banco) Quattro Guinness. Arrivo!
SEAN: - Sta per sé! Ed è un irlandese!
JIM: - Siamo tutti irlandesi, qui.
DANNY: - E cattolici.
PAT: - E poveri in canna!
Tutti ridono. La tensione si allenta. Danny ne approfitta per lasciare il tavolo degli amici e portarsi a quello di Helen. Helen è molto bella, una delle poche amiche di Kathleen, naturalmente protestante.
DANNY: - Ciao.
HELEN: - ( a malincuore) Ciao.
DANNY: - Vi state divertendo?
Helen non risponde. Il padrone si accorge di qualcosa e vuol stornare la tempesta.
PADRONE: - (sottovoce) In nome di Dio Onnipotente...
OLD MOTHER RILEY: - E non disturbarlo Dio Onnipotente, che c'è il caso ti abbia a tirar addosso la siccità, la carestia e il colera morbus!
PADRONE: - Danny, i tuoi ti vogliono al tavolo!
DANNY: - Vengo sùbito! (A Helen) Vuoi ballare?
HELEN: - Sono stanca, preferisco rimanere seduta con gli amici, a sorseggiare qualcosa.
Tra gli amici Edward, detto Ed. Frequenta la stessa scuola di Pat e di Kathleen.
ED: - Non ha voglia di ballare.
DANNY: - (aggressivo) E tu che vuoi?
PADRONE: - Danny, la birra ti sta diventando calda e imbevibile!
DANNY: - Allora: tu che vuoi?
ED: - No: cosa vuoi tu, amico.
DANNY: - Io non sono amico tuo.
ED: - E nemmeno di Helen! Dunque, lasciaci in pace e tornatene al tuo tavolo.
PADRONE: - Vieni, Danny, fa' il bravo. Sei già ubriaco? Sono soltanto le nove.
Lo riporta al tavolo di Pat, Sean e gli altri.
DANNY: - (andandosene, minaccioso) Ci vediamo a scuola!
ED: - Quando vuoi, amico!
Danny avverte l'ironia provocatoria del ragazzo e gli si scaglia addosso, rovesciando tavoli e sedie. La mischia si accende immediata. Il padrone la seda a fatica, con l'aiuto di qualche altro ragazzo e anche di Jim e Pat, che cercano di fare da pacieri.
PADRONE: - Ora basta, ragazzi. Senn?, vi butto tutti fuori e per stasera la festa è finita. D'accordo? E pagatemi sùbito le consumazioni, cos? poi potete andare in pace con Dio.
Helen se ne va con un'amica. Gli altri rimangono seduti ai loro tavoli, guardandosi in cagnesco. Sean si alza tranquillo e sorridente: si avvicina al juke box e gettona una canzone. Nel ritornare al posto, traballa, visibilmente bevuto.
SEAN: - Questa è musica!
(Parte Sunday, bloody Sunday, degli U 2.)
SEAN: - Musica irlandese!
(La musica è sempre più alta.)
SEAN: - Vera musica cattolica e irlandese!
(La musica invade il locale. Sean, berciando, si unisce alla voce del Gruppo, stonando maledettamente e costringendo anche gli altri ad imitarlo. Ora Sean e i suoi amici hanno in mano il locale. Due o tre ragazzi protestanti se ne vanno.)
SEAN: - Abbasso gli orangisti!
OLD MOTHER RILEY: - Abbasso i reumatismi!

5.
La mattina dopo, domenica. La musica violenta degli U 2 si è andata gradatamente trasformando in un canto religioso. Le due comunità sui due lati del palcoscenico: a sinistra la funzione protestante (partecipano Kathleen, il padre, la zia, il fratello e altri, fra cui Helen), a destra il rito cattolico (partecipano Pat, la madre, Jim, Sean, la sua ragazza e altri).
L'inno protestante: Amazing Grace.
L'inno cattolico: Adeste fideles.
Le due musiche sembrano scontrarsi e anche fondersi in un'unica preghiera a Dio. Ora prevale l'una, ora l'altra. Poi: la pace.
PADRE MARTIN FLANAGAN: - (cattolico)
Preghiamo Dio perché questa terra abbia finalmente la pace e l'odio si spenga nel cuore degli uomini. Preghiamo Dio perché il sangue innocente non scorra mai più nelle nostre città e nei nostri campi. Preghiamo Dio perché il dolore abbia fine.
Sean ostentatamente si alza dal suo posto ed esce, seguito dagli sguardi di tutti. Padre Flanagan, imbarazzato, tossisce.
PAT: - ( alla madre, sottovoce) Ha un po'...
MADRE DI PAT: - (sarcastica) Ha un po' di angina sacerdotale.
Le funzioni sono finite. La gente esce all'aperto. Per un attimo i due gruppi sembrano fronteggiarsi, minacciosi. Ma è una bellissima domenica mattina, di pace e di serenità. I due gruppi immobili: Pat e Kathleen fanno un passo avanti, fuori dal coro, l'uno verso l'altro. E' come se si vedessero per la prima volta. Il mondo nasce in questo momento, per loro. Si guardano a lungo, incantati. Poi tutto torna come prima: l'incanto si scioglie e ognuno va per la propria strada.SEAN: - (a Pat e agli altri) Mia madre non era per niente religiosa. Diceva che la religione era tutta bugie e ipocrisia, e le tirava fuori tutta l'amarezza che aveva dentro. Diceva di non aver pregiudizi: odiava tutte le religioni allo stesso modo. Cos? mi hanno raccontato di lei...

6.
Il luned? mattina, a scuola. La sala degli insegnanti. Chi entra, chi esce prendendo un paio di libri e avviandosi verso la propria aula.
PRIMO INSEGNANTE: - Hai sentito? E' successo di nuovo.
SECONDO INSEGNANTE: - Che cosa?
PRIMO INSEGNANTE: - Si sono picchiati. A sangue.
TERZO INSEGNANTE: - Non se ne pu? più. Cattolici...protestanti...irlandesi... inglesi... cosa volete che me ne importi?
PRIMO INSEGNANTE: - Voglio andarmene da Belfast.
SECONDO INSEGNANTE: - No. Io non voglio andarmene.
PRIMO INSEGNANTE: - E che vuoi fare?
SECONDO INSEGNANTE: - Dovremmo trovare qualcosa. Qualcosa che li faccia convivere. Che li costringa a stare insieme, a conoscersi, a socializzare...
TERZO INSEGNANTE: - (ironico) Una comunità...
SECONDO INSEGNANTE: - S?, una comunità. Una squadra di calcio, un gruppo rock...Ecco: un gruppo teatrale!
PRIMO INSEGNANTE: - (sarcastico) Oddio, un gruppo teatrale! Immàginati cosa accadrebbe!
SECONDO INSEGNANTE: - Potrebbe accadere il miracolo...
Se ne va verso la sua aula.
TERZO INSEGNANTE: - Sogna, sogna, povero piccolo mai cresciuto...
Il secondo insegnante, quello che il terzo ha bollato sbrigativamente come un povero idealista, si chiama O' Casey. Mentre sta andando verso la sua aula, si vede venire incontro l'ispettore O' Hara, un poliziotto che conosce bene. E' uno che fa del suo meglio.
PROFESSORE: - Buon giorno, ispettore.
ISPETTORE: - I suoi bravi ragazzi, eh?!
PROFESSORE: - Già, i miei bravi ragazzi.
ISPETTORE: - Allora, è successo di nuovo.
PROFESSORE: - Lo so.
ISPETTORE: - Dobbiamo pur farci qualcosa...
PROFESSORE: - Io un'idea ce l'ho...
ISPETTORE: - (sfiduciato) Non credo più a niente, a questo punto.
PROFESSORE: - (allegro ed enigmatico) " Ogni cosa è possibile se qualcuno lo vuole veramente." Indovini chi l'ha detto.
ISPETTORE: - Lei?
PROFESSORE: - No: Peter Pan.
Se ne va verso la sua classe, lasciandolo di stucco.

7.
Una strada qualsiasi, un pomeriggio qualsiasi. Tommy, il fratello di Kathleen, sta tornando a casa: è solo. Appare Danny.
DANNY: - Ehi, piccioncino!
Tommy finge di non sentire e non gli risponde.
DANNY: - Dico a te, ragazzino.
Tommy si ferma e lo fronteggia in silenzio.
DANNY: - (avvicinandosi minaccioso) Che ci fai per le strade di questa città?
TOMMY: - E' la mia città.
DANNY: - Ah s?? A me risulta che siamo in Irlanda.
TOMMY: - Io sono irlandese.
DANNY: - Non ho sentito. Cosa hai detto?
TOMMY: - Ho detto che sono irlandese. Sono nato qui.
DANNY: - S?. Ma avresti dovuto nascere da un'altra parte. I bastardi come te non sono irlandesi.
Lo spintona e, quando il ragazzo cade, lo prende a calci. Tommy riesce a fuggire verso casa.
DANNY: - E diglielo a quei maiali dei tuoi amici orangisti: noi siamo sempre qui, ad aspettarvi. Diglielo a Ed, che lo voglio qui. Io non me ne vado. Questa è la mia Irlanda!

8.
Un pub isolato. Sean è seduto ad un tavolo con un uomo che non conosciamo.
UOMO: - Hai capito bene?
SEAN: - Ho capito bene.
UOMO: - Poi ti faremo sapere qualcosa.
SEAN: - Quando?
UOMO: - Quando sarà il momento.
SEAN: - Sar? pronto, non dubitare.
UOMO: - L'organizzazione non deve soffrirne, tu lo sai.
SEAN. - Lo so.
UOMO: - Mi posso fidare?
SEAN: - Lo sapete che ho già gambizzato per voi.
UOMO: - Lo sappiamo. Era uno spacciatore. Andava punito.
SEAN: - (rivivendo la scena) "Far? quel che vorrai!", piagnucolava. "Non farai proprio un cazzo - gli ho detto - a parte dire le preghiere." "Ma io non sono credente!" "E allora prega la tua cazzo di Regina Madre!"
UOMO: - (calmo) Ma non era uno di loro. Era uno dei nostri. Un cattolico.
SEAN: - (rabbuiandosi) Aaahh!
UOMO: - Ecco il pacco. Fa' attenzione. E' pericoloso.
SEAN: - Non temere. Ci penso io.
UOMO: - Devi nasconderlo bene.
SEAN: - Ho già un'idea...
UOMO: - Non me lo dire. Non sento, non vedo, non parlo.
SEAN: - In casa di amici. In casa di un amico.
UOMO: - Bene. (Gli consegna un pacco) Ci vediamo. N?l aon rud eile agam anocht: nient'altro per stasera (se ne va).
SEAN: - (solo) Sin sin: è tutto.

