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Talianu

Wittgenstein

(segnalato al Premio Riccione del Cinquantenario - 1997)

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"I'll teach you differences"
(Ti insegnerò le differenze)
Il conte di Kent (Re Lear,atto I, scena IV)

 

 

"Avrei preferito che questo testo lo scrivesse
Alan Bennett. O almeno Harold Pinter."
Ludwig Wittgenstein

LUDWIG

Attenzione, prego, dissolvenza d'apertura su di me, fino ad un bel primo piano prolungato, mentre leggo questa mia lettera all'amico americano.

(Leggendo)

"Caro Norman,

il mio nuovo indirizzo è Rosro Cottage, Renvyle P.O., Connemara, Galway, EIRE. Se tu dovessi venire a trovarmi, raggiungi per prima cosa Letterfrack, cittadina molto simpatica posta ai piedi del monte Diamond, fondata dai quaccheri. A sud-est di Letterfrack si stende il Connemara National Park, ma io te lo voglio ripetere nella bellissima lingua locale: Pairc Naisiunta Chonamara. Pensa, è una riserva ecologica di più di duemila ettari. Da Letterfrack devi biforcare a sinistra, verso nord-ovest, e allora scoprirai la penisola di Renvyle, il mio regno. Sulla costa, battuta dalle onde dell'Atlantico, potresti anche capitare alla vecchia casa d'Oliver St. John Gogarty, l'amico di Joyce, che ha pubblicato un libro spiritosissimo sulla Dublino degli anni Venti, As I was going down Sackville Street. Come vedi, parlo e scrivo come un'autentica Guide Bleu per turisti di lusso."

Carrellata all'indietro, lentissima, in modo da scoprire progressivamente il magnifico paesaggio.

(Ora si rivolge direttamente agli spettatori)

Conosco Rosro e il cottage di Connemara dal 1938. Vi ho trascorso un periodo di vacanza con Francis Skinner e Maurice Drury. Sorge davanti al mare all'imbocco del porto di Killary in una zona dominata da una catena montuosa: è una catena molto particolare, con vette estremamente appuntite e nota con il soprannome di "I dodici spilli". Il cottage originariamente era un posto della guardia costiera, ma dopo la prima guerra mondiale è stato abbandonato. Per questo nei primi anni Venti è rimasto in stato di abbandono. Poi ha ricominciato ad utilizzarlo l'IRA per nascondervi i prigionieri. Sembra fatto apposta per i terroristi. Nel '27 lo ha acquistato Miles Drury, il fratello di Maurice, che ne ha fatto una residenza per le vacanze. Nei dintorni - lo vedete - sorge qualche altro cottage. Ma negozi, ufficio postale e altri servizi si trovano a miglia di distanza. Il posto presenta notevoli svantaggi, grazie al Cielo.

(Sembra andarsene. Ma torna indietro e si rivolge ancora agli spettatori.)

E questo vi serva da scenografia per tutto quanto lo spettacolo!

2

LUDWIG

Appena arrivato qui, me lo vidi davanti all'improvviso e non sapevo che era il pescatore incaricato dai miei ospiti di badare a me.

(Si rivolge ad un giovane pescatore del luogo.)

Lei come si chiama?

TOMMY

Thomas Mulkerrins, signore. Ma mi chiami pure Tommy. La gente di Killary mi chiama così.

LUDWIG

Dove vive?

TOMMY

A circa mezzo miglio da Rosro. Il nostro cottage è molto piccolo. Sono al servizio della famiglia Drury da tanto tempo. Bado al cottage, quando loro non ci sono.

LUDWIG

E quanto percepisce per questo suo lavoro?

TOMMY

Tre sterline, signore. Un reddito misero, lei dirà: ma lo integro raccogliendo torba e pescando maccarelli. Mi hanno detto di badare a lei. Tutte le mattine, mi farò la mia passeggiata a Rosro e verrò a portarle latte e torba. E a controllare che tutto sia a posto.

LUDWIG (al pubblico)

E' molto simpatico e senza dubbio mi farà miglior compagnia di tutti i dannati filosofi di questo mondo.

TOMMY

Mi hanno informato che lei sta uscendo da un esaurimento nervoso e mi hanno pregato di fare il possibile per aiutarla.

LUDWIG (al pubblico)

Ma poi li ho conosciuti, i componenti della famiglia Mulkerrins. Sono tutti degli scansafatiche! La madre è una brava rammendatrice: eppure se ne va in giro tutta stracciata come una mendicante. Lo stesso Tommy! E' di sicuro un abile carpentiere. Ma non è riuscito a riparare una sola gamba delle sedie del mio cottage. Mi contraddico? Ebbene, sì, mi contraddico.

TOMMY

Lei sa come si raccoglie la torba?

LUDWIG

E lei sa di essere la persona dalla quale debbo dipendere in tutto e per tutto, in un posto come questo?

TOMMY

Sì signore.

LUDWIG (al pubblico)

Inaffidabile.

3

"Se un leone potesse parlare noi non potremmo capirlo."

4

RAGAZZO

Come ti chiami?

(Ludwig non risponde.)

RAGAZZO

Non vuoi dirmi il tuo nome?

(Ludwig tace.)

RAGAZZO

Anche un nome inventato. Fa lo stesso. Un nome qualsiasi. Non importa che sia il tuo vero nome.

(Ludwig tace.)

RAGAZZO

Io mi chiamo Peter.

(Ludwig tace.)

RAGAZZO

Ma non è il mio vero nome. Il mio vero nome è... Ma a me piace molto più Peter.

(Ludwig tace. Il ragazzo comincia a spogliarsi, guardandolo e tacendo a sua volta. E' molto bello e anche Ludwig lo guarda.)

5

(Ludwig e David al piano eseguono alcuni lieder di Schumann e di Schubert. David suona, Ludwig fischietta perfettamente il motivo musicale dall'inizio alla fine, con intonazione e grazia straordinarie.)

LUDWIG

E qui ci sarebbe voluto un bell'occhio di bue, solo per noi, solo per me. Ma fa niente, regista, fa niente...Ah, c'è? C'è davvero?! Possiamo ripetere la scena?

6

LUDWIG

Di che cosa possiamo parlare, noi, oggi? Di suicidio. Questa è la vita, questa è la morte. Niente di più desiderabile. Se io sapessi che esiste un bottone, premendo il quale il mio corpo si dissolverebbe dolcemente nel Nulla, bene, lo premerei. Ci sono più colpe in cielo e in terra di quante non sogni la vostra filosofia, cari filosofi di Cambridge. Il Nulla: è già qualcosa.

7

LUDWIG

Come si chiama la famiglia che abita laggiù, in quel cottage?

TOMMY

Chi? I Mortimer? Sa cosa pensano di lei? Che sia completamente pazzo.

LUDWIG

Ah, sì?

TOMMY

E non vogliono aver nulla a che spartire con lei, signore.

LUDWIG

Davvero?

TOMMY

Non vogliono nemmeno che lei attraversi i loro possedimenti perché, dicono, spaventa le pecore.

LUDWIG (imperturbabile)

Allora, se vorrò fare una passeggiata sulle colline alle spalle di Rosro, sarò costretto a una lunga e tortuosa deviazione.

8

"L'humour non è una disposizione dell'animo, bensì una visione del mondo. Perciò, se è giusto dire che nella Germania nazista l'humour era stato estirpato, ciò non significa che la gente non fosse di buon umore, ma qualcosa di molto più profondo e importante."

9

LUDWIG

No.

(Rivolgendosi agli spettatori.)

Cominciò così, una sera. Non ricordo se nel mio appartamento o nel suo.

(Si guarda intorno, disgustato.)

No, nel mio. Il suo era troppo bello, troppo elegante, troppo spazioso. Troppi mobili, troppi tappeti, troppo tutto. Russell era una celebrità, tutta Cambridge l'adorava. E anch'io l'adoravo, a modo mio.

(Urla indignato in direzione di Russell.)

No!

RUSSELL

Non sono assolutamente disposto ad accettare la tua affermazione per cui sarebbe priva di significato qualsiasi asserzione sul mondo: sul mondo come realtà totale, sul mondo come totalità.

LUDWIG

No.

RUSSELL

Ma Ludwig! Considera questa affermazione: "Ci sono almeno tre cose al mondo". Questa affermazione è vera. E' vera e anche dotata di senso. Non ti pare?

LUDWIG

No.

RUSSELL

Perché no?!

LUDWIG

Semplicemente no.

RUSSELL

Esasperante. Maledico dieci volte alla settimana il giorno in cui ti ho fatto venire a Cambridge. Stammi a sentire, Ludwig. Ecco, prendo questo foglio completamente bianco e vi faccio tre macchie d'inchiostro. Ora ti prego. Io, Russell, ti prego in ginocchio, ti scongiuro, Ludwig, ammettilo: ci sono tre macchie d'inchiostro su questo foglio.

LUDWIG

Sì, ci sono.

RUSSELL

Bene. Allora vorrai ammettere che, essendoci queste tre macchie, ci devono essere almeno tre cose al mondo.

LUDWIG

No, no e no. Ci sono tre no.

RUSSELL (cercando di non perdere la calma)

Perché no?

LUDWIG

Ammetto che ci sono tre macchie d'inchiostro su questo foglio bianco. Questa è un'asserzione finita. Punto e basta. Ma non sono affatto disposto ad ammettere che si possa dire qualcosa di sensato, di fondato e di vero in relazione alla totalità del mondo. Ecco tutto.

TOMMY(che ha assistito a tutta la scena, incuriosito)

E come è andata a finire?

LUDWIG

Non lo so. Non ascolto mai gli altri, oltre un certo limite.

10

(Ludwig passeggia sulle colline. Si arresta all'improvviso. Traccia una figura nella polvere, una lepre?, un'anatra?, servendosi del bastone da passeggio. Rimane a lungo immobile e assorto a contemplarla prima di riprendere il cammino.)

11

LUDWIG (descrivendo la foto alle sue spalle)

Ecco, quello sono io. Felice. Sto ridendo. Non so perché. Non ricordo. Sono in Francia. E' il 1936. La foto è stata scattata da Gilbert Pattison. Un battello. Un fiume. Il mare. Non so. Non ricordo. Sono abbronzato. Stavo già lavorando alla prima parte delle mie Ricerche filosofiche. Ho l'aria felice. Non so perché. E non so nemmeno cosa sto guardando, dove sto guardando. Posso solo dire che sono Ludwig Wittgenstein e che mi trovo in Francia nel 1936. Apparentemente felice.

12

LUDWIG

Ero in compagnia di Drury e non importa che sappiate o no chi è. Un amico. Ero in compagnia di Drury, un giorno, e facevamo una passeggiata proprio per questi paraggi, quando abbiamo incontrato una bambina, seduta tutta sola davanti ad un cottage.

DRURY

Avrà avuto cinque anni. Circa cinque anni. E Ludwig mi sorprese, come sempre.

(I due amici passano davanti ad una bambina, accoccolata per terra, intenta a qualche gioco.)

LUDWIG

Drury, guardami l'espressione che c'è su quel volto di bimba.

(Drury è molto sorpreso.)

LUDWIG

Drury, ti prego!

(Drury è colpito dal tono d'implorazione dell'amico.)

LUDWIG

Tu non fai abbastanza attenzione alla faccia della gente.

DRURY

E' una mancanza?

LUDWIG

E' un peccato mortale.

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"Non consentire che il dolore t'infastidisca. Tu dovresti lasciarlo entrare nel tuo cuore e nemmeno la follia temere. Forse viene come amica e non come nemica, e solo la tua resistenza è il male. Lascia entrare il dolore nel tuo cuore, non chiudergli la porta . Se resta fuori dalla porta nell'intelletto è temibile, ma nel cuore non lo è."

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(Notte. Latrati insistenti di cane, in lontananza, nel buio. I latrati continuano a lungo.)

LUDWIG (iroso)

Basta! Non ne posso più! Basta! Non riesco a pensare, non riesco a concentrarmi! Basta! Uccidetela, quella bestiaccia! Uccidetela! Bastardi dei Mortimer!

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LUDWIG (leggendo)

"Le sarò molto grato se vorrà farmi l'onore di una visita... Probabilmente tra pochi giorni sarò in grado di lasciare l'ospedale per far ritorno sul campo di battaglia. Prima di prendere questa decisione mi sarebbe veramente gradito parlare con lei. Suo dolorosamente, Georg Trakl. Dal reparto psichiatrico dell'ospedale militare austriaco in Cracovia."

(Rivolgendosi agli spettatori.)

