Paradiso del riso
Puesia
La nonna ci proibiva di lasciare del riso nel piatto.
Invece di raccontare della fame in India e dei bambini
dal ventre gonfio, che spalancavano la bocca per ogni chicco,
con lo stridio della forchetta e gli occhi velati spingeva i rimasugli nel centro del piatto.
Diceva che il riso avanzato si leva,
lamentandosi al cospetto di Dio.
Ora lei è morta e immagino il giubilo dell’incontro
fra la sua dentiera e i cherubini dalla spada fiammeggiante,
sulla soglia
del paradiso del riso.
Ai suoi piedi stenderanno un tappeto di riso rosso,
mentre un sole di riso fulvido si abbatterà
sul candido corpo delle fanciulle dell’Eden.
Mia nonna le ungerà con olio di oliva e le immergerà
una per una nelle caldare cosmiche della cucina di Dio.
Nonna, mi verrebbe da dire, il riso altro non è che una conchiglia contratta
rigettata, come te,
dal mare della mia vita.