9.
La stessa sera. Sotto le finestre della bella casa dove vive Kathleen. Pat esce dall'ombra e guarda verso la finestra illuminata della camera della ragazza. C'è una splendida luna, in cielo. Pat si fa coraggio e getta qualche sassolino, timidamente, contro i vetri della finestra.
PAT: - (avanzando sotto la luce lunare, canta come sa una vecchia struggente canzone irlandese) I'll take you home again Kathleen...

10.
In casa di Kathleen. La zia sta curando amorevolmente il nipote, pestato da Danny.
TOMMY: - ...qui c'è la guerra civile, zia!
ZIA: - Be', se questo è il genere di guerre che chiamate civili, spero di non doverne mai vedere una di incivile.
TOMMY: - Non è stata colpa mia. Io non parlo mai con nessuno.
ZIA: - Chissà come ti trovano divertente!
TOMMY: - (sconsolato) Vorrei essere crocifisso nella più grande piazza della città!
ZIA: - (cercando di scherzare) Bisognerebbe che facesse bel tempo. Altrimenti viene poca gente...
La zia continua a fasciarlo amorevolmente, accarezzandolo.
ZIA: - (fingendosi preoccupata) Ma, Tommy, non parli nemmeno con le ragazzine? Un misantropo lo posso capire. Un donnantropo, mai!
TOMMY: - Ci siamo, zia, hai visto? Lui è quello che io chiamo il tipo da calcio, mentre io sono più tipo da cricket. E' qui che comincia tutta la faccenda delle razze.
ZIA: - Non parlare cos?, Tommy. Non mi piacciono questi discorsi.
Ha finito di medicarlo e di fasciarlo.
TOMMY: - (scappando via, felice) Grazie, zia.
Sta ormai per uscire.
TOMMY: - Come mi piacerebbe essere anch'io un ragazzo misto!ZIA: - (è rimasta sola e scuote il capo, sconsolata) In Irlanda, nel corso dei secoli, abbiamo provato ogni formula: governo diretto, governo indiretto, genocidio, apartheid, parlamenti farsa, parlamenti veri, legge marziale, legge civile, colonizzazione, riforma della terra, divisione del paese. Niente di tutto ci? ha funzionato. L'unica soluzione che non abbiamo ancora provato è quella di un ritiro incondizionato e totale.

11.
In casa di Pat. Entrano Pat e Sean, che ha con sé il pacco consegnatogli al pub.
SEAN: - Non te lo chiederei, Pat, se potessi fare in qualche altro modo.
PAT: - Lo so, Sean. Non ti preoccupare. Da qualche parte lo metteremo.
SEAN: - Grazie.
Una pausa imbarazzata.
PAT: - Allora? Sei mica nell'IRA?
SEAN: - (ironico) No, amico, sono nei pattinatori di Bay City!
PAT: - Non vorrai farti ammazzare...
SEAN: - Ma io non intendo affatto farmi ammazzare, se posso farne a meno.
Pat sorride e lo abbraccia.
PAT: - Io per te, tu per me, come i due moschettieri!
SEAN: - E tua madre?
PAT: - Non ci pensare. Non scoprirà nulla. Se torna e ti trova, lo sai che ti vuole bene. A me poi fa piacere avere in casa qualcun altro che fa la pip? in piedi!
Sean sorride e, sùbito dopo, si rannuvola.
SEAN: - Io li odio, gli inglesi, perché non ci hanno lasciato via d'uscita. Li odio perché hanno reso l'odio necessario.
Mentre parlano, non si sono accorti che da qualche istante è rientrata Maureen, la madre di Pat. Maureen ha già colto tutto della situazione ed ha ascoltato in silenzio le ultime parole di Sean.
MAUREEN: - Verrà il giorno in cui l'Inghilterra sarà caduta tanto in basso che non sarà più possibile nemmeno calpestarla!
I due ragazzi sobbalzano, sorpresi.
MAUREEN: - Dio, la Madonna e san Patrizio vi benedicano, figlioli miei, e v'assistano sempre da questo giorno mortale.
I due ragazzi non sanno né cosa fare né cosa dire.
MAUREEN: - Cosa c'è? (Si guarda intorno) Questo pacco: di chi è?
SEAN: - E' mio, signora.
PAT: - Sean vorrebbe...per qualche giorno...
MAUREEN: - (con una decisione improvvisa) Non si tratta di droga?
SEAN: - No, signora, quella roba la odio.
MAUREEN: -(tastando il pacco con molta precauzione) No, non si tratta di droga, è troppo pesante. Ci penso io. Non preoccupatevi. Lo nasconderemo ben bene. Non lo troverà nessuno. E poi, chi verrebbe a frugare in casa di una vedova?
SEAN: - Solo per qualche giorno, signora.
MAUREEN: - Ci penso io, ti ho detto. Non è la prima volta. (Poi, con violenza improvvisa) Lo sai, Sean, come mi hanno ammazzato il marito, quei bastardi? Lo hanno assassinato con una pallottola di gomma dura, quelle che loro dicono che non uccidono. Non mi hanno nemmeno lasciato vedere il corpo. Ho dovuto cercare il dente finto di tuo padre nella fogna, Pat. E quelli dell'Ulster Volonteer Force hanno lanciato pietre contro la bara e scolpito "Terrorista bastardo" sulla tomba e scritto, perdipiù sbagliando, "IRA=Natzis", sulla porta di casa. Gettavano la merda di cane nella buca delle lettere. I miei due fratelli erano in carcere a Long Kesh. Il che significa dentro senza processo. Tuo cugino, Pat, è stato tenuto sull'attenti per venti ore in una cella della stazione di polizia di Castlereagh, nudo e con una benda sugli occhi. I soldati sono venuto durante la notte, abbattendo la porta, con io che urlavo, e hanno portato via i miei fratelli. Avevano il viso dipinto di nero, tale e quale ai fumetti...
SEAN: - Bastardi!
PAT: - Non ci pensare più, mamma. Non ci pensare(l'abbraccia).
MAUREEN: - E come faccio, a non pensarci? (Una pausa) E ora andate, ragazzi, andate a divertirvi. Ci penso io, al pacco.
I due ragazzi si avviano all'uscita.
SEAN: - ( con le lacrime agli occhi) Grazie, signora O' Connor.
PAT: - Ciao, mamma.
Se ne vanno.
Maureen è sola ora, con il pacco in mano. Si guarda in giro, per vedere dove pu? nasconderlo.
MAUREEN: - Noi madri irlandesi viviamo colla paura che da un momento all'altro i nostri figli ci tornino tutti fasciati e zuppi di sangue, dandoci appena il tempo di portargli il prete a sentirgli l'ultimo fiato dell'ultima confessione, quando l'anima passa la soglia buia della morte, sulla strada dei defunti stupefatti.

12.
Nella classe del professor O'Casey. E' una mattina di lezione. I ragazzi stanno aspettando l'arrivo dell'insegnante.
DANNY: - Il novanta per cento degli uomini si masturba nell'adolescenza.
JIM: - Io non l'ho mai fatto.
DANNY: - Be', ti sei perso una splendida occasione!
UN RAGAZZO: - E' stato colpito nel buco del culo.
HELEN: - (scandalizzata) Nel retto, nel retto...
RAGAZZO: - S?, glielo ha quasi rotto.
Entra l'insegnante. I ragazzi si alzano.
PROFESSORE: - Sedete, ragazzi, sedete. (Distratto) Cosa c'è, stamani?
HELEN: - (la prima della classe) Una poesia di Yeats, professore.
PROFESSORE: - Vuoi leggerla, Helen?
La ragazza comincia a leggere Là nei giardini dei salici.
HELEN: - Fu là nei giardini dei salici che io e la mia amata ci incontrammo;
Ella passava là per i giardini con i suoi piccoli piedi di neve.
M'invit? a prendere amore cos? come veniva, come le foglie crescono
sull'albero;
Ma io, giovane e sciocco, non volli ubbidire al suo invito.
Fu in un campo sui bordi del fiume che io e la mia amata ci arrestammo,
E lei pos? la sua mano di neve sulla mia spalla inclinata.
M'invit? a prendere la vita cos? come veniva, come l'erba cresce sugli argini;
Ma io ero giovane e sciocco, e ora son pieno di lacrime.
Tutti tacciono. Il professore, distratto, non si è accorto che Helen ha terminato di leggere.
KATHLEEN: - (dopo un po' di tempo) E' una poesia molto bella, professore.
PROFESSORE: - (riscuotendosi) Sentite, ragazzi. Ci sto pensando da settimane. Non mi piace che vi scanniate e non mi piace questa aria di guerra. Io vi voglio amici. La mia classe non è un campo di battaglia. Non potremmo stare un po' insieme anche quando le lezioni sono terminate?
DANNY: - E cosa potremmo fare, professore? Balliamo? (ride)
PROFESSORE: - S?, Danny, potremmo anche ballare.
DANNY: - Se è per ballare, veniamo anche al pomeriggio.
PROFESSORE: - No, non solo per ballare, ragazzi. Mi piacerebbe...
HELEN: - Su, professore, lo dica.
PROFESSORE: - ... mi piacerebbe formare un bel gruppo teatrale. Vi aiuterebbe molto a stare insieme e a superare incomprensioni reciproche.
KATHLEEN: - A me sembra una bellissima idea.
PAT: - Anche a me!
DANNY: - E cosa potremmo mettere in scena? Vecchi con la parrucca e la barba, spade polverose e declamazioni senza fine?
PROFESSORE: - No, ragazzi, niente polvere. Avevo pensato a Hair: è un bellissimo musical americano, che ci parla di giovani ribelli, di pacifisti, di amori sfortunati e della guerra nel Vietnam. Ve l'ho mai detto che mio padre ha combattuto là? S?, mio padre è uno dei tanti irlandesi emigrati in America.
La voce gli si incrina per l'emozione. La classe è ammutolita.
PROFESSORE: - Per questo avevo pensato a Hair... Ma vi vedo cos? divisi, da un odio cieco e irragionevole... E allora perché non mettere in scena Romeo e Giulietta del nostro Shakespeare? No, niente parrucche, per carità, niente spade sguainate e rinfoderate, Danny, non temere: Romeo e Giulietta vivranno la loro tragedia ai nostri tempi, con i nostri abiti, le nostre musiche e i nostri sentimenti. E' una storia bellissima. Una città divisa da odi profondi e percorsa da bande di giovani armati. Lui giovanissimo, lei giovanissima, che s'incontrano e si innamorano, ma appartenenti alle due opposte fazioni che si fanno la guerra nella città sconvolta dall'orrore...
La voce svanisce.