Come sarei stato felice di conoscerlo, data anche la gentaglia con la quale ero costretto a passare le mie giornate di soldato. Quando ero ritornato a Cracovia, in licenza, avevo sperato di poterlo incontrare...

TRAKL ( disteso sul letto del cottage di Rosro)

Ma sono qui.

LUDWIG

Ero molto ansioso di poter incontrare Trakl. Lo speravo davvero. Sentivo la mancanza di qualcuno col quale confidarmi un po'.

TRAKL

Sono qui.

LUDWIG

Dove? Non ti vedo.

TRAKL

Qui.

LUDWIG

Ho sempre sperato di conoscerti, fratello. Sei il mio fratellino maggiore. Mancano ancora due mesi ai tuoi pieni ventotto anni. Quante volte hai tentato il suicidio?

TRAKL

Non più di te.

LUDWIG

No, non più di me. Come stai?

TRAKL

Sereno. Lo senti il vento? Candida voce che sussurra. E tu come stai?

LUDWIG

Sereno.

TRAKL

Fratellino.

LUDWIG

Stai morendo?

TRAKL

Sì.

LUDWIG

La guerra continua.

TRAKL

E' appena cominciata. Ti prego. Non qui. Non a Cracovia.

LUDWIG

Non vuoi morire qui?

TRAKL

Non voglio che mi seppelliscano qui.

LUDWIG

E' una bella città, Cracovia. Una città regale. Una città di re e di magia.

TRAKL

Ma guarda la tua infanzia cristallina: guardala con i tuoi occhi celesti. Guarda gli abeti scuri. Guarda l'arida erba, la frescura azzurra, il cimitero deserto. Guarda la rugiada che sgocciola. Questa è l'Austria: pallida madre.

LUDWIG

Dove vuoi essere sepolto?

TRAKL

Non a Salisburgo. A Innsbruck. In un piccolo cimitero di campagna vicino alla mia Innsbruck.

LUDWIG (improvvisamente)

Si è fatto troppo tardi per una visita a Trakl. Peccato.

TOMMY

Troppo tardi?

LUDWIG

E' morto. Che tristezza.

TOMMY

Troppo tardi per cosa?

LUDWIG

Si è suicidato, mi hanno detto. Una dose eccessiva di cocaina. Molto colpito, molto colpito.

TOMMY

Troppo tardi?

LUDWIG

Era così bello, nella sua povera bara di legno. Che tristezza. Wie taurig, wie taurig!

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LUDWIG (ridendo)

Che tristezza! Dissolvenza incrociata, please. Più rapida, per favore, più veloce! Ci attende una signora, una delle signore vere della Vienna di un tempo. Vi presento mia sorella Hermine.

HERMINE

Buona sera.

LUDWIG

Voglio fare il maestro elementare.

HERMINE

Ma sei impazzito, Ludwig? Com'è possibile che ti vengano idee così balzane in testa?

LUDWIG

Possibilmente in un piccolo villaggio di campagna: qualcosa di totalmente rurale.

HERMINE

Ma tu, Ludwig, sei la stessa persona che Bertrand Russell ha riconosciuto come un genio filosofico. Il prossimo grande passo in filosofia sarà compiuto da te. Perché vuoi sprecarti con dei figli di contadini?

LUDWIG

Tu non sai. Non puoi capire.

HERMINE

Non posso capire? Ma cosa c'è da capire? Cos'è che non capisco? Dio mio! Ma... ma è come se qualcuno... se qualcuno volesse aprire degli scatoloni usando il bisturi!

LUDWIG

Uno guarda attraverso i vetri di una finestra chiusa e non è in grado di spiegarsi gli strani movimenti di un passante. Non sa, non può sapere che là fuori sta infuriando una tempesta e che quel pover'uomo sta solo cercando di rimanere in equilibrio, sulle sue gambe.

HERMINE

Qual è la tua tempesta, Ludwig?

LUDWIG

Non lo so, Hermine, non lo so.

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LUDWIG (al pubblico)

Lo so che alle mie spalle c'è qualcuno, ma io fingo di non saperlo, non vedo nulla, non so nulla. Spero che non ci ascolti. Ma già tanto, lui, non si accorgeva mai di nulla. Era un ragazzo bellissimo. Me lo presentò Francis, perché desiderava che io gli dessi qualche lezione privata, per prepararlo a non so più cosa. Io lo trovavo bellissimo. Ma lui non se n'è mai accorto. Mai. Com'è, ora?

(Nessuno tra il pubblico risponde, purtroppo. Ludwig, allora, si fa coraggio e si volta verso il ragazzo, ancora in piedi.)

Siediti.

KEITH

Grazie, signore,

LUDWIG

Come ti chiami?

KEITH

Kirk, signore. Keith Kirk.

LUDWIG

E quanti anni hai?

KEITH

Diciannove.

LUDWIG

Come sei giovane. In che misura il nostro rapporto sarà giusto? Potrà davvero essere buono?

KEITH

Io pongo quesiti di matematica e di meccanica al signor Skinner, ma il signor Skinner non sempre mi sa rispondere.

LUDWIG

Ah, Francis, già...Povero Francis... Che lavoro fai?

KEITH

Apprendista, signore, ma vorrei migliorare.

LUDWIG

Giovane. Come sei giovane. Il nostro rapporto. Falso e sterile. No? Se mettessi per iscritto i miei pensieri, si vedrebbe quanto sono bassi e tortuosi. Osceni.

KEITH

Lezioni gratuite, vero, signore?

LUDWIG

Non utilizzeremo alcun manuale tradizionale. Preferisco porti domande. Tu cerca di arrivare alla soluzione dei problemi, partendo da alcuni princìpi generali.

KEITH

Ad esempio?

LUDWIG

Che cosa succede quando l'acqua giunge ad ebollizione?

(Gli si mette alle spalle, toccandolo delicatamente sul collo.)

E le bollicine? Perché vengono a galla?

KEITH

Non ho idea, davvero. Non so.

LUDWIG

Perché? Perché a galla?

KEITH

Quali sentimenti ha il signor Wittgenstein nei miei confronti? Sono diversi da quelli di un insegnante nei riguardi del proprio allievo?

LUDWIG (che ha smesso di toccarlo)

Allora?

KEITH

Imparerò, signore, imparerò.

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TOMMY

Sì, anch'io penso che sia un po' strambo. Un po'. Strambo. Ma io sono devoto alla famiglia Drury. Sapete, una volta la signorina Miles si è buttata in mare per salvarmi. Ero piccolo e rischiavo di annegare. E poi la compagnia del professore non mi dispiace. Farò tutto il possibile per rendere la sua permanenza a Rosro gradevole. Ne va anche dell'onore di tutti noi irlandesi, non vi pare? Rosro è un gran posto.

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" So che la brillantezza d'ingegno, la ricchezza dello spirito, non è il bene supremo, tuttavia desidererei tanto morire in un momento di brillantezza."

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LUDWIG

Dissolvenza incrociata. Riappare la luce sul fotogramma ed io sono qui, tra voi, che parlo del più e del meno. Che cosa mi hanno detto di dire? Ah, sì... Ora ricordo. Era un pomeriggio e Norman ed io eravamo andati a fare la consueta passeggiata a Midsummer Common, lungo il fiume. Portavo con me pane e zollette di zucchero da dare ai cavalli. Questo non lo ricordo, ma lo so, perché lo facevo tutti i giorni, senza eccezione alcuna, senza possibile eccezione. Carattere tedesco. Non chiedetemi chi fosse Norman, perché imparerete anche troppo a conoscerlo nelle prossime scene. Era, comunque, uno studente venuto da molto, molto lontano. Il mio studente americano preferito. Era...Norman. Era l'America, l'oceano, la lontananza, la libertà, l'ignoto e soprattutto quelle impagabili riviste poliziesche americane da quattro soldi, zeppe di racconti triviali, con tanti bei morti ammazzati e duri poliziotti dall'impermeabile spiegazzato.

NORMAN

Norman Malcolm sta leggendo un giornale. E' l'autunno del 1939.

(Ora è se stesso. Prima non lo era?)

Il governo tedesco accusa quello inglese di avere istigato l'attentato della scorsa settimana contro Hitler. Che assurdità!

LUDWIG

Forse è vero.

NORMAN

Come? Puoi credere che esponenti del governo britannico facciano o semplicemente pensino qualcosa di simile? Ludwig! Gli inglesi sono troppo leali, hanno troppi secoli di civiltà alle spalle per piani così meschini! Io trovo che, semplicemente, un gesto simile è del tutto incompatibile con il "carattere nazionale" degli inglesi.

LUDWIG (su tutte le furie)

Questa è una stupidaggine terrificante! Di una imbecillità assoluta! Tu sei un imbecille patentato! E questa è anche la prova provata che non mi hai mai ascoltato, che non hai imparato nulla dalle mie lezioni di filosofia!

NORMAN

La mia osservazione non è tanto stupida!

LUDWIG

Carrellata indietro. Dissolvenza veloce, prego. Più veloce. Perdeteci di vista, mi raccomando. Ludwig era veramente furioso, quel giorno. Non gli rivolse più la parola e i due si separarono senza salutarsi.

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DAVID

Ma tu ce l'hai con il mondo, Ludwig!

LUDWIG

E tu chi sei?

DAVID

David. Un altro dei tuoi tanti amici.

LUDWIG

No! Solo con i filistei.

DAVID

E chi sono per te i filistei?

LUDWIG

Tutte le persone che non mi piacciono. Tutti.

DAVID

Oggi sei un po' depresso.

LUDWIG

Affatto. Soffro di reumatismi.

DAVID

Non ti piace nessuno. Neanche quella bella ragazza?

(Forse non sta passando alcuna bella ragazza.)

LUDWIG

No.

DAVID

Io sono favorevole al suffragio femminile.

LUDWIG

Io no.

DAVID

Perché no?

LUDWIG

Perché tutte le donne che conosco sono delle perfette idiote, ecco perché.

22

LUDWIG

Mi credi un po' matto?

TOMMY

No, signore.

LUDWIG

Non ti sembra, ad esempio, che io abbia enormi esigenze in materia di pulizia ed igiene? Eh?

TOMMY

Sì, signore.

LUDWIG

Enormi? Esigenze?

TOMMY

Be', solo a lei, signore, poteva venire in mente che io, tutte le mattine, dovessi presentarmi a casa sua con tutte le foglie di tè utilizzate. Oltre naturalmente che con il latte e la torba. Ma questo è un altro discorso.

LUDWIG

Certo. Così ogni mattina il pavimento della cucina viene cosparso accuratamente di foglie di tè bagnate, in modo da assorbire ben bene tutta la sporcizia prima di essere spazzate via.

TOMMY

Così fan tutti?

LUDWIG

Così fan tutte.

TOMMY

E cospargono anche, in ogni cantuccio, una grande quantità di una polverina puzzolente, per tenere lontani dal cottage quelli che lei chiama i "pidocchi del legno", che poi da questa parti non li abbiamo mai visti, signore?

LUDWIG

Ho il terrore, letteralmente il terrore di qualsiasi tipo di bestiolina. Le bestie grandi mi spaventano, le bestioline mi terrorizzano.

TOMMY

Preferisce evidentemente il rischio del soffocamento alla vista dei pidocchi.

LUDWIG

Preferisco.

TOMMY

Chissà in guerra.

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LUDWIG

Ecco perché non mi sedevo mai da nessuna parte! Ecco perché non accettavo di mangiare qualcosa da nessuna parte! Ecco perché non volevo mai andare da nessuna parte! C'era, ad esempio, quel rompiscatole, un pastore metodista, il reverendo Wynford Morgan. M'invitava continuamente. E io: no. E lui: venga. E io: no. E lui: venga a trovarci. E io: non ci penso nemmeno, vecchio bacucco. Tu e quella vecchia strega di tua moglie.

LA MOGLIE DEL PASTORE

La prego, professore, si sieda.

(Ludwig bofonchia qualcosa tra i denti.)

Gradisce una tazza di tè e qualche pasticcino?

PASTORE

Non domandarlo. Daglieli!

LUDWIG ( ammirato, continua a ripetere la frase)

Non domandarlo. Daglieli!

PASTORE

Lei crede in Dio, Wittgenstein?

LUDWIG

Sì. Ma la differenza tra quello in cui crede lei e quello in cui credo io potrebbe anche essere infinita. Lo vedo da come tiene pulita la casa.

(Poi ritorna all'ammirazione precedente.)

Non domandarlo. Daglieli!

