da INFANZIE
Puesia
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Io avevo una madre e non voglio negarlo
Chissà da quanti anni è morta quella pavida
che a tutti diede tutto tranne la libertà.
Chissà da quanti anni il Fascio non c’è più
e non c’è più il termometro l’amante, la pomata.
La casa non c’è più il ragno, la tarantola.
Ma noi non ce ne siamo né accorti né pentiti.
Né ci siamo rivisti come all’epoca
sul ciglio del torrente bombardato.
Le cose sono andate in segatura e polvere,
mangiate da una tassa continua, inesorabile.
Chissà da quanto tempo non è più qui il quaderno
spedito a tuo nipote dalla guerra di Spagna
per gli esercizi facili: anche se non so dire
se è meglio la ciabatta o la zapata
e qualche volta èsito tra alba e madrugada
e golondrina e rondine. Chissà tra quali brividi
è morta quella mosca che nel giorno più nero
del settecento nove scampò a sicura morte
staccando dalla cripta dei frati cappuccini
e traversando l’aria con quella testa a mandorla
– così improponibile in un insetto serio –
che pure Dio rideva e si faceva piccolo
al solo dubitare che anche lui, a volte,
progettava una rosa
e gli veniva un angelo.