13.
Sulla sinistra del palcoscenico la casa di Kathleen. Sulla destra la casa di Pat. Le due scene sono simultanee. E' di nuovo febbre del sabato sera. Ma questa sera è un sabato speciale. Al pub The Wolf ci sarà l'attesa gara di ballo.
La casa di Pat. Ci sono già anche Danny, Jim e Sean. Tutti fremono per andare alla festa che li attende.
SEAN: - Allora andiamo?
JIM: - (ridendo) Andiamo (non si muovono).
Maureen, la mamma di Pat, piuttosto elegante, si diverte a spazientirli.
MAUREEN: - Allora, il vero stew nazionale ha una ricetta complicatissima. Prendete 900 grammi di coscia e costolette di montone o d'agnello, 8 cipolle, 1 kg di patate, 0,6 - 0,9 di un litro d'acqua o brodo di montone, timo, prezzemolo, erba cipollina, sale e pepe...
La casa di Kathleen.
HELEN: - Sei pronta, Kathleen?
KATHLEEN: - (voce da fuori) Un momento. Sto arrivando!
La casa di Pat.
MAUREEN: - Facoltativi, 8 carote e 450 grammi di cavolo. Disossare la carne, ripulirla del grasso e tagliarla a pezzi. Pelare e tagliare le patate e le cipolle. Disporre uno strato di patate sul fondo di una pirofila, aggiungere le cipolle, le eventuali carote con il cavolo, timo, prezzemolo e la carne tagliata a pezzi. Salare e pepare...
DANNY: - Allora andiamo?
JIM: - (ridendo) Andiamo (nessuno si muove).
La casa di Kathleen. Entra il fratellino, tutto vestito a festa.
HELEN: - Vieni anche tu al pub?
TOMMY: - (spavaldo) E chi, senn??
La casa di Pat.
MAUREEN: - Ripetere l'operazione disponendo gli ingredienti a strati fino a quando la pirofila non è piena. Versare l'acqua e coprire con carta d'alluminio. Cuocere in forno a 120 gradi o lessare a fuoco lento per 2 ore, mescolando ogni tanto per evitare che lo stufato si attacchi al fondo.
SEAN: - Se non ci fosse lei, signora O' Connor, dove andrebbe a finire la nostra povera Irlanda?
La casa di Kathleen.
HELEN: - Kathleen! O scendi sùbito o Tommy ed io ce ne andiamo da soli!
TOMMY: - Non è mai pronta, la Regina di Saba!
KATHLEEN: - (apparendo all'improvviso, è bellissima e felice) Eccomi!
La casa di Pat.
PAT: - Allora andiamo?
DANNY: - La notte, fuori, è impaziente. Ci lasci andare ora, signora.
Dalle due case tutti i ragazzi sciamano contemporaneamente, in grande allegria, verso la festa che li attende.

14.
Al pub The Wolf. Questa sera è stato lasciato uno spazio considerevole, al centro, perché possa essere effettuata la gara di ballo. Il locale rigurgita di ragazzi, maschi, femmine, protestanti, cattolici, ricchi, poveri. Ce n'è per tutti i gusti e anche per qualche disgusto.
Ad un tavolo, con i nostri quattro amici.
DANNY: - Spostati, l? non mi siedo... Non mi ci metto sotto di lei (accenna al ritratto della regina Elisabetta)... Mi avvelenerebbe il bicchiere...
Ad un altro tavolo, con Helen, Kathleen e il fratello.
KATHLEEN: - Belfast, è un posto cos?, una città piena di segreti.
JIM: - (alla padrona del pub) Come sta, Old Mother Riley?
OLD MOTHER RILEY: - Non troppo bene, con tutto questo casino.
PADRONE: - Gli svaghi non le mancano. S'interessa moltissimo alla sua salute.
UNA VOCE: - British?
META' DELLA SALA: - Yeah!!
L'ALTRA META': - No, cazzo!!!!
Al tavolo di Kathleen arriva inattesa la zia, allegrissima.
DOROTHY: - Ciao, ragazzi! Ho fatto bene a venire?
TOMMY E KATHLEEN: - Zia!
DOROTHY: - Lo so, mi dorrà la testa per tutta la giornata, domani, ma pazienza. Non potevo lasciarvi soli in questa bolgia.
HELEN: - Siamo proprio contenti di vederla qui, signora.
DOROTHY: - E poi ho intenzione di divertirmi!... Sul serio!
PRIMO RAGAZZO: - Che differenza c'è tra le piogge acide e le scimmie?
SECONDO RAGAZZO: - Non saprei.
PRIMO RAGAZZO: - Le piogge acide fottono gli alberi, mentre le scimmie fottono sugli alberi!
Al tavolo di Kathleen.
DOROTHY: - Un bel giorno ho scoperto di essere irlandese.
TOMMY: - Ma se hai appena finito di dire che sei inglese!
DOROTHY: - Sono un' anglo - irlandese.
HELEN: - Oh santo Dio, che roba è?
DOROTHY: - (ridendo) Una protestante con un cavallo!
Al tavolo di Pat.
DANNY: - (parlando di un tizio ad un tavolo vicino) Ah! Quello venderebbe la Patria per un bicchiere di whiskey.
SEAN: - E poi alzerebbe le mani al cielo per ringraziare il Padreterno di avergli dato una Patria da vendere!
Non lontano, ad un tavolo, è seduto Ed con alcuni amici. Ha sentito tutto e ora raccoglie la provocazione.
ED: - Comunque, Dublino fa parte della Gran Bretagna, no? Come la Scozia o Gibilterra.
OLD MOTHER RILEY: - (pizzicottando scherzosamente Helen) Tutta plastica, cara mia. Più plastica di quella che ha sulla faccia Elizabeth Taylor... e più di quanta ne trovi negli hamburger di Mac Donald's!
TOMMY: - Tuo padre è molto ricco, Helen?
HELEN: - Perché?
TOMMY: - Voglio sposarti, da grande.
HELEN: - Ha messo più serrature alla sua porta di Fort Knox.
Al tavolo di Pat.
SEAN: - Slawncha! Salute! (Tutti bevono allegramente, anche Jim.)
DANNY: - (guardandolo ironicamente) Non gli ho mai sentito scappare una bestemmia; credo che non abbia mai preso una sbornia in vita sua: non sembra proprio un cristiano, si direbbe, dopo tutto.
JIM: - ( già un po' brillo) Sono più cristiano di te!
PRESENTATORE: - Gentili signore, signori, un attimo di attenzione, prego! E' arrivato il fatidico momento della gara di ballo, che tutti voi aspettate con ansia da due settimane. Come sanno certamente tutti i presenti, questa sera la finalissima vedrà di fronte, per l'assegnazione del titolo di campioni del nostro pub, due coppie. Le chiameremo, per comodità, la coppia rossa e la coppia verde! Ed ecco a voi la prima coppia in gara: la coppia verde!
Si presenta sulla scena la prima coppia, formata da Danny e una compagna. Uragano di applausi da parte dei cattolici. La coppia balla stupendamente.
(La coppia balla un brano degli U2, "Where the Streets have no name" o musica tradizionale irlandese.)
OLD MOTHER RILEY: - (asciugandosi una lacrima con il grembiule) Mi sento come se fossi la mamma di quel ragazzo.
PADRONE: - Ah, notevole!
OLD MOTHER RILEY: - Sarebbe ancor più notevole se mi sentissi suo padre!
La coppia termina tra gli applausi ritmati di gran parte del pubblico.
PRESENTATORE: - Ed ora ecco voi la seconda coppia in gara: la coppia rossa!
Si presenta in scena la seconda coppia, formata da Helen e da un compagno. Altro uragano di applausi, questa volta da parte dei protestanti. Anche questa coppia balla stupendamente.
( La coppia balla un brano non "irlandese", ad esempio quello della gara di ballo in "Pulp Fiction".)
Pat, che per tutta la sera è rimasto piuttosto silenzioso, si alza e si avvicina al tavolo di Kathleen.
PAT: - (abbandonando ogni timidezza) Non potremmo ballare anche noi, Kathleen? Vuoi?
Kathleen gli sorride e sta per rispondergli.
DOROTHY: - (intervenendo e imitando Hair) Lei ha una bella faccia tosta, giovanotto!
PAT: - (fiducioso) Siamo tutti dello stesso popolo, no?
ZIA: - Si vede che lei è giovane...
PRESENTATORE: - Gentili signore, signori, la nostra meravigliosa giuria sta votando e ...tra pochi istanti...sapremo il risultato... Ecco che mi portano il verdetto... Signore e signori, il primo premio è andato alla... (sospende la voce ad effetto)... coppia rossa!!!
Tripudio dei protestanti in sala. Proteste dei cattolici. Qualche mischia che si accende qua e là.
SEAN: - (al padrone, che sta passando accanto al tavolo) Questo è un dannato covo di orangisti!
PADRONE: - Io sono un repubblicano quanto e più di te!
SEAN: - Io ti chiamerei un repubblicano duro a morire, ma...(alludendo sarcasticamente alla sua mole e alla sua faccia bonaria)... molle a vivere!
Sean si avvia verso l'uscita, molti cattolici se ne sono già andati protestando, qualcuno rovesciando il tavolo e infrangendo i boccali di birra.
PADRONE: - Io credo nella libertà dell'Irlanda e che l'Inghilterra non ha diritto di stare qui. Ma quando sento i ribelli vantarsi che loro muoiono per il popolo mentre è il popolo che muore per loro! Con tutto il rispetto dovuto ai ribelli, io non ho nessuna voglia che muoiano per me...
Nel locale sono rimasti quasi soltanto i ragazzi protestanti, che stanno festeggiando Helen e il compagno. Kathleen ha fatto un passo verso Pat, che viene per? trascinato via dagli amici.
OLD MOTHR RILEY: - Se sei repubblicano ti fanno cantare Dio salvi la Regina e se sei lealista ti fanno cantare Il canto del soldato. E cantare non sarebbe niente, se poi non ti facessero ballare!
SEAN: - (uscendo) Slawn latt! Vaffanculo!
DANNY: - Viva la Repubblica!
PADRONE: - Viva il Manchester United!
Ora la sala è semivuota: un campo di battaglia.
OLD MOTHER RILEY: - Che Dio aiuti gli irlandesi. Se piove minestra, sono tutti fuori con la forchetta.