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LUDWIG (descrivendo la foto alle sue spalle)

Eccolo, è lui! Questo è Bertrand Russell! Guardate come si vestiva: nodo della cravatta perfetto, solino della camicia, giacca, panciotto accuratamente abbottonato. Non mi dite che non si capisce che tipo di filosofia può aver pensato! Guardate la discriminatura dei capelli: al punto giusto, ricciolini giusti, brillantina giusta. Dal taschino di una giacca come questa non può che uscire la frase che ripeteva sempre: "Logic's hell!". La logica è un inferno! Per forza. Con una cravatta così...

25

LUDWIG

Non c'è doccia, non puoi lavarti qui.

RAGAZZO

Non importa.

(Comincia a spogliarsi. E' bello.)

LUDWIG

Ma non puoi lavarti qui. Potrebbe arrivare qualcuno.

RAGAZZO

Non viene mai nessuno.

LUDWIG

Tommy, ad esempio. Potrebbe arrivare da un momento all'altro.

RAGAZZO (ora è completamente nudo)

Chi è Tommy?

LUDWIG

Uno che non conosci.

RAGAZZO

Un altro ragazzo?

LUDWIG

No. Lui no.

26

"Sich Sammeln. Raccogliersi, prendersi in mano per esprimere unicamente quello che si è."

27

RUSSELL ( entusiasta, pieno di speranze)

Lo hai letto?

LUDWIG

Di cima a fondo.

RUSSELL

Gli sto dedicando i migliori anni della mia vita. Che te ne pare?

LUDWIG

Non ti porta da nessuna parte.

RUSSELL

Che vuoi dire?

LUDWIG

Bertrand, questo libro non ti porta da nessuna parte. La teoria della conoscenza! Da nessuna parte, te lo dico io! Ho già sperimentato tutte le tue strade e ho già pensato tutti i tuoi pensieri. Ho già compiuto tutti i tuoi tentativi. Ho già letto tutte le tue parole. Non ti portano da nessuna parte.

RUSSELL

Va bene, non lo pubblicherò.

LUDWIG

Non solo non devi pubblicarlo. Non avresti dovuto nemmeno scriverlo.

RUSSELL

Ho già perduto tutta la gioia provata nella scrittura, se proprio lo vuoi sapere. Perfino la gioia di scriverlo.

28

LUDWIG

Il mio cottage si compone di due stanze più camera da letto e cucina. Io trascorro la maggior parte del tempo in cucina. Ma non la uso per cucinare. Mi nutro quasi esclusivamente di cibi in scatola. Me li faccio inviare da una drogheria di Galway.

TOMMY

Lo scatolame sarà la sua morte.

LUDWIG

La gente vive sempre troppo.

29

TOMMY ( sembra quasi rispondere al professore e continuare la conversazione precedente, invece è accanto al letto dove giace Norman, malato)

Come va?

NORMAN

Tommy, mi sono beccata l'influenza.

TOMMY

Ha la febbre?

NORMAN

Trentotto e mezzo.

TOMMY

Sono un po' preoccupato perché non c'è nessuno che la curi.

NORMAN (ridendo)

Be', pazienza, me ne starò solo come un cane.

TOMMY

Vado a chiamare il professore.

NORMAN

No, non andare. Abbiamo litigato.

TOMMY

Che è successo?

NORMAN

Niente di particolare. Ho difeso gli inglesi contro Hitler.

TOMMY

Cosa?!

NORMAN

Ah, scusa. Sei irlandese, sei mezzo tedesco anche tu.

TOMMY

Vado dal professore.

(Tommy via di corsa, ma il professore è lì, no? Tommy si finge trafelato per la lunga corsa e per l'ansia. Bussa alla porta di Wittgenstein. Il professore apre la porta. Tommy non saluta nemmeno.)

Il signor Malcolm è malato.

LUDWIG

Aspettami. Vengo sùbito.

(I due si precipitano al letto di Norman, che non è distante più di due metri. Ludwig pieno di sollecitudine, ma non saluta nemmeno.)

Amici comuni ritengono che io abbia frainteso le sue intenzioni e se è così me ne dispiace.

NORMAN

Grazie di essere venuto.

LUDWIG (passando al più affettuoso tu)

Ora sta' zitto.

(Si mette a riordinare la stanza, con scrupolo e sapienza. Somministra a Norman una medicina.)

Come vedi, anche due uomini soli possono cavarsela benissimo.

NORMAN

Ma una donna, in una casa, è il toccasana.

LUDWIG ( rimane a lungo in silenzio, poi ritorna improvvisamente al lei)

Faccia qualunque cosa, ma spero che non sposerà una filosofessa!

30

LUDWIG

C'è la guerra. Colonna sonora appropriata. Marce militari, rombo di cannoni, scoppio di bombe, spari, urla, lamenti. La guerra.

COMMILITONE

Dove ti hanno destinato?

LUDWIG

Io sono volontario.

COMMILITONE

Volontario?! Non ne avevo mai incontrato uno. Fatti un po' vedere.

LUDWIG

Mi hanno destinato al fronte orientale. Come soldato semplice.

COMMILITONE

Come?! Non ti hanno riconosciuto il diritto di portare il grado di Landsturmingenieur?

LUDWIG

No.

COMMILITONE

Mi sa che sei un bello sbruffone. Mi sa che non sei un ingegnere. Mi sa che non sei quello che sei.

LUDWIG

E nemmeno l'uniforme potrò portare.

COMMILITONE

Quando parti?

LUDWIG

Sùbito. Non mi aspetto di uscirne vivo. Senti. Mi sono fatta costruire una casa, su un fiordo, in Norvegia. Avrei desiderato ritirarmi lì, di tanto in tanto, a lavorare in pace.

COMMILITONE

E' un'altra delle tue solite balle?

LUDWIG

No, ti assicuro. Vorrei fartene dono.

COMMILITONE

No no, non posso accettare.

LUDWIG

Allora accetta almeno questa.

(Gli dona una stilografica Waterman.)

In memoria di me.

COMMILITONE

E tu? Cosa porti con te?

LUDWIG

Lo stretto necessario: un po' di biancheria intima e una copia sciupata dei Fratelli Karamazov.

(Cessa di colpo la colonna sonora guerresca.)

TOMMY

E' questa?

LUDWIG

Sì, è questa.

TOMMY

Posso prenderla, signore?

LUDWIG

Non l'ho mai prestata a nessuno, Tommy. Nessuno me l'ha mai chiesta. Ma tu sai leggere?

31

LUDWIG

Era la mia specialità risultare sgradevole, ve l'assicuro. In qualsiasi circostanza. Questa è la moglie del professor Moore. Fate attenzione. Teme particolarmente che io possa urtare la suscettibilità di suo marito: è vecchio e malato. Un vecchio malato trombone, professore di filosofia, eccetera eccetera. A Cambridge. Dio ci salvi.

MOGLIE DI MOORE

Mi raccomando, professor Wittgenstein, un'ora e mezzo, non di più. Ordine del medico. Mio marito è malato di cuore, non sta bene ed è ormai una persona di una certa età.

LUDWIG (dispettoso)

A me sembra che stia benissimo.

MOGLIE DI MOORE

Non sta così bene come può sembrare. Non deve discutere a lungo. Ordine del medico.

LUDWIG

Ordine del medico! Ho buoni motivi per credere che si tratti di una scemenza. Ha degli strani mancamenti di tanto in tanto, ma è anche un uomo attempato. Del resto, mancamenti di pensiero ne ha sempre avuti. Anche a Cambridge. Anche in cattedra. Per l'età che ha è in ottima salute. Poteva crepare anche prima.

MOGLIE DI MOORE

Ordine del medico.

LUDWIG

La verità è che a Mrs Moore non va l'idea che si veda con me. Forse è gelosa. Forse teme che critichi il libro che hanno appena scritto su di lui e che io trovo francamente ignobile.

MOORE (alla moglie)

Non consentirgli di trattenersi troppo a lungo!

LUDWIG

Il libro è un errore, Moore. Un grossolano errore. E' come se lei si mettesse a camminare sul bordo di una scogliera e dall'alto della sua infinita sapienza potesse vedere i cadaveri di un bel mucchio di scienziati e filosofi. Tra cui il suo amico Russell. Non è bello, mi creda. Passi per il mio cadavere. Ma quello di Russell, via!

MOORE

Ludwig, in America sono rimasto vittima di un colpo apoplettico. Non sto bene, Ludwig. Mia moglie non fa altro che attenersi alle prescrizioni del medico, che mi vietano nel modo più assoluto qualsiasi agitazione o affaticamento.

MOGLIE DI MOORE

Non si voleva rendere conto di quanto potesse essere faticoso sopportarlo. Era estenuante.

LUDWIG

Era lei, estenuante! La moglie.

MOORE

Intollerabile.

MOGLIE DI MOORE

Estenuante.

MOORE

Non andare mai in America, Ludwig!

LUDWIG

E io che credevo che mi avrebbe detto (ne imita il tono piagnucoloso e malaticcio): non ti sposare mai, Ludwig!

MOGLIE DI MOORE

Il limite dell'ora e mezzo riguarda tutti gli incontri filosofici di mio marito e non solo quelli con lei, professor Wittgenstein.

MOORE

Non consentirgli di trattenersi troppo a lungo, Dorothy!

LUDWIG

E' indecoroso, George, che tu, con il tuo grande amore per la verità, debba essere costretto a interrompere una discussione filosofica prima che questa sia giunta alla sua naturale conclusione.

MOGLIE DI MOORE

Lei è l'unico, professor Wittgenstein, me lo lasci dire, ad avere qualcosa da eccepire in proposito.

LUDWIG

Volete che vi confessi come la penso? Ebbene, Moore avrebbe dovuto discutere sino a quando gli fosse piaciuto e non fino a quando fosse piaciuto a quell'arpia della moglie. Se poi si fosse stancato o agitato troppo... se addirittura gli fosse venuto un secondo colpo apoplettico e fosse crepato... be', quello sarebbe stato un bel modo di crepare: sul campo di battaglia.

32

LUDWIG

E per questo momento altamente teatrale e lirico, voglio tutte le luci su di me. Posso andare? Non andrebbe bene una qualche bella musica, in sottofondo?

(Si mette a leggere una poesia, con una certa enfasi, come è giusto per tutte le poesie di questo mondo.)

Conosco una casa che si erge con orgogliosi pinnacoli,

liberamente gioca la luce in tutte le sue sale,

il suo frontone scintilla libero da ogni pecca,

nessun invidioso biasima, né fuori né dentro.

Solo chi sappia bravamente intraprendere

a nascondersi nella sua cantina più profonda,

vi vede un rigoglioso putridume, che cela

di grassi serpenti vere regine.

Ma si sarebbe gravemente ingannato

chi volesse risalire rapidamente le scale,

per comunicare agli invidiosi la consolante notizia:

poiché ancora più in profondità, nel silenzio più profondo,

è sepolto un tesoro smisurato,

che non vedrà mai la luce, ne sono certo!

Un tesoro smisurato... Ein ungemessner Schatz...

TOMMY (entrando)

La credevo in compagnia, signore.

LUDWIG

Lo ero. Stavo parlando a un carissimo amico.

TOMMY

Ma non vedo nessuno, qui.

LUDWIG

Non essere sciocco, Tommy. Ero io stesso.

TOMMY

Sì: un po' strambo lo è davvero.

33

"Io voglio soltanto diventare un uomo decente: ein anstandiger Mensch. Niente altro."

34

DRURY

Hai letto l'autobiografia di Russell?

LUDWIG

Orribile! Orribile!

DRURY

Ma non è un tuo grande amico?

LUDWIG

Ho per lui motivi di venerazione. Ma il suo libro rimane orribile.

DRURY

E tu? Scriverai mai la tua autobiografia?

LUDWIG

Quando accadrà - se accadrà - spero che sia molto più simile alle Confessioni di Agostino che non al volumone di Bertrand.

DRURY

Non mi sembri troppo tenero, stasera.

LUDWIG

Per me scrivere un'autobiografia è un atto spirituale.

DRURY

Non ho letto le Confessioni.

LUDWIG

Sono il libro più importante che sia mai stato scritto.

DRURY

Ti ricordi quel passo che mi citavi l'altro giorno?

LUDWIG

Et vae tacentibus de te, quoniam loquaces muti sunt.

DRURY

Guai a coloro che tacciono di te, poiché sono muti ciarlieri.

LUDWIG

No! Guai a coloro che non dicono nulla di te solo perché i chiacchieroni dicono un sacco di nonsensi.