15.
Negli uffici della polizia, a West Belfast.
ISPETTORE: - (a un poliziotto) Sono di là?
POLIZIOTTO: - S?, ispettore.
ISPETTORE: - Falli passare.
Il poliziotto fa entrare nella stanza Sean e altri due o tre ragazzi, coinvolti nella rissa al pub.
ISPETTORE: - Mi chiamo Gerard O' Hara.
SEAN: - Lo so come si chiama.
ISPETTORE: - E sono un ispettore di polizia.
SEAN: - Lo so cos'è.
ISPETTORE: - Io non sono di Dublino.
SEAN: - Questo è un punto di merito per Dublino.
ISPETTORE: - (non raccogliendo la provocazione, bonario) Pu? darsi. Volevo solo farvi sapere che io sono nato qui, vivo qui e voglio morire qui. Il più tardi possibile e in santa pace.
SEAN: - Shedan Bahn Blocht!
ISPETTORE: - Cosa stai dicendo?
SEAN: - Ah, lei è nato in Irlanda ma non capisce l'irlandese? Vuol dire "la povera vecchia donna", ossia l'Irlanda, ispettore, la mia e la sua Patria.
UN RAGAZZO: - Gli irlandesi sono i neri d'Europa, gli abitanti di Belfast sono i neri dell'Irlanda e noi cattolici siamo i neri di Belfast!
ISPETTORE: - Ma ascoltatemi per un istante. Vedete, è una cosa molto pericolosa ascoltare. Se uno ascolta pu? anche darsi che rimanga convinto. Dobbiamo fare i conti anche col nostro passato. Esiste un passato, vero?, che non pu? essere dimenticato come se non fosse mai accaduto niente, al mondo.
SEAN: - Dateci il nostro futuro. Siamo stufi del vostro passato.
ISPETTORE: - Siete dei ribelli...
SEAN: - Certamente. E' giusto proprio quello che siamo.
Entra un poliziotto affannato.
POLIZIOTTO: - C'è l'IRA, signore... che sta facendo boom!
L'ispettore esce di corsa.
SEAN: - E ritorna ora a baciare il mio imperiale culo irlandese!
L'ispettore rientra.
ISPETTORE: - Bene. Adesso ho da fare. Riprenderemo questa conversazione un'altra volta. State attenti. Non cacciatevi nei guai. Vi teniamo gli occhi addosso, ricordate. A tutti quanti. Potete andare.
SEAN: - (sarcastico) Grazie mille, signore. E che Dio le conceda un posto in Paradiso.
ISPETTORE: - Altrettanto a te.SEAN: - (uscendo) E che glielo dia presto!

16.
Una sala per le prove nella scuola. I ragazzi sono sparpagliati qua e là: chi su una sedia, chi seduto per terra, chi appoggiato alle pareti. Hanno tutti in mano il copione di Romeo e Giulietta. Il professore fa anche le funzioni di regista ed è ora in piedi al centro della sala, intento a coordinare il lavoro. Non è la prima prova, evidentemente, e ci accorgiamo ben presto che come Giulietta è stata scelta Kathleen e come Romeo Pat. Forse proprio perché l'insegnante aveva piacere che a interpretare i due ruoli fossero due ragazzi di religione diversa. I due sono seduti l'uno vicino all'altra e seguono attentamente le parole dell'insegnante - regista.
PROFESSORE: - Bene, bene...questa è andata piuttosto bene... Ora proviamo la scena del balcone, per favore.
KATHLEEN: - Ma non sappiamo ancora la parte a memoria, professore!
PROFESSORE: - Non importa, Kathleen, non importa. Tu e Pat leggerete, poi vedremo.
Pat e Kathleen si alzano e si portano nel centro della sala.
PROFESSORE: - Soltanto...mettiamo qualcosa... che dia il senso... Cosa potremmo utilizzare?... Ecco! Prendete quello scaleo, cos?...bene...Giulietta: è il tuo balcone, d'accordo?
PAT: - Poco romantico...
PROFESSORE: - Poco romantico, s?, ma poi provvederemo... Piuttosto, Pat...non importa che indossiate i costumi...ma mettiti almeno lo spadino, cos? almeno ti abitui ad averlo addosso...per i movimenti...
PAT: - (allacciandosi una spada al fianco) Cos??
PROFESSORE: - Bravo! (Imitando Hair) Sembri uno vero! Ric?rdati, Pat, lei è una donna...
PAT: - Che tipo di donna?
PROFESSORE: - (sconcertato) Una donna femmina!
Tra il pubblico c'è chi ridacchia.
DANNY: - (un po' geloso) L'Immacolata Contraccezione!
PROFESSORE: - Siete pronti? S?? Siete innamorati pazzi l'uno dell'altra, ricordate, ed è notte. Tu, Romeo, hai preso il coraggio a due mani e di nascosto ti sei portato sotto le sue finestre. Ora, nascosto nell'ombra, la vedi venire al balcone e parlare nella notte. Pronti? Da O Romeo, Romeo! Perché sei Romeo?
(Musica: Francesco Landini, "Questa fanciulla, amor".)
GIULIETTA: - O Romeo, Romeo! Perché sei Romeo? Rinnega il padre tuo e rifiuta il tuo proprio nome. Ovvero, se proprio non vuoi, fa soltanto di legarmi a te con un giuramento d'amore, ed io non sar? più una Capuleti.
DANNY: - (maligno) I fratelli Marx hanno una sorella!
ROMEO: - (a parte) Debbo continuare ad ascoltare, o debbo rispondere a quel che ha detto?
GIULIETTA: - E' soltanto il tuo nome d essermi nemico: tu saresti sempre te stesso, anche se non fossi un Montecchi. Che pu? mai significar la parola "Montecchi"? non è una mano, non un piede, non un braccio, né un volto né alcun altra parte che s'appartenga a un uomo. Oh, sii qualche altro nome! Che cosa c'è in un nome? quel che noi chiamiamo col nome di rosa, anche se lo chiamassimo d'un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo. E cos? Romeo, pur se non fosse chiamato più Romeo, serberebbe pur sempre quella cara perfezione ch'egli possiede tuttavia senza quel nome. Rinunzia dunque al tuo nome, Romeo, e in cambio di quello, che pur non è alcuna parte di te, accogli tutta me stessa.
ROMEO: - (apparendo) Ti prendo in parola: chiamami soltanto amore, ed io sar? ribattezzato. D'ora in avanti non più sar? Romeo...
Man mano che Pat e Kathleen recitano la scena, tutti i ragazzi e il professore sembrano svanire nel nulla, ritirandosi nell'ombra. I due ragazzi sono ora soli, sotto il fascio di luce della luna. Kathleen è scesa dallo scaleo, Pat, si spoglia dello spadino. I due ragazzi si gettano l'uno nelle braccia dell'altra.