35

TOMMY

Lei sembra proprio il tipico figlio unico, professore.

LUDWIG

No. Ero il più piccolo di otto fratelli.

TOMMY

Otto? Non siamo tanti nemmeno nella mia famiglia.

LUDWIG

Otto. Una famiglia felice e sfortunata. Pieni di soldi e di problemi.

TOMMY

I soldi di solito aiutano molto, non trova?

LUDWIG

Sì, aiutano molto.

TOMMY

Ma non sono serviti ad aiutare i suoi?

LUDWIG

Non tutti. Mio fratello Kurt si è suicidato.

TOMMY

Da noi sono cose che non si fanno.

LUDWIG

Non l'ho mai raccontato a nessuno.

TOMMY

Lei è cattolico, vero, professore?

LUDWIG

Qualcosa del genere. Kurt si sparò un colpo di pistola. I soldati al suo comando si erano rifiutati di obbedire agli ordini.

TOMMY

Io avrei sparato a loro.

LUDWIG

E sei cattolico.

TOMMY

Proprio perché sono cattolico, avrei sparato a loro!

LUDWIG

E Hans è scomparso, mentre si trovava a bordo di una barca nella Chesapeake Bay. Io lo so che si è ammazzato, anche se non hanno mai voluto ammetterlo.

TOMMY

Bisogna avere timor di Dio.

LUDWIG

E Rudolf ha inghiottito cianuro, perché non riusciva a guardare veramente in faccia alla propria vita sessuale. Lui lo ha spiegato. C'è tutto in una lettera.

TOMMY

Bisogna avere timor di Dio.

LUDWIG

Io ho cominciato a parlare soltanto all'età di quattro anni.

36

LUDWIG

E, siccome tout se tient, sono sempre stato maldestro per tutto il resto della mia vita. Guardate ad esempio questo scampolo di partita a tennis. Campo controcampo. Sto giocando con il mio amico David. Povero David. Morto in guerra, lui. Campo controcampo.

DAVID (urlando)

Ma no, Ludwig, non devi impugnare la racchetta così!

LUDWIG

Così come?

DAVID

Così come fai tu. Sembri un bietolone.

LUDWIG

Ma io sono un bietolone.

(I due continuano a giocare e Ludwig a sbagliare ogni palla.)

37

LUDWIG

Ho visto uno strano uccello, questa mattina.

TOMMY

Com'era? Me lo descriva.

LUDWIG

Aveva un piumaggio cinerino intorno al collo e una coda molto molto lunga. Spropositatamente lunga, direi.

TOMMY (parlando deliberatamente a caso)

Forse un chiurlo.

LUDWIG (incredulo)

Un chiurlo?!

TOMMY (agli spettatori)

Gli dicevo il primo nome che mi veniva in mente: svassi, cormorani, chiurli, ostricai, puffini e sterne. Sono comuni lungo le coste dell'Irlanda occidentale. Forse non proprio tutte le volte gli dissi il nome giusto.

LUDWIG

Sarà meglio che mi faccia venire qualche buon manuale illustrato. Ve l'avevo detto: inaffidabile.

38

LUDWIG

E quella è l'entrata del Trinity College, a Cambridge. C'è proprio tutto quello che deve esserci: il tempo grigio e solenne, l'arco centrale, l'arco laterale, le trifore, la statua minacciosa che ti guarda dall'alto, gli alberi, il passante solitario e immaginiamo frettoloso. Poi le foglie per terra, sul selciato umido di nebbia. E gli spazzini che spazzano, spazzano, spazzano, in attesa della gloria accademica.

39

LUDWIG

Ma io ero un professore, anche se stentate a crederlo. Ero un professore. A Cambridge. Tenevo regolarmente lezione. Regolarmente non è forse la parola più appropriata. Perciò, credo che sia venuto davvero il momento di far lezione. Qui occorre un totale: tutto a fuoco, naturalmente, panfocus, con i volti in sala che sono distinguibili uno ad uno, percettibili fisicamente, fatevi vedere, coraggio, non nascondetevi, eccovi qua, uno ad uno. I miei studenti!

(Si rivolge direttamente alla platea degli spettatori.)

Oggi vi propongo un indovinello.

(Gli spettatori si concentrano silenziosi.)

Il mio proposito è di farvi riflettere sulla natura della filosofia.

(Silenzio e concentrazione in sala.)

Supponiamo di stringere intorno alla terra una corda, tesa all'altezza dell'equatore. Supponiamo poi che a questa corda si aggiunga un tratto di un solo metro. Ammettiamo per un attimo che la corda rimanga tesa, a formare un cerchio preciso intorno alla superficie della terra. Quanto disterebbe ora dalla superficie terrestre, per l'aggiunta di un solo metro? Chi vuol rispondere?

(Si alzano molte mani, istintivamente, senza far molti calcoli. E se non si alzano pazienza.)

LUDWIG

Tu! Vuoi rispondere?

SPETTATORE OCCASIONALE (se ci sarà, se no pazienza)

La distanza, professore, sarà talmente minima da essere impercettibile.

(O qualcosa del genere.)

LUDWIG

Ti sbagli. La distanza sarà in realtà di quasi quindici centimetri. E qui sta il punto. Questo è il genere di errore che si verifica spesso nella ricerca filosofica.

SPETTATORE OCCASIONALE

In altre parole, signore? Non capisco.

LUDWIG

Me lo aspettavo. Proprio come i miei studenti! L'errore consiste nel lasciarsi fuorviare da un'immagine. Veniamo ingannati di continuo da immagini mentali di per sé esatte.

40

" Ma una vita del genere è priva di senso."

" E perché non condurre una vita senza senso? E' indegno?"

41

LUDWIG

Ed ora ancora una passeggiata lungo Midsummer Common, che voi conoscete già, sempre in direzione del fiume. Ci sono io, Ludwig, e c'è ancora lui, Norman. Ma questa volta c'è anche lei, la moglie di Norman: dal che potete logicamente arguire che ci troviamo qualche anno dopo la scena che vi ricordavate. Quella penosa scena di discussione sui baffi di Hitler e sulla pipa di Churchill!

(Ora si rivolge ai suoi due interlocutori.)

No, no, seriamente, seriamente!

MOGLIE DI NORMAN

Come facciamo?

LUDWIG

Così, guarda! Tu sei il sole, non puoi essere che il sole.

MOGLIE DI NORMAN

E cosa devo fare?

LUDWIG

Devi attraversare il prato. No, non così! Ad andatura costante. Così! Brava! Bravissima!

NORMAN

Ed io?

LUDWIG

Be', tu, Norman, sei la terra, le giri intorno, del resto è tua moglie, no? Le devi girare intorno trotterellando. Ma no, non così, trotterellando!

NORMAN

E tu?

LUDWIG

Io mi assumo la parte più faticosa: quella della luna.

(Si mette a correre intorno a Norman, mentre Norman gira trotterellando intorno alla moglie.)

No, no, entusiasmo, serietà, non ridete, gaglioffi che non siete altro, serietà, serietà!!

(Non ce la fa più. Ha il fiato corto. Si getta a terra ridacchiando come un bambino.)

42

LUDWIG (continua a ridere come un matto)

Ridi, ridi! La logica è un inferno o una risata? Mi sono sempre divertito come un matto incontrando gli altri signori filosofi. Russell si prendeva tanto sul serio, Moore si prendeva tanto sul serio, Popper si prendeva tanto sul serissimo...

POPPER

Vogliamo raccontare com'è andata davvero?

LUDWIG

Vogliamo raccontarlo?

POPPER

Così finalmente sfateremo qualche leggenda...

LUDWIG

Ma è poi così importante?

TOMMY (candido)

A me piacerebbe sapere la verità. Com'è andata?

POPPER

Dunque: vengo invitato a tenere una conferenza a Cambridge. Ci penso un po' prima di accettare. E alla fine accetto, ma solo se anche loro accettano il mio titolo provocatorio: Ci sono problemi filosofici?, sapendo bene che Wittgenstein affermava con tutta la sua forza la non esistenza di questi problemi e che dunque sarebbe certamente caduto nella trappola della provocazione.

LUDWIG

Alcuni hanno raccontato che saremmo addirittura arrivati a batterci in duello con degli attizzatoi!

TOMMY

E non è vero?

POPPER

No, non è vero, naturalmente.

RUSSELL

Ma è vero che, nel bel mezzo di un discussione molto animata tra i due, Ludwig, che stava giocherellando con un attizzatoio, è balzato in piedi brandendolo e urlando non so più che cosa.

POPPER

Non minacciare con l'attizzatoio i lectures in visita, Wittgenstein!

RUSSELL

Wittgenstein! Il professor Popper ha ragione.

(Ludwig se ne va infuriato, scagliando l'attizzatoio in un angolo.)

RUSSELL

Wittgenstein, sei stato tu a creare tutta la confusione!

(Ora si rivolge direttamente agli spettatori.)

Chissà se lo rivedremo più. Potrebbe essere un ottimo modo per mettere qui la fine del primo tempo.

43

(Invece...)

LUDWIG

Di che cosa possiamo parlare noi, oggi? Di ragazzi. L'unico sale della terra. E della vita. Ma io non ne parlerò mai, a voi. Non ne parlerò mai, in pubblico. Non ne parlerò mai, in filosofia. Ma il Prater. Ma la ruota. ma i boschetti intorno al Prater, a Vienna. Ma i giochetti. Ma lo squallore dei soldi, di mano in mano. Ma i volti sempre cangianti. Ma l'insicurezza. E le tenebre. E la mancanza di un sorriso. E la carne. E le cosce. E il sesso. E la fretta. E, su tutto, lo Spirito di Dio.

44

(Ludwig prende per la mano Francis e lo guarda amorosamente negli occhi. Francis lo ricambia. Insieme si inoltrano nella stanza, come se andassero ad una festa nuziale. L'ospite gentile, l'amico Drury, comprensivo, li accoglie con gridolini di gioia e battendo le mani allegramente.)

DRURY

Per il vostro arrivo, una cena speciale! Mi sono dato da fare tutto il pomeriggio in cucina.

FRANCIS

Che cosa ci hai preparato?

DRURY

Pollo arrosto, pasticcio di sugna e sciroppo!

FRANCIS (lo abbraccia)

Bene! Ho una gran fame!

LUDWIG (acido)

Per tutto il tempo che ci fermeremo a Connemara non dovremmo mangiare altro che porridge a colazione, verdure a pranzo e uova à la coque per cena.

DRURY (cambiando argomento per rompere l'imbarazzo)

A proposito: e il marxismo? Come va il tuo marxismo?

(Ludwig tace, immusonito.)

FRANCIS

E' fermamente contrario sul piano teorico, ma è disposto ad appoggiarlo nella pratica quotidiana. Non è vero?

(Il tono sembra di scherno e Ludwig, ferito, risponde con tutta la sua serietà.)

LUDWIG

Sono un comunista, nel cuore.

DRURY

Che cosa mi dici dell'argomento Russia?

FRANCIS

Io ardo dal desiderio di fare qualcosa di bruciante.

LUDWIG

Davvero? Io invece penso che sia pericoloso.

DRURY

Forse Francis intende soltanto dire che, nell'avventura della rivoluzione, non vorrà di certo portarsi dietro nessun genere di sciroppo.

LUDWIG

Bravo! Ottimo modo di esprimersi. Capisco perfettamente cosa intendi dire. No, certo, non ci porteremo dietro nessun genere di sciroppo. E nemmeno pollo arrosto. E nemmeno pasticcio di sugna.

45

"Simplex sigillum veri." (Tractatus, 5.4541)

46

LUDWIG ( rivolgendosi al pubblico, in tono sempre più concitato)

Capite: una proposizione e ciò che essa descrive... devono necessariamente avere la stessa forma logica. La stessa! E' così! E' sempre stato così!

(Alle sue spalle è entrato il professor Sraffa, che si è andato a sedere comodamente in una poltrona. Ludwig non si è ancora accorto di niente.)

SRAFFA (che parla con impudente accento napoletano)

Non ti arrabbiare, professo'...

LUDWIG (parlando ancora al pubblico)

Questa è una proposizione. Questo è ciò che descrive. Hanno necessariamente la stessa grammatica. La proposizione ha una sua forma logica! Ciò che essa descrive ha a sua volta una forma logica! Le due forme devono assolutamente coincidere!

SRAFFA (con un tipico gesto napoletano si passa la punta delle dita di una mano sotto il mento)

Ludwig: qual è la forma logica, la grammatica, di tutto questo?

LUDWIG (sconvolto: è come se lo vedesse solo ora e capisse)

Hai ragione. E' una teoria assurda. Una proposizione non... non è una immagine... una immagine della realtà che descrive... Sono un pazzo... sono stato un pazzo a pensarlo... Basta... tutto a mare... gettiamo tutto a mare... tutto a mare...

SRAFFA

Ma no, aspetta!

LUDWIG

La logica è un inferno.

47

LUDWIG

26 aprile 1951: il giorno del mio sessantaduesimo compleanno. Io so che sarà l'ultimo. Dio mi può dire: Ti giudico con le tue stesse labbra. Sei rabbrividito dal ribrezzo di fronte alle tue azioni quando le hai viste in altri.

MRS BEVAN

Eccole il nostro regalo, professore! Cento di questi giorni.

LUDWIG

Buongiorno, signora Bevan. Che cos'è?

MRS BEVAN

Su, lo apra, coraggio.

LUDWIG

Una termocoperta! Come siete stati gentili.

DR BEVAN

Allora, Ludwig! Te la senti di fare quattro passi? Arriviamo al pub dell'angolo.

LUDWIG

Sì, andiamo.

DR BEVAN

Staremo fuori poco, cara.

MRS BEVAN

Bene.

LUDWIG

Per quanto ne ho ancora, dottore?

DR BEVAN

Vuoi sapere la verità?

LUDWIG

Solo la verità.

DR BEVAN

Ti rimangono pochi giorni di vita, Ludwig.

LUDWIG

Anche questo è bene.

MRS BEVAN

Tornate presto. E' quasi pronto.

LUDWIG

Signora Bevan, ho avuto una vita meravigliosa. Glielo dica.

MRS BEVAN

Glielo dica? A chi?

LUDWIG

Gliela dica comunque.

48

LUDWIG

Mi stanco, fisicamente e mentalmente.

TOMMY

Faccio io, signore.

LUDWIG

Sono troppo molle, troppo fiacco e troppo pigro, per fare cose importanti.

TOMMY

Faccia cose semplici. Viva.

LUDWIG

Ma il segno della forza dei grandi è la loro capacità di applicazione.

TOMMY

Sì, può darsi. Lei ora non è grande.

LUDWIG

Già. Ora non sono grande.

TOMMY

Conosce le canzoni popolari della nostra isola? Ce ne sono di bellissime. Una ha come titolo proprio Galway Bay. Triste e malinconica, come sempre.

LUDWIG

Come sempre.

TOMMY

Occorrerebbe una voce un po' più bella della mia. E anche un'armonica a bocca. Ma non importa.

LUDWIG

Mi raccomando, un bel riflettore solo su Tommy. E me, lasciatemi nell'ombra. Anche per stemperare un po' la commozione.

(Tommy canta Galway Bay. Ludwig si rifugia in un angolo, voltando le spalle come un bambino in castigo e guardando ostinatamente la parete.)

49

(Ludwig sta passando vicino ad un campo da gioco, dove due squadre di ragazzi stanno disputando una partita di calcio. Ludwig si ferma a lungo a guardarli.)

LUDWIG

Nel linguaggio noi facciamo giochi con le parole.

(Si allontana lentamente, pensieroso, mentre i ragazzi continuano a giocare, spensierati.)

LUDWIG

Nel linguaggio noi facciamo giochi con le parole.

50

(Ludwig siede su una rozza sedia di legno al centro della stanza. Sta visibilmente lottando contro i propri pensieri. Si accorge di avere le idee confuse e lo dice apertamente. Sono già intorno a lui alcuni allievi e altri stanno entrando, facendosi coraggio e portandosi le sedie da fuori o mettendosi direttamente a sedere sul pavimento. La calca è impressionante. Il silenzio pure. Ludwig accoglie con occhiatacce i pochi impauriti ritardatari, che sono costretti a disturbare tutti i presenti per poter prendere posto da qualche parte. Sono le cinque del pomeriggio. La lezione terminerà intorno alle sette. Ludwig veste con estrema semplicità: calzoni grigio chiaro di flanella, una camicia di flanella con il colletto aperto, sempre sbottonato, senza cravatta. Dietro la sedia un giubbotto di lana o di pelle, pronto nel caso volesse uscire al termine dell'incontro. C'è anche un leggero bastone da passeggio, che di tanto in tanto il professore brandisce e agita sotto il naso dei suoi ascoltatori. Oggi è una giornata piovosa: Ludwig ha preparato anche un impermeabile marrone e un berretto scozzese. La sua voce è sonora, con un timbro un po' più acuto del normale tono maschile: ma, nonostante questo, risulta tutt'altro che sgradevole. Fa lezione senza prepararsi e senza appunti. Parla perfettamente l'inglese, però con l'accento particolare dell'inglese colto e, di quando in quando, nella costruzione delle frasi affiora qualche risultato molto vicino alla lingua tedesca.)

LUDWIG

Ho tentato di usare appunti, ma sono rimasto disgustato del risultato.

NORMAN

Perché?

LUDWIG

Ne venivan fuori riflessioni vecchie, rancide.

NORMAN

Forse questa era la tua impressione, ma agli altri...

LUDWIG

Ti assicuro che le parole sembravano cadaveri, quando cominciavo a leggerle. Ne avevo paura. E comunque non potevo riconoscerle. Non erano più mie.

NORMAN

Allora come ti prepari?

LUDWIG

Ho finito per adottare questo semplice metodo: la mia unica preparazione consiste nell'utilizzare i pochi minuti prima di ogni lezione, prima che giungano gli studenti, per ricapitolare mentalmente la discussione con cui si è concluso il precedente incontro.

(Ludwig tace a lungo. Il silenzio intorno a lui è totale. Arriva un ultimo ritardatario, fulminato da un'occhiata del professore.)

LUDWIG (rompendo finalmente il silenzio)

Riassumiamo brevemente ciò che è stato detto la volta scorsa e ricolleghiamoci a tutto questo cercando di sviluppare l'argomento con nuovi pensieri.

(Si interrompe in affanno.)

Ho le idee proprio confuse.

(Tace a lungo, poi riprende a parlare.)

Sono uno sciocco, un vero sciocco!

(Il silenzio è ancora penosamente lungo.)

Avete un professore davvero spaventoso!

(Silenzio lunghissimo.)

Oggi sono troppo stupido, ecco tutto!

(Silenzio.)

Non credo di poter continuare la lezione. Ma comunque proviamo ad arrivare alle nostre benedette ore sette.

(Sta tentando di formulare un pensiero. Uno studente cerca di porre una domanda. Ludwig lo ferma con un cenno perentorio della mano. Silenzio prolungato e ininterrotto. Ludwig ha una espressione assorta, il viso animato. La luce davvero si restringe su di lui, in un allarmante lunghissimo primo piano. Dissolvenza. Buio.)

SECONDO TEMPO

51

KEYNES (entra gridando)

Dio è arrivato! L'ho incontrato sul treno delle 5.15!

LUDWIG

Sono qui.

KEYNES

Finalmente!

LUDWIG

Ti annuncio, Keynes, che intendo stabilirmi a Cambridge.

KEYNES

Aspetta! Scrivo la data di questo giorno fatidico nei miei beneamati taccuini: 18 gennaio 1929.

LUDWIG

E ora?

KEYNES

Prendiamo il tè.

LUDWIG

Cosa potrò fare?

KEYNES

Intanto prendiamo il tè.

LUDWIG

Sarò un buon insegnante? Sarò un buon amico?

KEYNES

Penso che la fatica di sopportarti sarà terribile.

LUDWIG

E parlare, pensare...

KEYNES

Non debbo in alcun modo consentirti di parlarmi per più di due o tre ore al giorno.

LUDWIG

Sai, Keynes, alla stazione... e poi all'università... è tutto così immutato... Tutto è rimasto se stesso in tutti questi anni.

KEYNES

Non ce la farei a sopportarti per più di due o tre ore.

LUDWIG

Ho trovato ad accogliermi gente che non rivedevo dal 1913...E tutto e tutti sono così uguali a se stessi...

KEYNES

La tua conversazione è spossante per i tuoi amici.

LUDWIG

E invece in questi anni in me si sono verificati cambiamenti radicali...la guerra...i lutti familiari...la fine dell'Austria...la morte di tante persone care...

KEYNES

Ma tu non ascolti mai, non ascolti nessuno!

LUDWIG

E' come se il tempo avesse fatto marcia indietro.

KEYNES

Mi ascolti, Ludwig?

LUDWIG

Non so cosa m'aspetti.

KEYNES

L'insegnamento.

LUDWIG

Ma qualcosa ne verrà fuori. Qualsiasi cosa. Sarà una verifica.

KEYNES

Una verifica?

LUDWIG

Se il tempo non scade... Se il tempo che mi è dato non è già scaduto... Al momento me ne vo errando con grande irrequietezza, ma attorno a qual punto d'equilibrio non so.

52

(La lezione è terminata. Gli studenti stanno portando le sedie fuori dalla stanza.)

LUDWIG (supplichevole)

Norman, che ne dici di andare a vedere un film?

NORMAN (terrorizzato)

Ancora un orrendo western come quello di ieri pomeriggio?

LUDWIG

Anche peggiore, se possibile!

NORMAN

Avrei da studiare.

LUDWIG

Vieni, imperdonabile peccatore.

(Si avviano alla cassa della sala cinematografica.)

Aspetta! Fammi prima comprare una ciambella... Tu che vuoi?... oppure una fetta di pasticcio freddo di maiale... Ce la sbocconcelliamo allegramente durante la proiezione.

NORMAN

Qua. Ci sono due posti.

LUDWIG

No, no! Andiamo a sederci in primissima fila. Lo schermo deve occupare tutto il tuo campo visivo.

NORMAN

Era come se la sua mente si liberasse dal ricordo della lezione e dalle sensazioni di disgusto.

(Il film: una pellicoletta con protagonista Betty Hutton. Ludwig è sprofondato nella sua poltrona e segue avidamente la vicenda, senza batter ciglio, sebbene la trama sia davvero infantile.)

LUDWIG (estasiato)

E' come fare la doccia!

(Le immagini del film: una commediola inverosimile.)

Se un giorno verrò a farti visita in America, mi presenterai a Betty Hutton?

53

" In amore ho troppo poca fiducia e troppo poco coraggio. Sono facilmente ferito e ne ho timore, di essere ferito, e mettersi al riparo in questa maniera è la morte di ogni amore. Per il vero amore occorre coraggio. Ma questo vuol dire che bisogna anche avere il coraggio della separazione e della rinuncia, insomma il coraggio di sopportare una ferita mortale. Posso solo sperare che mi venga risparmiato il peggio. Ben ha per me un pre-amore, qualcosa che non può tenere. Come appassirà, naturalmente non lo so. Come sia possibile conservarne in vita qualcosa, non appiattito in un libro come un ricordino, anche questo non so. L'uomo non può uscire dalla sua pelle. Non posso lasciar cadere una richiesta che è rimasta ancorata profondamente in me per tutta la vita. Perché l'amore è connesso con la natura; e se diventasse innaturale l'amore cesserebbe. Posso dire: - Diventerò ragionevole e non lo richiederò più?".

54

TOMMY

Ha solo sorelle, ora, signore?

LUDWIG

No, anche un fratello.

TOMMY

Non me ne ha mai parlato.

LUDWIG

Perché è un eroe.

TOMMY

Un eroe?

LUDWIG

In realtà è un pianista. Ma un pianista un po' speciale. Suona con una mano sola. La sinistra.

TOMMY

Ma non è possibile.

LUDWIG

Sì, è possibile. Anche se occorre una grande volontà. Disumana. E' tornato dalla guerra con una mano sola ed ha voluto continuare la carriera concertistica.

TOMMY

Ma non è possibile.

LUDWIG

Sì, è possibile. E' bello. Ha offerto dei soldi a grandi musicisti e si è fatto addirittura scrivere dei concerti appositamente per la sola mano sinistra.

TOMMY

Lei mi prende in giro, signore.

LUDWIG

Musicisti come Ravel, Richard Strauss, Prokofiev...

TOMMY

Sì, certo, signore. Non so.

LUDWIG

Volevo solo dirti che non tutti i miei fratelli sono morti suicidi. Siamo anche sopravvissuti. Siamo morti. E siamo anche vivi.

55

LUDWIG

Questa è una tipica scena d'addio, Casablanca, l'aereo sullo sfondo oppure una stazione, nebbia ma anche selciati bagnati dalla pioggia. Condensiamo qui tutto l'immaginario cinematografico e creiamo dei bei primi piani, campo e controcampo. Musica.