17.
La camera di Kathleen, senza soluzione di continuità.
PAT: - (usando ancora un linguaggio a metà strada fra quello teatrale e quello realistico, quotidiano) Amore di bracconiere o amore di principe, che importa?, quando sentirai le mie due mani distese intorno alla tua giovane vita, e le mie labbra che strizzano baci sulle tue labbra... tanto che in quell'istante, vedi, provo una gran pietà per Nostro Signore costretto a starsene lassù, solo soletto, nel suo seggiolone d'oro...
L'abbraccia. I due ragazzi cadono sul letto e fanno all'amore. Nella strada, sotto la luna, nella notte, appare Jim.
JIM: - Buonanotte, giovani amanti. E se non riuscite a stare buoni, almeno state attenti.
(Canta loro una canzone: Danny Boy, malinconica e triste, come dev'essere.)
E' l'alba. La notte d'amore è trascorsa. I due ragazzi sono ancora allacciati.
PAT: - E tuo padre?
KATHLEEN: - Glielo diremo.
PAT: - E' protestante...
KATHLEEN: - (ridendo) S?, è protestante, per? è un uomo molto religioso!
PAT: - E odia i cattolici...
KATHLEEN: - S?, è piuttosto orangista, è vero, ma lo domeremo, Pat!
PAT: - Lo sei anche tu?
KATHLEEN: - (seria) No. No, da quando ti conosco.
PAT: - (ridendo) Nel 1916, quando c'era da combattere sul serio, si pu? sapere dov'eri tu?
KATHLEEN: - Non ero ancora nata.
PAT: - Sempre una scusa pronta! (Ridono insieme, sotto le coperte.)
KATHLEEN: - E i vostri difetti sono molto gravi?
PAT: - Una cosa spaventosa! Quando ci penso la notte, mi addormento sùbito! (Ridono di nuovo, ma si accorgono di essere troppo rumorosi e, per la prima volta, hanno paura.)
KATHLEEN: - Devi scappare, Pat.
PAT: - (baciandola ancora una volta) Scappo.
KATHLEEN: - (trattenendolo disperatamente) Quando ci rivedremo?
PAT: - Sempre, Kathleen. Anche in sogno.
KATHLEEN: - Domani a scuola.
PAT: - Domani a scuola.
KATHLEEN: - (alludendo con serietà) E poi domani notte..
PAT: - (serio) Domani notte.
KATHLEEN: - E cos? per tutta la vita...
PAT: - Finché morte non ci separi. ( Si mettono a ridere.) Senti, Kathleen, fra due mesi ci sono gli U2 a Dublino. Vuoi venire? I miei amici ed io andiamo. Stiamo per acquistare i biglietti.
KATHLEEN: - Oh, potessi venire anch'io!
PAT: - Vieni! Semplicemente: vieni! E' il mio anello di fidanzamento.

18.
Due mesi dopo. Dublino. Lansdowne Stadium. Gli U2 offrono a un pubblico di giovani impazziti il loro Pop Mart Tour. Tra il pubblico Pat, Kathleen, Sean, Danny, Jim e forse qualcun altro dei nostri amici di Belfast. La birra viene bevuta a fiumi.
JIM: - Dobbiamo trovare in tutti i modi il tempo di andare a Windmill Lane, a visitare gli studi degli U2.
SEAN: - E il Baggot Inn, a Lower Baggot Street, il locale dove hanno debuttato.
KATHLEEN: - E' la prima volta che vengo a Dublino!
PAT: - Ti è piaciuto il Dart?
KATHLEEN: - Cosa?!
PAT: - La metropolitana!
KATHLEEN: - S?, moltissimo!
JIM: - E gli Atha Cliath, i bus?
La risposta si perde nel frastuono. La musica degli U2 è stupenda.
PAT: - Sean, stai bevendo troppo!
SEAN: - (semiubriaco) E' vero, ho un sincero trasporto per il whiskey. Come il Duca di Edimburgo.
La musica degli U2.
Danny va a rompere le scatole ad una ragazza.
DANNY: - Ciao.
RAGAZZA: - Smamma. Li conosco i tipi come te.
DANNY: - Conosci tutto su di me ed io non so niente di te... Non so neppure se sei vergine.
RAGAZZA: - Come ti permetti! Tu, tu...
DANNY: - (serafico) Be', se non lo sei è un peccato contro Dio, ma se lo sei è un peccato contro i ragazzi. Quest'ultimo poi è il più importante, perché noi vediamo Dio cos? raramente. Comunque, se posso rimediare...
Fa appena in tempo a mettersi in salvo. La musica degli U2.
JIM: - (sta parlando con gli amici di una compagna di classe) Innocente! L'hai sentita parlare? Ci crederesti che sa tutto sui finocchi?
SEAN:- Certo! Non è mica stata cresciuta in America!
JIM: - Perché laggiù non ci sono?
DANNY: - Solo nella Polizia e nel senato. Per il resto, ovunque, naturalmente...
SEAN: - Non sono invece ammessi nell'Esercito. Hanno un regolamento...
JIM: - Peccato che non esista negli eserciti europei. Non ci sarebbero più guerre.
La musica degli U2: sempre più irresistibile.
Danny accosta un'altra ragazza. Questa sembra più disponibile. Danny, galante, le accende la sigaretta.
SECONDA RAGAZZA: - Che hai da offrire a una ragazza?
DANNY: - Non chiedermi di mostrarti che cosa ho da offrire a una ragazza. Vuoi farmi arrestare? Questo non è mica il Royal Court Theater, è il Teatro dell'Alchimia.
Anche questa volta è costretto a ritornare in gruppo. La musica degli U2.
DANNY: - Jim, ti piace quella ragazza là?
JIM: - Quale?
DANNY: - Quella con una faccia come un piatto di peccati mortali!
JIM: - (scherzoso) La più virtuosa e onesta fra le donne, ragazzo.
DANNY: - E si capisce...
La musica degli U2. Sean è proprio partito e si lascia andare, senza saper frenare la lingua.
SEAN: - S?...una durex...una bomba durex...s?...semplice...acido solforico in un tubo di cera...è cos? che si fa...si versa la cera in un preservativo e lo si mette in una busta che contiene sodio clorato...si trova nei diserbanti...poi si mette la busta dietro un radiatore, rompendo la cera...in pochi minuti l'acido corrode la gomma...si mescola con il sodio clorato... e oplà! ...
DANNY: - (per farlo smettere, dato che sta diventando imbarazzante) Di nuovo una Nazione! Di nuovo un'erezione! Di nuovo una Nazione! Di nuovo un'erezione!
Gli altri si uniscono allegramente al coro.
PAT: - (mentre gli altri non possono udire, distratti dalla musica) Jim! Jim!
JIM: - S??
PAT: - Jim...Kathleen aspetta un bambino!
JIM: - Un bambino?
KATHLEEN: - Ne sono sicura, Jim.
JIM: - (confuso) Sono...felice...sono felice per voi, amici miei...
PAT: - Non lo dire ancora agli altri, Jim.
JIM: - No, no... Ma cosa farete?
KATHLEEN: - Ci sposeremo.
PAT: - In chiesa. Da padre Flanagan. Glielo abbiamo già detto.
Jim li abbraccia tutti e due, commosso.
La musica degli U2: trascinante. Ma non sono più ragazzi, ora.
JIM: - Un bambino!...La prossima volta, ann?dati l'uccello, Pat!

19.
Un campo da tennis in un elegante club privato. Sono in campo Helen e Kathleen, che si muove poco e appare svogliata e affaticata.
HELEN: - Come ti impegni poco, Kathleen! Dopo tutto quello che ho fatto per te, mentendo con tuo padre, facendo credere che passavi la notte a casa mia, mentre te ne andavi a Dublino con quel branco di...
KATHLEEN: - Non parlare cos?, Helen!
HELEN: - Perché no?
KATHLEEN: - Siamo tutti irlandesi.
HELEN: - (acida) Tutti hanno una nazionalità. Per gli irlandesi e gli ebrei è una fissazione.
Kathleen smette di giocare.
KATHLEEN: - Sono stanca, scusami.
HELEN: - Lo vedi sempre, quello?
KATHLEEN: - Pat? S?.
HELEN: - Ma come è possibile? Tu...
KATHLEEN: - Non ce la fai a capire?
HELEN: - (sempre acida) L'unico che ti pu? capire è Quello del Piano di Sopra!
Kathleen non si sente bene.
KATHLEEN: - Helen, aspetto un bambino.
HELEN: - (inorridita) Da quello?!

20.
La chiesa di padre Flanagan. Non proprio nella navata centrale, ma in una piccola cappella appartata. Ci sono già tutti in attesa della sposa: Pat, Jim, Sean, Danny e, naturalmente, la mamma di Pat. Vicino all'altare Pat e Jim, che farà da testimone per lo sposo.
PAT: - (per nascondere l'emozione) Come ti sei conciato? Sembri uno straccione ripulito!
JIM: - (ridendo) E tu, allora? Sei vestito come un supplemento domenicale!
Entra padre Flanagan, in attesa della sposa.
PADRE FLANAGAN: - Benvenuto nel mondo degli adulti, Pat!
(Scoppia la marcia nuziale di Mendelssohn.)

Entra dal fondo Kathleen: è molto bella e molto pallida. E' al braccio della zia. Non si vedono né il padre né il fratello né Helen: e naturalmente non sono presenti nemmeno i ragazzi protestanti, come ad esempio Ed. La cerimonia è brevissima. Noi non sentiamo niente, tutto è sommerso dalla musica. Quando riemerge la voce del prete, afferriamo le ultime parole.
PADRE FLANAGAN: - ...io vi dichiaro marito e moglie.
I due ragazzi si baciano. Poi escono in mezzo agli amici, che gridano i loro auguri e lanciano chicchi di riso:
Salute!
Terra senza tasse!
Alla donna del tuo cuore!
Un figlio all'anno!
Un cuore coraggioso!
Il becco sempre umido!
Una morte in Irlanda!
Allegria e commozione. I due ragazzi fuggono in mezzo agli spettatori in sala, che lanciano a loro volta allegramente chicchi di riso.
(La musica del "Gloria" di Vivaldi sommerge tutto e tutti.)

FINE DEL PRIMO TEMPO.

SECONDO TEMPO.

21.
E' notte. Sean, nella sua cameretta, ha un incubo: uno degli incubi ricorrenti nelle sue notti. Si rivede al riformatorio, qualche anno prima, dopo la sua prima condanna: una condanna clemente solo per la sua giovane età.
(Musica: Ennio Morricone, "Sean, Sean, Sean", dal film "Giù la testa".)
SEAN: - (agitandosi nel sonno) "Freedom is a state of mind"... c'era scritto cos?, sul muro della cella...
Parla nel sonno.
SEAN: - Bobby...Bobby Sands... parlami ancora...
L'immagine di Bobby Sands che parla in gaelico ai compagni delle celle accanto alla sua, esortandoli a resistere.
SEAN: - (parlando nel sonno) ...Ric?rdati... c'è solo una cosa...più spregevole di un secondino...il direttore del carcere...
Sean continua ad agitarsi e a sognare.
VOCE: - Bene, ragazzi, adesso diciamo il rosario. Chi recita il Primo Mistero?
UNO: - Io!
VOCE: - E il Secondo?
SEAN: - Io...
VOCE: - Stasera reciteremo i Misteri Dolorosi.
UNO: - Nel primo Mistero Doloroso si contempla...
VOCI: - Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te...
Sean si sveglia di colpo, angosciato e madido di sudore.
SEAN: - L'avrei seguito all'inferno, se me l'avesse chiesto. E forse l'ho fatto.