(Si rivolge al compagno.)

Mattina presto, David. Sei gentile ad accompagnarmi alla stazione.

DAVID

Non mi alzo mai a quest'ora, ma questa volta era giusto fare uno strappo.

LUDWIG

M'imbarco per la Norvegia tutto solo. Strano che tu non venga con me. Strano che siamo stati in Norvegia assieme soltanto poco tempo fa. Strano tutto.

DAVID

Sono passati soltanto dieci giorni, non "poco tempo fa". Soltanto dieci giorni. Anzi, una settimana.

LUDWIG

E ora andiamo davvero verso l'inverno. Chissà quale gelo mi aspetta in Norvegia.

DAVID (ridendo)

Gelo e solitudine!

LUDWIG (serio)

Gelo e solitudine. Che giorno è, oggi, David?

DAVID

Otto ottobre, non lo sai?

LUDWIG

No, non lo so.

DAVID

Otto ottobre 1913, nel caso ti fossi dimenticato anche l'anno.

LUDWIG

Ci rivedremo ancora, David?

DAVID (ridendo)

Chi lo sa? Forse è l'ultima volta!

(Si abbracciano a lungo.)

56

"Non mi occorrono conversazioni. Mi piacerebbe poter sorridere a qualcuno, una volta ogni tanto."

57

LUDWIG

Mi piacciono gli uccelli marini. Mi piacerebbe costruire un capanno su un'isoletta antistante la costa di Killary.

TOMMY

Non lo faccia.

LUDWIG

Perché?

TOMMY

Un piccolo capanno di legno non potrebbe resistere alle intemperie.

LUDWIG

Forse hai ragione.

TOMMY (ammiccando al pubblico)

A parte il fatto che materialmente avrei dovuto costruirlo io.

LUDWIG

Forse hai ragione.

TOMMY

Potrei portarla in barca: mentre io remo, lei potrà osservare tutti gli uccelli marini che vuole.

LUDWIG

Me ne starò seduto in silenziosa contemplazione.

TOMMY

Potremmo chiacchierare un po'.

LUDWIG

Sì. Potrei ricordare il periodo che ho trascorso in Norvegia... abbastanza simile a qui...quando dovevo attraversare il fiordo a remi per far provviste...

TOMMY

Oppure potrei cercare di rispondere a qualche sua domanda sul passato di Killary. So tutto sul passato di Killary.

LUDWIG

Tutto, no.

TOMMY

Tutto, sì!

LUDWIG

Mi interessano anche uccellini più domestici... come pettirossi e fringuelli... Ce ne sono da queste parti...

TOMMY

Ma non si lasciano certo avvicinare dalla gente.

LUDWIG

Verranno alla ricerca delle briciole, davanti al cottage.

TOMMY

Non quando ci sarà lei.

LUDWIG

Invece li attirai per settimane, cospargendo davanti alla casa avanzi di cibo, e alcuni diventarono così domestici da posarsi sul davanzale della cucina...ecco, vedete, proprio qui... e beccare direttamente dalle mie mani.

TOMMY

La gente cominciò a dire che il matto parlava con gli uccelli e che gli uccelli gli rispondevano.

LUDWIG

Ah! E' questo che diceva la gente?

TOMMY

Sì, signore.

LUDWIG

Quando andrò via da Rosro, voglio lasciarti del danaro per comprare cibo per gli uccelli.

(Tommy si mette sùbito a scrivere una lettera, che viene man mano leggendo ad alta voce.)

TOMMY

"Caro Professore,

con i soldi che mi ha lasciato ho comprato tutto il cibo che ho potuto per i suoi uccellini. Purtroppo devo darle una brutta notizia: sono rimasti tutti vittime della domesticità. Mentre saltellavano tranquillamente sul davanzale in attesa di ricevere il cibo, sono stati tutti facile preda dei gatti locali.

Distinti saluti

suo affezionatissimo

Tommy"

58

LUDWIG

Di che cosa possiamo parlare noi, oggi? Di Cambridge. Vi sono arrivato una prima volta, sono fuggito, vi sono tornato una seconda volta, ne sono fuggito per sempre. Vi ho lasciato me stesso e vi ho ritrovato me stesso. Amici. Allievi. E maestri. Ma Cambridge non la conosco. Non so dov'è. Nemmeno Cambridge sa dove sono io. Certo: Cambridge è David e Norman e Russell e Keynes e Moore... e la moglie di Moore (ridacchia) ... ma cos'altro? Me ne sono proprio dimenticato, anche se avrei tanto desiderato che non mi andasse via dalla testa.

59

RUSSELL

Cosa stai facendo?

LUDWIG

Lavoro sui miei scartafacci.

RUSSELL

Come?

LUDWIG

Gingillandomici.

60

"Dio non si rivela nel mondo."

61

TOMMY

Non le pesa, professore, la lontananza dalla civiltà?

LUDWIG

Cosa stai dicendo?

TOMMY

Il fatto che un villaggio come Rosro sia così lontano dalla civiltà.

LUDWIG

Un inconveniente c'è, è vero.

TOMMY

Uno solo?

LUDWIG

La scarsità di racconti polizieschi.

TOMMY

Lei legge quella roba?

LUDWIG

Solo quella.

TOMMY

Mi sta prendendo in giro.

LUDWIG

Niente affatto. C'è più buon senso in un racconto poliziesco, anche in quello più infame, che in tutti i pregiati articoli delle riviste di filosofia dei miei illustri amici di Cambridge.

TOMMY

Lei si sta prendendo gioco di me perché sa che sono un uomo semplice.

LUDWIG

Il guaio vero, Tommy, è che il paese è a una decina di miglia e che la disponibilità di libri è scarsissima. Ma ho un amico americano, un grande amico, che mi invia con regolarità pacchi di riviste di prima scelta. L'altro giorno però era un momento di magra: mi sono visto costretto a leggiucchiare un racconto poliziesco della Sayers - tu sai chi è la Sayers? - ed era così orrendo e infame che mi sono depresso.

TOMMY

Lei si fa deprimere da un libro?

LUDWIG

Sì! Da un libro poliziesco sì.

TOMMY

E oggi ha ricevuto roba buona?

LUDWIG

Ho aperto una delle riviste che mi ha spedito Norman - il signor Malcolm - dall'America ed è stato come uscire da una stanza chiusa all'aria aperta.

TOMMY

Io, quando voglio uscire all'aria aperta, esco all'aria aperta.

LUDWIG

Tommy, mi è accaduto un fatto terribile. Ho avuto la fortuna di scovare in paese l'edizione economica di un romanzo che a me sembra eccellente: Rendez-vous with Fear di Norbert Davis. L'avevo letto un paio d'anni fa a Cambridge e, proprio perché mi era piaciuto tanto, l'ho prestato a qualche amico e l'ho perduto. Lo ritrovo, l'acquisto e lo rileggo: se possibile, mi è piaciuto ancora di più. Ho scritto sùbito a Norman - il signor Malcolm - pregandolo di indagare un po' per sapere se Davis aveva scritto qualche altro libro.

(Si rivolge direttamente all'amico americano.)

Norman, può sembrare pazzesco, ma quando di recente l'ho riletto, mi è piaciuto di nuovo a tal punto che davvero vorrei scrivere all'autore per ringraziarlo. Se questo significa essere picchiati, non meravigliarti, perché lo sono!

TOMMY

E il signor Malcolm è stato in grado di esserle utile, in qualche modo?

LUDWIG

Purtroppo non mi ha procurato alcuna informazione su questo autore.

TOMMY

Perché allora ha detto che le è accaduto un fatto terribile?

LUDWIG

Perché mi è accaduto un fatto terribile. Davis si è suicidato. Poco dopo che io ho scritto la lettera a Norman. Pura coincidenza. Davis ne ha scritta una all'amico Raymond Chandler per confessargli di avere scritto un quindicina di racconti, di cui ben quattordici rifiutati da tutti gli editori. Gli ha anche chiesto un prestito di duecento dollari, che Chandler non ha potuto dargli. Ma tutto questo quando è accaduto? L'altroieri? Dopodomani? Non lo so più. Davis morirà suicida l'anno seguente e io non avrò mai avuto l'opportunità di fargli sapere quanto il suo romanzo mi fosse piaciuto. E nemmeno io posso sapere queste cose, ragionevolmente, qui, ora: ma le so.

62

LUDWIG (descrivendo la foto alle sue spalle)

Questa è la mia camera a Cambridge. Si vede quasi soltanto una finestra, ma la mia stanza era davvero soltanto quasi una finestra: appollaiata su una torre, buona vista sui tetti, isolamento, quiete, impossibilità di vita sociale. Un ventilatore da quattro soldi, un libro aperto, dei vetri chiusi malamente. Manca l'uomo, meglio così. Per raggiungere i luoghi profondi non occorre viaggiare lontano. E non occorre nemmeno abbandonare i propri poveri dintorni, quelli che ci circondano, quelli dove siamo cresciuti...

63

LUDWIG

Non spogliarti.

RAGAZZO

Sono già nudo.

LUDWIG

Ti avevo detto di non spogliarti.

RAGAZZO

No, non me l'avevi detto.

LUDWIG

Prendi questi soldi. Vattene.

RAGAZZO

I soldi li prendo.

LUDWIG

Vattene.

RAGAZZO

No, non me ne vado.

LUDWIG

Perché non te ne vai?

RAGAZZO

Perché no.

( Avanza verso di lui. Ora è in piena luce, con il suo corpo completamente nudo.)

64

LUDWIG

Norman, vieni con me questo pomeriggio.

NORMAN

Dove andiamo?

LUDWIG

Al campo di concentramento. Lo sai che qui, vicino a Cambridge, c'è un campo di concentramento per prigionieri di guerra tedeschi?

NORMAN

Sì, ne ho sentito parlare.

LUDWIG

Ho molto sofferto la prigionia durante la prima guerra mondiale.

NORMAN

E che vuoi fare?

LUDWIG

Quel che posso per rendere l'esistenza di questi uomini più sopportabile.

(Avanza il rappresentante dei prigionieri. E' accompagnato da due guardie.)

LUDWIG

Come siete trattati?

RAPPRESENTANTE

Bene. Non abbiamo bisogno di niente, Herr Professor.

LUDWIG

Vi trattano con umanità?

RAPPRESENTANTE

Sì, Herr Professor. Tutto bene.

LUDWIG

La guerra sta per finire, soldato.

RAPPRESENTANTE

Sì, speriamo tutti di tornare presto a casa.

LUDWIG

Allora, non posso far niente per voi?

RAPPRESENTANTE

Davvero, niente, grazie, Herr Professor.

(Si allontana con i suoi due carcerieri. Ma all'improvviso si volge ancora a Wittgenstein.)

Herr Professor! Mi scusi. Forse qualcosa potrebbe fare per noi: potrebbe procurarci strumenti e spartiti musicali? Abbiamo una gran voglia di suonare la nostra musica e sembra che ci verrebbe permesso.

(Un complessino, raffazzonato ma molto dignitoso, formato da soldati tedeschi un po' straccioni e un po' fieri di esserlo, comincia a suonare qualche divino Bach.)

Per noi sarebbe una consolazione.

65

"L'enigma non esiste."

66

TOMMY

Ma è terribile.

LUDWIG

La filosofia lascia tutto com'è, Tommy.

67

LUDWIG

I libri di Russell andrebbero raggruppati sotto due colori: quelli che trattano di logica matematica in rosso - e chiunque si occupa di filosofia dovrebbe leggerli - e quelli che trattano di politica in blu - e non si dovrebbe consentire a nessuno di leggerli.

68

"Le auguro pensieri buoni, non necessariamente intelligenti, e quella dignità che l'acqua non cancella."

69

(Oh, che bel primo piano, doloroso e sapiente! Ludwig viene sorpreso mentre legge una lettera che ha appena ricevuto. Il glamour cinematografico è accentuato dal fatto che la voce è quella della mittente, fuori campo.)

" 6 luglio 1918

Caro signor Wittgenstein,

so che la notizia che devo darle l'addolorerà molto. Mio figlio è morto in volo l'8 maggio scorso. Era impegnato in un'attività di ricerca di aerodinamica che aveva già dato molti risultati di grande valore. Era contentissimo di volare, gli piaceva, e penso che negli ultimi mesi di vita sia stato felice come può esserlo un uomo... Voglio dirle quanto le volesse bene, fino all'ultimo, e quanto stimasse la vostra amicizia. L'ho visto il giorno prima che morisse e abbiamo parlato di lei. Egli parlava sempre di lei con grande affetto e si rammaricava molto di non poterle scrivere... Le conservo dei libri di David che sono certa egli vorrebbe venissero dati a lei. Sapendo quale nobile e coraggioso figlio abbiamo perso, potrà immaginare il nostro grande dolore. Tuttavia, non vogliamo perdere anche i suoi amici, per cui facciamo in modo di ritrovarci appena possibile. Spero di ricevere una sua lettera in risposta a questa mia.