22.
La grande serata dell'incontro dilettantistico di pugilato. Il ring. Tanta gente: spettatori eccitatissimi. Tra il pubblico, in prima fila, Pat e Kathleen, abbracciati, Danny, la madre di Pat e tanti altri. Manca Sean.
MAUREEN: - ( a Kathleen, festosa) Bella, come i sette peccati capitali!
Arriva la zia, festante, un attimo prima che i pugili facciano il loro ingresso.
DANNY: - Mi meraviglio di lei!
La zia sorride e si mette a sedere insieme ai cattolici. I due pugili: da una parte il cattolico Jim e dall'altra il protestante Ed. Salgono sul ring. Il tifo. L'incontro ha inizio. Jim sembra nettamente superiore.
MAUREEN: - (alludendo ad Ed, che non sa come schivare i colpi) Si contorce come una strada del Kerry!
ZIA: - Me lo dica apertamente: non le pare che tutti gli irlandesi siano mezzo pazzi?
MAUREEN: - No, considero pazzi soltanto una metà degli irlandesi! (Ridono insieme come due vecchie amiche.)
Il combattimento continua, sempre più favorevole a Jim.
ZIA: - (alludendo al povero Ed) Ha la faccia come il culo di un folle!
DANNY: - (divertito) Mi meraviglio di lei, signora!
ZIA: - E' la seconda volta, stasera.
Il combattimento termina con la vittoria di Jim, portato in trionfo dai suoi.

23.
Negli uffici della polizia.
POLIZIOTTO: - Ispettore, c'è una chiamata per lei.
ISPETTORE: - Chi è?
POLIZIOTTO: - Non ha voluto dire il suo nome.
ISPETTORE: - Da' a me.
Afferra il telefono, di malumore.
ISPETTORE: - Pronto?
VOCE: - Parlo con l'ispettore O' Hara?
ISPETTORE: - S?.
VOCE: - Gerard O'Hara?
ISPETTORE: - (impaziente) S?. Chi parla?
VOCE: - Non ha alcuna importanza... Mi ascolti... Mi ascolti bene... Ci sarà un attentato...
La voce si perde in un bisbiglio. Noi non udiamo più niente. Alla fine riemerge la voce dell'ispettore.
ISPETTORE: - Perché fa questo?
VOCE: - Amore è tutto ci? che si pu? ancora tradire...
La telefonata s'interrompe di colpo. L'ispettore guarda perplesso la cornetta, poi la rimette a posto lentamente.

24.
In casa di Kathleen. La ragazza ha deciso di dire tutto al padre.
KATHLEEN: - Lane, è in casa papà?
LANE: - Come sempre, signorina.
KATHLEEN: - Grazie, Lane, èccolo infatti. Puoi andare.
LANE: - Posso o devo, signorina?
KATHLEEN: - Questa volta devi, Lane.
Lane si allontana.
KATHLEEN: - Posso parlarti?
PADRE: - Cosa c'è?
KATHLEEN: - Sono incinta, papà.
Il padre rimane silenzioso, sconvolto.
PADRE: - E chi è, lui?
KATHLEEN: - Non lo conosci.
PADRE: - (dopo un lungo silenzio) E' dei nostri?
KATHLEEN: - (aggressiva) Cosa intendi, papà?
PADRE: - Lo sai bene cosa intendo. Io vado a bere il mio tè al Kelly' Cellars, il più vecchio pub di Belfast. Risale al diciassettesimo secolo, se lo hai dimenticato.
KATHLEEN: - Pu? darsi. Ma non ho dimenticato che, a Belfast, ci sono anche, dal 1851, i famosi cantieri navali Harland and Wolff, di cui tu possiedi parecchie azioni. In quei cantieri, di tremila operai, soltanto 225 sono cattolici.
PADRE: - Ti proibisco di parlarmi di me. (Una lunga pausa di tensione.) E questo che c'entra con il tuo...?Ah, capisco: è un cattolico.
KATHLEEN: - S?, è un cattolico.
PADRE: - Uno di quelli che ci fanno la guerra.
KATHLEEN: - Ci fanno la guerra perché in Irlanda ci sono gli inglesi.
PADRE: - (sbottando) E tutti gli irlandesi che ci sono a Londra, allora? Sono migliaia e nessuno gli fa niente.
KATHLEEN: - Non è la stessa cosa, papà.
PADRE: - Li conosco, oh, se li conosco! Invece di sgranare il rosario, sgranano pallottole. Le loro avemarie e paternostri sono bombe che scoppiano e crepitio di mitragliatrici. La benzina è la loro acquasanta. La loro Messa è incendiare una casa, il loro Deprofundis è Il canto del soldato e il loro Credo è: Credo nel fucile onnipotente, creatore del cielo e della terra...
KATHLEEN: - (urlando e interrompendolo per la prima volta in vita sua) Quando in Irlanda c'è stata la carestia e per la strada c'era la gente che moriva come le lucertole, la vostra regina - Vittoria, si chiamava - ha fatto un'offerta di cinque sterline. E poi, tanto perché non si pensasse male e non la prendessero per un ribelle, o roba del genere, ha mandato con lo stesso giro di posta cinque sterline anche a un ospizio per cani. E adesso dimmi che cosa te ne pare!
PADRE: - Esci di qui! Vattene!
Entra la zia, sconvolta, richiamata dalle grida.
PADRE: - Vattene! Non sopporto la tua vista!
Kathleen fugge piangendo.
ZIA: - Come sei meschino ed egoista.
PADRE: - Io non sono meschino! E neanche egoista!
ZIA: - Oh, ti sottovaluti.
PADRE: - Io voglio soltanto che in questa casa ci sia un po' di rispetto per le forme, per l'ordine e per come è sempre vissuto il mondo!
ZIA: - (andandosene) L'ordine! Non t'illudere di ripristinare l'ordine antico... perché l'ordine antico non c'è mai stato!

25.
Le prime ore della notte. Una stradina di West Belfast. Entra furtivamente Sean, con una borsa. Avanza cauto, strusciando lungo le case.
ISPETTORE: - (comparendo improvvisamente, con alcuni agenti) Alto là! Férmati! Polizia!
Sean non si ferma affatto, dopo un attimo di smarrimento. Si mette a correre, tentando disperatamente di mettersi in salvo.
ISPETTORE: - Polizia! Férmati!
Un agente spara senza avere avuto l'ordine. Uno, due colpi. Sean cade.
(Musica: Ennio Morricone, "Sean, Sean, Sean".)
ISPETTORE: - (all'agente) Che fai, imbecille?!
Corrono tutti accanto al corpo disteso per terra. La borsa è rotolata a pochi passi di distanza. Sean sta agonizzando.
VOCI: - (da fuori) Che succede? Che sta succedendo? Hanno sparato! La polizia! Hanno preso uno dell'IRA! No, è solo un ragazzo! Un ladruncolo! Che succede?
Tra i primi ad accorrere padre Flanagan e, casualmente, Danny, che non sa che si tratta di Sean.
SEAN: - (vedendo Danny) : - Mo chara, amico mio...
DANNY: - (disperato) Sean!
SEAN: - Mo chara... Mia madre mi regal? la vita 18 anni fa...E io la uccisi, nel parto...Bella riconoscenza da parte mia...Ora saldo il debito...
DANNY: - Non parlare cos?! Sta' zitto!
SEAN: - A chara, amico...voglio essere sepolto nel cimitero di Milltown, qui a West Belfast...vicino a Bobby... a Bobby Sands...promettimelo!...
DANNY: - Non parlare, Sean!
SEAN: - Go h -an mhaith...benissimo...sulla strada che da Falls Road porta al quartiere di Andersontown...promettimelo!...
Danny non risponde, piange, sorreggendogli la testa, perché respiri meglio. Padre Flanagan si avvicina per portare il conforto della religione.
PADRE FLANAGAN: - Sean...
SEAN: - S?, padre, tra poco mi do tutto a lei... Danny...
DANNY: - S??
SEAN: - Mo chara... Tiocfaidh àr là, il nostro giorno verrà... O?che mhaith, buona notte...
La voce è soltanto un filo, appena percettibile. Danny gli prende la mano e con quella gli fa il segno della croce. Sean reclina il capo.
PADRE FLANAGAN: - Che san Patrick abbia la sua anima!
L'ispettore raccoglie in silenzio la borsa e ne controlla il contenuto con un'occhiata.
DANNY: - (guardandolo con odio) La morte è una vecchia burlona, ma fa visita a tutti!
Raccoglie il fazzoletto verde e arancione di Sean e si allontana in silenzio, lentamente, sconvolto, impietrito.
PASSANTE OCCASIONALE: - (ad un altro accorso sul luogo) Dicono che fosse un feroce assassino!
DANNY: - (guardandolo fisso) E' un bel complimento!Bacia il fazzoletto e se ne va.

26.
La casa di Pat.
(Musica: "Exit" degli U2.)
PAT: - (entrando di corsa, affannato) Mamma! Mamma!
MAUREEN: - Che c'è? Che succede?
PAT: - Hanno ucciso Sean!
MAUREEN: - (inorridita) Noooo!
PAT: - La polizia.
MAUREEN: - Noooo!
PAT: - Presto! Mi hanno detto che devo mettermi in salvo.
MAUREEN: - Chi te l'ha detto?
PAT: - Non chiedere nulla. Non c'è tempo. Me lo ha detto chi me lo doveva dire.
La madre sta scarabocchiando qualcosa in un foglietto. Mette insieme alcune cose dentro una piccola valigia. La chiude in fretta. Prende un po' di soldi.
MAUREEN: - Tieni... per i primi bisogni... Questo è l'indirizzo... No, non dirmi nulla, non chiedere nulla...Sono amici...Ti aiuteranno loro...Nessuno ti troverà... Ci terremo in contatto...non so come...me lo diranno...Va'!
PAT: - Ma Kathleen?!...
MAUREEN: - Va'! Non c'è tempo! Ci penso io a Kathleen!
Si abbracciano, incapaci di distaccarsi. Poi Pat afferra la valigia e fugge.
MAUREEN: - (rivolgendosi direttamente agli spettatori) Voi sapete, signore e signori, che cos'è il convento di Nostra Signora della carità all'Asilo Maddalena, a Dublino? No? Dal nome di Maria Maddalena, naturalmente, la donna perduta che si è pentita dei suoi peccati in tempo per lavare i piedi di Gesù Cristo e asciugarli con i suoi capelli prima che venisse crocefisso. Alla fine del '96 l'hanno chiuso. Ha chiuso i battenti. E ora dove andranno le ragazze madri - come me - ad espiare i loro peccati invece che passare una vita sui ferri da stiro a vapore e nelle messe della cappella, dove il pavimento a mosaici di marmo brilla come una mela lucida? Allora eravamo quasi tutte adolescenti venute dalla campagna che avevano macchiato l'onore della famiglia; a volte vittime dell'incesto fatte sparire in tutta fretta a causa delle chiacchiere; a volte solo ragazze ribelli che non tornavano a casa la sera. Ragazze non proprio perbene - ora vecchie signore. Vecchie signore che perdono il loro unico figlio.
Cade in ginocchio e scoppia in lacrime.

27.
La casa di Kathleen. La zia , seduta, finge di leggere un giornale, per calmare l'ansia che la stringe.
KATHLEEN: - (entrando, con una grossa borsa da viaggio) Ciao, zia.
ZIA: - (angosciata) Dove vai, Kathleen?
KATHLEEN: - Da qualche parte. Qui non posso più stare.
Si abbracciano a lungo. Kathleen esce di corsa.
PADRE: - (entrando sùbito dopo) Era Kathleen?
ZIA: - S?.
PADRE: - Se n'è andata?
ZIA: - S?, se n'è andata.
Lunga pausa meditabonda.
PADRE: - Che vada all'inferno...
ZIA: - Non hai bisogno di dirglielo. Si sente già fra i dannati.
Penoso silenzio.
PADRE: - Dove dormirà?
ZIA: - Sulla paglia.
PADRE: - Sulla paglia?
ZIA: - S?, perché che c'è di strano, dormire sulla paglia. Nostro Signore non è forse nato l??
Il padre è incapace di rispondere, svuotato di energie.
ZIA: - (andandosene) Invecchi, Adrian, e tenti di farlo passare per un merito.
Entra Lane, sempre compito, imperturbabile.
LANE: - Signore, la cena è servita.
PADRE: - Non ho fame stasera, Lane.
LANE: - Lo sospettavo, signore.

28.
Al pub The Wolf. La consueta allegria. Molti tavoli sono occupati da giovani. Risate, grida, bevute, ordinazioni, bestemmie.
OLD MOTHER RILEY: - (ad un ragazzo seduto ad un tavolo) Sei figli a ventidue anni? Che bella famiglia cattolica!
VENTIDUENNE: - (offeso) Sono protestante.
OLD MOTHER RILEY: - (ridendo) Allora sei un maniaco sessuale!
Al tavolo vicino quattro ragazzi abbastanza ubriachi cantano a squarciagola.
UBRIACHI: - It's a long way to Tipperary, it's long way to go;
It's a long way to Tipperary, to th' sweetest girl I know!
Goodbye Piccadilly, farewell Leicester Square.
It's a long, long way to Tipperary, but my heart's right there!
PADRONE: - Ah, s?? Bene, ora basta, poppanti. A casa.
OLD MOTHER RILEY: - (ad un altro tavolo, raccogliendo le consumazioni) Il mio terzo marito fu colpito nei Dardanelli.
RAGAZZO: - (perplesso) Poveretto, è molto doloroso essere colpiti proprio là...
Entra l'ispettore e si dirige verso il tavolo dove sono, tristi e ubriachi, Danny e Jim. Danny ha il capo sul tavolo.
ISPETTORE: - (toccandogli la spalla) Ehi, ragazzo.
DANNY: - (alzando la testa) Cosa vuoi?
ISPETTORE: - Lo sai cosa voglio.
DANNY: - Io non so niente.
ISPETTORE: - Avanti, dimmelo, è per il suo bene.
DANNY: - Non so niente.
ISPETTORE: - Dov'è il tuo amico Pat?
DANNY: - (ubriaco, la testa gli ricade sul tavolo) Nel tuo culo di merda!
L'ispettore, sconsolato, non insiste.
ISPETTORE: - (passando vicino al tavolo dei ragazzi che cantavano It's a long way...) Questo è il guaio degli irlandesi: cantano alla prima occasione; gli chiedi di parlare, rifiutano.
Se ne va. Jim prende Danny sottobraccio e a fatica comincia a trascinarlo verso l'uscita. Se ne vanno anche loro. Ad un altro tavolo, alcuni ragazzi orangisti, tra cui Ed, torvo e accigliato.
ED: - (alludendo a Danny e a Jim) Quei figli di puttana di cattolici!
OLD MOTHER RILEY: - (che sta passando per caso vicino al suo tavolo, bonaria) Di dove sei, ragazzo?
ED: - Belfast.
OLD MOTHER RILEY: - (paziente, con il sorriso sulle labbra) S?, ma quale Belfast?
ED: - (che non capisce) Donegall Square.
OLD MOTHER RILEY: - (con un sospiro) Eh, s?, un po' lontano da dove sono nata io. Dove sono nata io, un giorno è arrivato un carro armato inglese ed ha aperto il fuoco contro le case.
ED: - (che non capisce) Sarà stata la guerra.
OLD MOTHER RILEY: - (seria) S?, era la guerra. (Pausa.) E sai contro chi?
ED: - (che continua a non capire) No.
OLD MOTHER RILEY: - Vecchi e donne, infermi e paralitici e mamme con i loro bambini.
ED: - E perché contro di loro?
OLD MOTHER RILEY: - Perché tutti quelli che potevano muoversi erano già scappati!
Ed e i suoi amici sono lividi.
ED: - (mentre paga le consumazioni, al padrone prontamente accorso) So bene che siete tutti dei papisti.
PADRONE: - Dei che?
ED: - Dei cattolici.
PADRONE: - Lei allora ci insulta.
Ed e i suoi amici abbandonano il locale, tra le risate i frizzi degli altri ragazzi.

29.
La povera mansarda dove vive ora Kathleen. Kathleen e la zia stanno mettendo a posto alcuni oggetti.
KATHLEEN: - Dove sarà ora Pat, zia?
ZIA: - (guardandola e cercando di essere allegra) Da qualche parte, al sicuro, non temere. Presto si farà vivo.
KATHLEEN: - Ho tanta paura. Anche per il bambino.
ZIA: - (sempre forzatamente allegra) Non piangere. Piangere è l'ultima risorsa delle donne brutte...ma la rovina di quelle belle!
Entra di corsa la mamma di Pat.
MAUREEN: - Dio vi benedica! La benedizione di Dio su questa casa! (Vedendo Kathleen in piedi) Per carità, Kathleen, Santissima Vergine! Non stare in piedi. Lo sai che, con la tua gravidanza difficile, non te lo puoi permettere!
Le due donne aiutano la ragazza a stendersi su un divano. Le mettono addosso una coperta.
ZIA: - (a Maureen, a voce molto bassa, in modo da non essere udita da Kathleen) Bisogna avvertire Pat. Sta molto male.
MAUREEN: - Va bene. Ma cosa possiamo fare?
Vengono interrotte da un gemito della ragazza, che si sta assopendo.
KATHLEEN: - Zia, papà...
ZIA: - S?, cara, càlmati. Lo avvertir?. Non è un uomo cattivo per essere solo un uomo.

30.
A scuola. Una riunione del gruppo teatrale. Tutti sono silenziosi e tristi. Mancano
naturalmente Sean, Pat e Kathleen. Il professore si aggira muto tra i ragazzi. Poi prende il coraggio a due mani e comincia a parlare, prima a voce molto bassa, incerto, poi man mano infervorandosi.
PROFESSORE: - Ragazzi...il nostro tentativo è fallito...il gruppo teatrale si scioglie...non abbiamo più con noi né... (la voce gli manca, non ha il coraggio di pronunciare i nomi degli assenti)... e non potremmo comunque andare avanti...Siamo le vittime di questa situazione assurda...di un confine che continua a dividere l'Irlanda dell'Inghilterra dall'Irlanda dell'Irlanda...Io sono un nazionalista legalista, lo sapete, non accetto la violenza. Eppure il laccio in cui sono impigliato rispecchia esattamente la difficoltà vissuta da tutti i nord - irlandesi nazionalisti legalisti... I nazionalisti legalisti si trovano costantemente spiazzati o sono costretti a diventarlo a causa di un conflitto, da una parte tra gli impegni nei confronti dei loro ideali culturali e politici che sono fondamentalmente centrati sull'Irlanda; e dall'altra rispetto al loro rifiuto di appoggiare l'Esercito Repubblicano Irlandese nel suo uso di mezzi violenti: un esercito che si serve di azioni atroci e preventive al fine di sostenere simili ideali politici e culturali...
E' combattuto da una grande tensione e dalla voglia di continuare a parlare ai ragazzi.
PROFESSORE: - Mio padre era uno di loro. Non ve l'ho mai detto, ma ora è morto. Per questo era fuggito in America e aveva combattuto in Vietnam: era ricercato dalla polizia. Poi, un giorno, è tornato in patria e sono nato io. "Quando sono tornato a Belfast - mi raccontava sempre - sono stato processato in contumacia da una corte marziale e condannato a morte in contumacia. Allora io ho mandato a dire che in contumacia potevano anche fucilarmi!"
Ride, per allentare la tensione, palpabile nel gruppo.
PROFESSORE: - Mi cantava sempre una canzone molto bella, che gli parlava del Vietnam lontano, dove stranamente aveva lasciato una parte di sé. Vorrei darvi l'addio con questa canzone.
(Canta The fields of Vietnam.)