Ellen F. Pinsent"

70

LUDWIG (descrivendo la foto alle sue spalle)

Eccoli, gli scolari di Offertal, i poveri contadinelli delle mie scuole elementari nell'Austria rurale. Hanno i piedi nudi e fa freddo. Guardate quelli della prima fila. Uno, in particolare, sembra avanzare di un passo, offrirsi all'obiettivo della macchina fotografica. Questo ragazzino ha i capelli biondi? Ha i capelli grigi? Cos'ha? Ha male all'anima? Nessuna risposta.

71

GRETL

Ludwig, voglio costruirmi una casa nuova.

LUDWIG

Qui a Vienna, sorellina?

GRETL

Sì. Mi sono già rivolta al tuo amico Paul Engelmann.

LUDWIG

E' molto dotato.

GRETL

E lui ha pensato a te.

LUDWIG

Me lo ha detto.

GRETL

Vorrebbe che costruiste la casa insieme. Io sono d'accordo, naturalmente. Non può farti che bene, Ludwig, impegnarti in una nuova impresa.

LUDWIG

"Paul Engelmann & Ludwig Wittgenstein, architetti". Vedo già la targa sulla porta del nostro ufficio.

GRETL

Ti occuperai in particolare di finestre, porte, serrature e radiatori.

LUDWIG

Ti assicuro, Gretl, che non ci sarà dettaglio che considererò elemento marginale, trascurabile. Li farò impazzire.

GRETL

Non siamo al mondo per questo, Ludwig.

LUDWIG

Sì, invece, siamo al mondo proprio per questo.

GRETL

Basta che tu non faccia impazzire me.

LUDWIG

Chissà.

GRETL

Che brividi.

LUDWIG

Non concederemo molto al comfort. Niente tappeti, niente lampadari, niente tende. Pavimenti di lucida pietra scura. Pareti e soffitti di color ocra pallido. Illuminazione a bulbo, spoglia. Tutto metallico. Tutto grezzo.

GRETL

Brividi.

LUDWIG

Ma sai che fine farà la tua casa, Gretl? Sorellina, la tua casa rimarrà abbandonata a se stessa. Dovrai fuggire, lasciare l'Austria per un paese straniero, indesiderata, il palazzo nelle mani indifese della servitù, del servitore più fedele e più vecchio. Poi la guerra... l'occupazione... caserma...stalla... Avrai il coraggio di ritornarvi a morire?

GRETL

Sì, spero proprio di sì.

LUDWIG

Com'eri bella, il giorno che ti sei sposta, Gretl! Quanti anni sono passati? Non molti, cara signora Margaret Stonborough-Wittgenstein. Come sei bella nel ritratto di Klimt. Gustav ti ha colto proprio nella luce giusta: il collo lungo, di cigno, il lungo abito bianco tutto pieghettato, la quadricromia dello sfondo, delle pareti, del pavimento, lo sguardo verso lo sposo, le mani riunite serene sul grembo. Come sei bella!

(Perché Gretl la vediamo soltanto ora, davvero: ed è identica, vestita proprio nello stesso modo e nello stesso atteggiamento del quadro di Klimt.)

72

LUDWIG

Non ce la fo a vivere solo, a Rosro. Per me è inconcepibile, Tommy, l'idea di trascorrere l'inverno in solitudine, in un posto come questo.

TOMMY

Capisco, signore. Accade a tutti, mi creda. Solo che gli altri non possono fuggire.

LUDWIG

Potresti ospitarmi tu.

TOMMY

No, signore, impossibile. Il mio cottage è troppo piccolo: è minuscolo. E' già ora insufficiente per me, mia madre e mia sorella.

LUDWIG

Mi rivolgerò alla signora Phillips.

TOMMY

Niente da fare, mi creda. Kylemore House viene affittata solo nel periodo estivo. Lei lo sa bene.

LUDWIG

Sì, lo so.

TOMMY

Se vuole continuare ad abitare a Connemara non ha altra possibilità che vivere solo.

73

"Il pensiero è digestione."

74

LUDWIG

Certo, c'è mancato poco che non diventassi una celebrità.

TOMMY

Perché, signore?

LUDWIG

Sai, da ragazzino, ho frequentato una scuola strana, una scuola per semplici periti tecnico-industriali, la Realschule di Linz. E' stato uno dei miei capricci infantili. C'erano tanto ragazzini, quasi tutti figli di famiglie operaie o piccolo-borghesi. E tra questi un certo Adolf Hitler.

TOMMY

Hitler?!

LUDWIG

Sembra di essere in uno spettacolo teatrale, vero? Con colpi di scena e tutto il resto. Per impressionare i poveri spettatori in platea, che hanno bisogno di emozioni forti. Ma la mia vita non è un musical, Tommy.

TOMMY

Ma...l'Hitler...l'Hitler che conosciamo tutti?

LUDWIG

Hitler lui. Adolf Hitler. Non conosco altro Hitler. Aveva quasi la mia stessa età, però era due anni indietro. Non studiava molto e non capiva molto, il povero Adolf. Anzi, è stato costretto ad abbandonare anche Linz perché i risultati erano davvero mediocri. Io non l'ho proprio notato. Peccato. Non ci siamo mai salutati, che io sappia.

TOMMY

Non ricorda niente?

LUDWIG

Ricordo il professore di storia, il signor Leopold Potsch. Un mascalzone fiorito. Parlava sempre di "dinastia degenerata" a proposito dei poveri Asburgo e di pangermanesimo e di nazionalismo a base popolare e altre balle spaventose, di cui mi rendevo conto benissimo anche se ero un ragazzino. Chissà...

TOMMY

Chissà, cosa?

LUDWIG

Chissà.

75

HESTER

Sono la sorella di David. Ve lo ricordate, amici miei? Lui non lo ha mai dimenticato. Ludwig veniva sempre a trovarmi, a Cambridge, tanti anni dopo la morte di mio fratello. Non lo aveva dimenticato.

(Ludwig si sta coscienziosamente infilando la cravatta: è la prima volta che gliela vediamo.)

Ludwig era noto a tutti perché vestiva in modo molto informale: solo giacca, niente cravatta, ad esempio. Le uniche occasioni in cui Wittgenstein metteva la cravatta erano quando veniva a farmi visita.

LUDWIG

Buonasera.

HESTER

Buonasera, professore. Gradisce qualcosa? Un tè?

LUDWIG

Sì, grazie, una tazza di tè.

HESTER (agli spettatori)

La mia prima visita a Cambridge è stata nel 1913. Com'è lontano, quell'anno benedetto. Mio fratello era ancora vivo. Venni a trovare mio fratello David in occasione della sua laurea. E per caso fui portata in canoa sul Cam da Wittgenstein, un onore unico al mondo, direi!

LUDWIG

Ma io non ricordo più.

HESTER

David era ancora vivo ed era così allegro! Così giovane e così allegro. Pieno di vita.

LUDWIG

Nemmeno questo ricordo più.

HESTER

Eravate così belli. La vita era così bella.

LUDWIG

Non ricordo David. Non ricordo più.

(Ludwig si alza e se ne va. Si ferma a sfilarsi lentamente la cravatta, che nasconde in qualche tasca.)

76

LUDWIG

Lo so, Norman, perfino gli amici più vicini a me mi considerano un Vogelfrei, vale a dire un fuorilegge, un eccentrico, un emarginato, un barbone intellettuale, un uccello troppo spregiudicato, che vive fuori dal branco e contro il quale chiunque ha il diritto di sparare.

77

LUDWIG

Il mio rimorso. Traducetelo in tutte le lingue del mondo, fate passare i sottotitoli sullo schermo, amplificate elettronicamente la mia voce, enfatizzate, enfatizzatelo, il mio rimorso!

TOMMY

E' dal primo giorno che glielo sento dire. Lei non ha rimorsi. Lei è troppo solo per aver commesso qualcosa di malvagio. Solo i gruppi organizzati sono malvagi, se lo ricordi, professore. Gli uomini si mettono insieme apposta: fingono qualche nobile proposito e poi fanno il maggior male possibile. Organizzandosi. Società organizzate. Organizzazioni. Lei è solo. Si trascina questo incubo e non sa nemmeno perché. Almeno ne volesse parlare. E' dal primo giorno che si trova qui, tra noi, che parla di rimorsi, signor Wittgenstein. Lei se li sogna la notte, i suoi rimorsi...

LUDWIG

Ragazzi, state zitti!

TOMMY

La smetta di tormentarsi.

LUDWIG

Un po' di silenzio, ragazzi! Non riesco a pensare.

TOMMY

Cos'ha, pofessore?

LUDWIG

Josef, sta' zitto, ti ho detto!

TOMMY

Quanti anni hai, Josef?

JOSEF

Undici, signore.

TOMMY

Sembri ancora più piccolo. Sei un po' smunto e magrolino per la tua età, Josef. Dovresti mangiare di più. Non ti dà da mangiare tua madre?

JOSEF

Sì signore. Ma la mia mamma lavora come domestica nella casa di un fittavolo, qua vicino, lavora tutto il giorno e non ha molto tempo per pensare a me. Deve cercare di guadagnare qualche soldo per tirare avanti.

TOMMY

E tuo padre, Josef?

JOSEF

Mio padre è morto molti anni fa. Io non l'ho conosciuto, signore.

TOMMY

Non chiamarmi signore, Josef. Sono un poveraccio proprio come te. Siamo fatti della stessa pasta, noi due. Sei austriaco, io irlandese: ma poi? Vedi qualche altra differenza?

JOSEF

No signore.

TOMMY

Chiamami Tommy.

JOSEF

Sì signore.

TOMMY

No, io vedo anche un'altra differenza. Mi so difendere, sono grande e grosso, non smunto e malaticcio. Me, non mi colpiscono facilmente.

JOSEF

Me, mi colpiscono facilmente. Il professore si lasciò sopraffare dal nervosismo e mi colpì forte, due volte, fino a farmi perdere i sensi. Due volte, fortissimo. E io persi i sensi.

(Ludwig colpisce due volte il ragazzino, selvaggiamente.)

TOMMY

Era il tipo di ribelle indisponente, signore?

LUDWIG

No.

TOMMY

Allora uno sfrontato pestifero ragazzo pieno di sé?

LUDWIG

No.

TOMMY

Solo lento?

LUDWIG

Sì.

TOMMY

Solo timido, esasperantemente lento nel rispondere alle domande in classe?

LUDWIG

Sì.

TOMMY

E lei lo ha colpito fino a fargli perdere i sensi?

LUDWIG

E' svenuto, mi sono lasciato prendere dal panico, non sapevo più che fare. Ho ordinato agli altri ragazzi di tornare sùbito a casa e di non raccontare niente a nessuno dell'accaduto.

TOMMY

Via, ragazzi, andate a casa. Per oggi la scuola è finita. Andate a casa. Non è successo niente. Josef sta bene. Andate a casa. E poi cosa ha fatto?

LUDWIG

Ho preso il corpo del ragazzo tra le braccia e l'ho portato nella stanza della direzione.

PIRIBAUER

Posso? Permette? La madre di questo ragazzo lavora presso di me, in campagna. E' una brava donna, forte e instancabile, che fatica tutto il giorno per portare un pezzo di pane ai figli. Era troppo timida per farsi valere. Aveva paura del signor maestro. Allora ci ho pensato io. Ero indignato. Ero fuori di me dall'indignazione. Che un tanghero di signore venisse dalla città a picchiare i nostri ragazzi! Mi sono precipitato a scuola e l'ho caricato di tutti gli insulti possibili. Posso urlare?

(Ed effettivamente si mette ad urlare come un ossesso.)

Maiale! Lei non è un insegnante, ma un domatore da circo, un ammaestratore di animali! Invece di rifarsela con un ragazzotto, provi un po' con me, signor maestro dei miei stivali! Porco! E ora vado a chiamare la polizia! Voglio vedere come riuscirà a spiegare quello che è successo!

TOMMY

E così ha fatto?

PIRIBAUER

Sì, ma l'unico agente del posto era assente in quel momento.

TOMMY

Dunque non fu possibile ottenere niente?