31.
La mansarda. Kathleen sta molto male. Evidentemente una gravidanza extrauterina, improvvisa e inarrestabile. I dolori sono atroci. Kathleen si lamenta appena, con voce molto flebile. Accanto a lei la madre di Pat e la zia.
DOROTHY: - Speriamo che arrivi in tempo.
MAUREEN: - Non so se lo spero. Vorrei che non arrivasse mai.
I lamenti di Kathleen. Entra Pat: pallido e scapigliato, sembra incapace di fare un passo.
(Musica: "Danny Boy", la stessa canzone della prima notte d'amore.)
DOROTHY E MAUREEN: - (ad una voce) Pat!
PAT: - Come sta?
Le due donne non rispondono. Si guardano negli occhi, disperate. Pat avanza lentissimo verso il letto, con la paura di capire. Guarda Kathleen, le afferra una mano. Kathleen lo riconosce e gli sorride.
KATHLEEN: - (piano) Pat!
Le due donne si allontanano.
PAT: - (con le lacrime agli occhi) Come stai, Kathleen?
KATHLEEN: - Mi spiace... il bambino...
PAT: - Non importa, Kathleen... Come stai?
La bacia. Non udiamo la risposta.

32.
Negli uffici della polizia.
ISPETTORE: - (prendendo in mano la cornetta del telefono) Pronto?
VOCE: - Sono sempre io.
ISPETTORE: - (senza entusiasmo) S??
VOCE: - E' arrivato.
ISPETTORE: - Chi?
VOCE: - Il piccioncino.
ISPETTORE: - Dov'è?
VOCE: - Dove deve essere. Da lei. Dalla sua ragazza.
ISPETTORE: - Di già?!
VOCE: - In questo preciso istante.
ISPETTORE: - (dopo una pausa di sgomento) Che orrore aver bisogno di uno come lei...
VOCE: - (sarcastico) Cos? va il mondo...

33.
La mansarda di Kathleen. Dorothy e Maureen se ne sono andate. Pat ha voluto rimanere solo con il corpo di Kathleen.
PAT: - (abbraccia il corpo della ragazza e lo stringe disperatamente) Perché mi hai lasciato solo, Kathleen? Perché hai lasciato solo il tuo bambino?... Non ce la far? mai, da me, in questo mondo... La sera in cui Sean venne ucciso...Quella fu anche la notte in cui Dio mor? nella mia vita...Ed ora non risorge...Sono un bambino e sono solo... Io non ci sto in questo mondo senza di te, Kathleen...
Rumori da fuori. La casa viene circondata dalla polizia. Ordini concitati. Si sente un grido disperato della madre di Pat, evidentemente trattenuta a forza da un poliziotto.
ISPETTORE: - (voce da fuori, con un megafono) Polizia! Uscite fuori con le mani alzate!
Pat sembra non sentire nemmeno. Afferra la pistola, che ha portato con sé dal rifugio dove si era nascosto.
PAT: - (bacia le labbra della ragazza, che ha ancora tra le braccia) Ciao, Kathleen. Il tuo bambino viene a trovarti.
Si punta la pistola alla tempia e si spara. La pistola gli sfugge dalla mano. Pat si accascia su Kathleen. I due corpi l'uno sull'altro: esattamente come li abbiamo visti nel prologo.
(Musica: Sergej Prokofiev, "Romeo e Giulietta", come nel prologo, sulla stessa immagine.)
Da fuori, l'urlo disperato della madre.

34.
L'esterno della casa. E' come se tornassimo indietro di qualche istante. Con il linguaggio cinematografico: un controcampo. La polizia che trattiene i curiosi. L'ispettore con il megafono in mano. Lo sparo. La madre di Pat riesce a liberarsi del poliziotto che la sta trattenendo e si lancia urlando verso la casa.
MAUREEN: - Pat! Pat!
L'ispettore riesce ad afferrarla a volo e la trattiene con la forza, dolcemente, mentre la madre tenta di liberarsi a tutti i costi, graffiandolo, percuotendolo.
MAUREEN: - Pat! Pat!
ISPETTORE: - Non vada, signora, non vada là dentro, la prego.
MAUREEN: - Mi lasci! Pat!
Poi si abbandona tra le sue braccia, piangente, quasi pacificata, dopo la crisi isterica di pochi istanti prima.
MAUREEN: - Quando finirà tutto questo? QUANDO VERRA' LA FINE E VIVREMO IN PACE?!
L'ispettore la tiene fra le braccia e tenta di consolarla, anche se non è possibile.

35.
I funerali dei due ragazzi. Le salme di Pat e di Kathleen sono portate a spalla dagli amici, fino al cimitero. Ci sono tutti. Manca solo il padre di Kathleen. Sta piovendo. Ombrelli neri. Impermeabili.
( Gustav Mahler, I° Sinfonia, la marcia funebre del 3° movimento.)
PADRE FLANAGAN: - (sulla tomba dove sono stati calati i due corpi) Siamo tutti immersi nel fango, ma alcuni di noi guardano le stelle.
La madre di Pat e la zia di Kathleen gettano una manciata di terra sui corpi e poi si abbracciano.
PADRE FLANAGAN: - Terra alla terra, cenere alla cenere, polvere alla polvere...
Il fratello di Kathleen e Danny gettano una manciata di terra e finiscono con l'abbracciarsi.
E poi Ed e Jim: gettano una manciata di terra e si abbracciano...E poi Helen, che rimane sola...

EPILOGO.

Se ne sono andati tutti. E' notte fonda. Il cimitero è immerso nelle tenebre e nel silenzio. Solo il rumore della pioggia, fitta, sottile, insistente. Entra il padre di Kathleen. Rimane a lungo in raccoglimento davanti alla tomba, poi cade in ginocchio.
PADRE: - Perdonami, Kathleen...perdonami, Pat... perdonatemi... ero un cieco che vagava nelle tenebre...
Depone con delicatezza una rosa rossa, si rialza e rimane assorto in meditazione.
VOCE: - Getta uno sguardo freddo
sulla vita e sulla morte.
Cavaliere, prosegui il tuo cammino!
(William Butler Yeats)

Dal buio alle sue spalle spuntano a sorpresa due ragazzi, un ragazzino e una ragazzina. Corrono felici, dandosi la mano, verso gli spettatori. Sono i nuovi Romeo e Giulietta. Forse sta cessando di piovere. Guardate, in cielo è spuntata la luna...
(Musica: "The Spanish Lady", canzone folk irlandese, bellissima, allegra e ballabile. Su questa possono anche essere compiuti gli eventuali ringraziamenti per gli applausi del pubblico.)

FINE

PERSONAGGI

PATRICK O' CONNOR, detto Pat (Sereni)
KATHLEEN NUGENT (Scoles)
SEAN, amico di Pat (Pisanini)
DANNY, amico di Pat (Innamorati)
JIM, amico di Pat (Stefano)
HELEN, amica di Kathleen (Mara)
THOMAS, detto Tommy, fratello di Kathleen (Donnarumma)
EDWARD, detto Ed (Giani)
MAUREEN O' CONNOR, la madre di Pat (Nesi)
DOROTHY, la zia di Kathleen (Elena)
ADRIAN NUGENT, il padre di Kathleen (Degl'Innocenti)
LIAM, padrone di un pub (Gentili)
OLD MOTHER RILEY, sua moglie (Laura)
Mr O' CASEY, insegnante e regista teatrale (Mazzantini)
GERARD O' HARA, ispettore di polizia (Fioravanti)
Padre MARTIN FLANAGAN (Quaglierini)
LANE, maggiordomo in casa Nugent (Granato)
Uomo dell'IRA (Pavanello)

Ragazzi, ragazze, insegnanti, poliziotti eccetera.

Apparizioni in video:
gli U2
Bobby Sands

UN OMAGGIO

(con citazioni)

a scrittori irlandesi:
Samuel Beckett
Brendan Behan
Seamus Heaney
James Joyce
Pàdraig Mac Piarais
Sean O'Casey
Joseph O' Connor
Bobby Sands
George Bernard Shaw
John M. Synge
Oscar Wilde
William Butler Yeats

e a scrittori non irlandesi:
Heinrich Boll ("Diario d'Irlanda")
Raymond Queneau ("Troppo buoni con le donne")
William Shakespeare ("Romeo e Giulietta")

senza dimenticare film che, d'irlandese, hanno poco o semplicemente tutto
(citati in odine sparso, per naturale accumulo):
"Un uomo tranquillo" di John Ford
"Il campo" di Jim Sheridan
"La moglie del soldato" di Neil Jordan
"Il fuggiasco" di Carol Reed
"I fratelli McMullen" di Edward Burns
"L'ombra del diavolo" di Alan J. Pakula
"Nel nome del padre" di Jim Sheridan
"The Dead" di John Huston
"Michael Collins" di Neil Jordan
"Il magnifico irlandese" di John Ford e Jack Cardiff
"Barry Lyndon" di Stanley Kubrick
"Giù la testa" di Sergio Leone
"L'irlandese" di Robert Knights
"Il traditore" di John Ford
"The Commitments" di Alan Parker
"The Snappers" di Stephen Frears
"La figlia di Ryan" di David Lean
"Cuori ribelli" di Ron Howard
"The Van" di Stephen Frears
"Una scelta d'amore" di Terry George
"Un sogno senza confini" di Peter Yates...

(Terminato il 24 agosto 1997. A.P.)

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