PIRIBAUER

E nella notte il signor maestro scomparve. Nessuno lo ha mai più visto da queste parti. Nessuno. Lo avrebbero fatto a pezzi.

(Ludwig si sta allontanando silenziosamente, in punta di piedi, nell'oscurità, con un dito sulle labbra perché nessuno parli e riveli la sua presenza.)

LUDWIG

Assolto. Al processo che ne seguì fui assolto da ogni accusa. Negai tutto. Mai accaduto nulla. Mai alzato le mani sui miei allievi. Mai picchiato nessuno. Mai violenza.

78

TOMMY

Questa è l'ultima canzone che le canto. D'accordo? Poi lei prenderà la sua povera strada ed io la mia. Tornerà mai da queste parti, signore?

LUDWIG

No, Tommy, non tornerò mai più.

TOMMY (canta Molly Malone)

In Dublin's fair city, where the girls are so pretty

I first set my eyes on sweet Molly Malone,

As she wheel'd her wheelbarrow thro'streets broad and narrow

Crying cockles and mussels! alive, alive, O!

She was a fishmonger, but sure 'twas no wonder,

For so where her father and mother before,

And they each wheel'd their barrow thro'streets broad and narrow

Crying cockles and mussels! alive, alive, O!

She died of a fever, and no one could save her,

And that was the end sweet Molly Malone,

But her ghost wheels her barrow thro'streets broad and narrow

Crying cockles and mussels! alive, alive, O!

79

RUSSELL

Wittgenstein!

LUDWIG

Noi dobbiamo argomentare.

RUSSELL

Wittgenstein, ti prego!

LUDWIG

Il mondo è la totalità dei fatti, non delle cose.

RUSSELL

Wittgenstein, voglio che tu sia disposto a prendere atto che in questa stanza non c'è alcun rinoceronte.

LUDWIG

No, non sono affatto disposto.

RUSSELL

Mi devi dare atto che in questa stanza non c'è alcun rinoceronte!

LUDWIG

Mi rifiuto di ammettere l'esistenza di alcunché...

RUSSELL (esasperato)

Ma guarda! Apri gli occhi! Qui non c'è! E qui nemmeno! E nemmeno qui! Guardiamo sotto il letto. Nemmeno sotto il mio letto c'è un rinoceronte. Nemmeno sotto il letto! Non c'è un rinoceronte in questa stanza! E nemmeno in tutto il teatro, ci scommetterei! Signori: c'è un rinoceronte in questo teatro? No?! Siete sicuri? Avete guardato bene sotto le vostre poltroncine? Davvero?

LUDWIG

Mi rifiuto di ammettere l'esistenza di alcunché...ad eccezione delle asserzioni.

RUSSELL

Evidentemente i rinoceronti non sono poi così ingombranti come credevo.

80

LUDWIG (descrivendo la foto alle sue spalle)

E questo sono io. Frontale. Giacca, camicia sbottonata, capelli in disordine, piega amara della bocca, occhi spiritati, la mente lontana. Non manca nulla. Nemmeno un'incipiente pazzia. Nulla. Sono a Cambridge, sono in ogni luogo. A cosa sto pensando? Non lo so. Ma non è anche per voi una foto sconvolgente? Guardatela ancora un istante, vi prego, è quasi un addio. Ancora un istante.

81

"Mistico non è il modo com'è fatto il mondo, ma il fatto ch'esso esista."

82

LUDWIG

Com'è buono questo pane, signora!

MOGLIE DI NORMAN

E' pane di segala. Lo fanno da queste parti. Mentre questo è formaggio svizzero. Arriva perfino qua, in America.

LUDWIG

Davvero squisito.

NORMAN

Hot Ziggety!

LUDWIG

Che stai dicendo, Norman?

NORMAN

E' una frase di gergo che ho imparato da ragazzo, nel Kansas. Hot Ziggety! Cioè: è proprio appetitoso, ha proprio un bell'aspetto... Mangiami, mangiami!

(Ludwig afferra il pane di segala e il formaggio e improvvisa un folle balletto.)

LUDWIG

Hot Ziggety! Hot Ziggety! Non voglio mangiare altro in vita mia.

83

LUDWIG

Di che cosa possiamo parlare noi, oggi? Di cancro. Questo è l'alfa e questo è l'omega. Spero solo di non soffrire troppo. Spero di comportarmi con dignità. Spero di essere un pochino uomo. Spero di non offrire spettacolo indecoroso. Spero che i miei lamenti non siano animaleschi. Spero che il cancro non si riveli all'improvviso, lontano da casa. Spero di resistere. Spero di morire. Spero che qualcuno mi accolga con sé, in casa sua, offrendomi un tetto. Spero che la vita non sia ancora interminabilmente lunga.

84

LUDWIG

Che cosa abbiamo fatto?

RAGAZZO (accende una sigaretta, con calma, e si accomoda il lenzuolo sul corpo nudo)

Non te lo ricordi?

LUDWIG

Tu chi sei?

RAGAZZO

Non te lo ricordi?

LUDWIG

Andremo avanti tutta la sera a domande, senza alcuna risposta?

RAGAZZO

E non è sempre così, forse?

LUDWIG

Se è sempre così, smettiamo di far domande.

RAGAZZO

Così finalmente avremo le risposte.

LUDWIG

Come sei bello!

RAGAZZO

Finalmente. Questa non è una domanda e non è nemmeno una risposta. Mi chiamo Thomas. Ho diciannove anni. Dicono che sono bello. A me sembra di essere uno come tutti gli altri. Faccio l'operaio. Guadagno poco e male. E lavoro come una bestia tutto il giorno. La sera passo di qua, faccio qualche soldo, mi diverto, credo di essere un re, sono io il padrone, bevo, fumo, non penso che il giorno dopo, qualche ora dopo, sarò di nuovo al lavoro sotto il mio padrone di tutti i giorni. Sono bello davvero?

LUDWIG

Sì, molto bello. E giovane. E fresco.

RAGAZZO

Se lo dici tu...

LUDWIG

Perché solo i ragazzi sono così freschi?

85

(La sala è stracolma. Tutti intorno al letto di Wittgenstein, con il ragazzo che riesce in qualche modo, sebbene completamente nudo, a sgattaiolare via.)

OSCAR WOOD

A nome della Iowett Society, di cui sono il segretario, dichiaro aperta la riunione. La discussione di questa sera verte sul Cogito cartesiano: l'affermazione di Cartesio, Cogito ergo sum, è ancora valida?

(Wittgenstein si alza faticosamente dal letto, coprendosi in parte con un lenzuolo. E' come se fosse ubriaco e tutta la scena acquista le dimensioni e il sapore di un incubo.)

LUDWIG

Vorrei la parola.

OSCAR WOOD

La parola al professor Wittgenstein.

LUDWIG

Tralascio del tutto di parlare della validità o meno dell'argomentazione di Cartesio. Vorrei adoperarmi invece a utilizzare un mio metodo personale.

PROF. PRITCHARD

E perché mai, sant'Iddio?

LUDWIG

Esimio professore, semplicemente per questo motivo: se un tale mi dice con gli occhi rivolti al cielo: "Penso che pioverà, dunque esisto", io semplicemente non lo capisco. E, se non lo capisco, non lo sto nemmeno a sentire.

PROF. PRITCHARD

Molto interessante. Infatti è proprio quello che io ho intenzione di fare con lei. Perché, quello che vorremmo sapere, esimio professore, è semplicemente questo: il cogito cartesiano è ancor oggi valido oppure no?

OSCAR WOOD

Il professor Pritchard era vecchissimo, sordo e per di più scosso da una terribile tosse. Quella sera poi la sua dote principale risultò essere una totale mancanza di tatto.

PROF. PRITCHARD

Anche questo è davvero molto interessante. Ma, vecchio o no, sordo o no e tosse o no, il cogito cartesiano è sempre valido o no?!

(Ludwig tace, visibilmente imbarazzato.)

Esimio professore, il cogito è valido oppure no?

( Se ne va trascinandosi fuori dalla sala in preda al disgusto, tossendo terribilmente.)

86

" Se sbaglio, vorrà dire che avrò sbagliato. "

87

LUDWIG

Elizabeth, lo sai che le donne mi disgustano.

ANSCOMBE

Sì, professore.

LUDWIG

E soprattutto le filosofesse.

ANSCOMBE

Sì, professore.

LUDWIG

Per te farò un'eccezione.

ANSCOMBE

L'hai già fatta.

LUDWIG

Ti nominerò una specie di maschio ad honorem.

ANSCOMBE

Grazie, Ludwig.

LUDWIG

Non c'è di che, vecchio mio.

ANSCOMBE

La lezione è terminata.

LUDWIG

E vedi, non c'è nemmeno una studentessa in aula. Grazie a Dio ci siamo liberati delle donne!

88

TOMMY (riapparendo improvvisamente)

Qual è il suo scopo in filosofia?

LUDWIG

Insegnare alla mosca la via d'uscita dalla trappola.

89

LUDWIG

Prima di entrare in argomento, farò qualche osservazione preliminare. Sento che mi sarà molto difficile comunicarvi i miei pensieri. L'inglese non è la mia lingua e quindi il mio modo di esprimermi manca spesso di quella precisione e sottigliezza che sarebbero desiderabili quando si parla di un argomento difficile...

(La voce svanisce lentamente, le luci si abbassano: è come se la vita mancasse. Poi, altrettanto lentamente, tutto riprende. La conferenza è al suo termine.)

... La mia tendenza e, io ritengo, la tendenza di tutti coloro che hanno mai cercato di scrivere o di parlare di etica o di religione, è stata di avventarsi contro i limiti del linguaggio. Quest'avventarsi contro le pareti della nostra gabbia è perfettamente, assolutamente disperato. L'etica, in quanto sorga dal desiderio di dire qualcosa sul significato ultimo della vita, il bene assoluto, l'assoluto valore, non può essere una scienza. Ciò che dice non aggiunge nulla, in nessun senso, alla nostra conoscenza. Ma è un documento di una tendenza nell'animo umano che io personalmente non posso non rispettare profondamente e che non vorrei davvero mai, a costo della vita, porre in ridicolo.

90

(Ludwig corre, facendo volare uno splendido aquilone colorato.)

LUDWIG

Debbo fornire degli aquiloni all'osservatorio, debbo fornire degli aquiloni all'osservatorio, debbo fornire degli aquiloni all'osservatorio...

(Continua a ripetere la frase come un bambino incantato, mentre fa volare l'aquilone sopra la testa degli spettatori.)

91

"Io sono uno di quei casi che forse oggi non sono così rari: avevo un compito, non l'ho adempiuto e perciò adesso sto sprofondando."

FINE

Bibliografia essenziale:

1. Anscombe: Introduzione al Tractatus di Wittgenstein, 1959 (Ubaldini - Astrolabio 1966)
2. Chauviré: Ludwig Wittgenstein, Editions du Seuil, 1989
3. Engelmann: Lettere di Ludwig Wittgenstein, con Ricordi, 1967 (La Nuova Italia 1970)
4. Malcolm: Ludwig Wittgenstein, 1958 (Bompiani 1964)
5. Monk: Wittgenstein, 1990 (Bompiani 1991)
6. Pinsent: Vacanze con Wittgenstein, 1990 (Bollati Boringhieri 1992)
7. Wittgenstein: Diari segreti, Laterza 1987
8. Wittgenstein: Lezioni e conversazioni, 1965 (Adelphi 1982)
9. Wittgenstein: Ricerche filosofiche, 1953 (Einaudi 1967)
PERSONAGGI
(in ordine di entrata)

Ludwig
Tommy, un pescatore irlandese
1° ragazzo
David, un amico
Russell, filosofo
Drury, un amico
Una bambina
Trakl, poeta
Hermine, una sorella
Keith, un giovane allievo
Norman, un allievo americano
La moglie del pastore
Pastore
2° ragazzo
Commilitone
Moglie di Moore
Moore, professore
Spettatore occasionale
Moglie di Norman
Popper, filosofo
Francis, un amico
Sraffa, economista
Mrs Bevan
Dr Bevan, ultimo medico curante
Keynes, economista
3° ragazzo
Rappresentante dei prigionieri
Ellen, madre di David
Gretl, una sorella
Hester, sorella di David
Josef, un ragazzino
Piribauer, un contadino austriaco
4° ragazzo
Oscar Wood, segretario della Iowett Society
Prof. Pritchard, professore
Anscombe, l'allieva predilettasoldati, studenti, ragazzi che giocano, prigionieri eccetera

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