Versione :
Talianu

MORES : SARDEGNA BANDERA

PRIMA SCENA

Lo spazio scenico e suddiviso in tre luoghi ben precisi, la caserma dei Carabinieri, la Chiesa, la Scuola.
Nella scuola, due banchi seduti quattro bambini saxofonisti, in piedi davanti ai bambini la maestra.
Al centro della scena dentro la chiesa, il parroco disegna sullo sfondo la sua chiesa e il piccolo paese.
I quattro musicisti eseguono il primo pezzo.

Il prete finisce il suo disegno, i musicisti il loro pezzo, la maestra accompagna i suoi alunni in visita alla chiesa, i quattro musicisti siedono ai piedi della grande croce al centro della scena, la maestra alla destra dei bambini musicisti, il parroco alla sinistra.

Don Casti: (Tossisce con insistenza)
Maestra: Don Casti non sta bene? Le porto un bicchiere d’acqua?
Bambini-musicisti: (Ridacchiano con gli strumenti)
Don Casti: (Tossisce ancora)
Maestra: Eh, voi! Poco da ridere. Non si ride delle difficoltà degli altri, ricordate che ai più grandi bisogna portare rispetto.
Don Casti: (La tosse non si ferma)
Bambini musicisti: (Schiamazzi con gli strumenti)
Maestra: Don Casti! Questa tosse non va per nulla bene! Dovrebbe farsi dare qualcosa in farmacia. Ora è primavera, come sarà quest’inverno? Non va bene, mi dia retta.
Don Casti: (Tossisce) Non passa, finché starò qui non passerà. Questa tosse maledetta è arrivata il giorno che il vescovo mi ha assegnato questo santuario. A quel tempo qua intorno, credete a me, era tutta campagna. Non c’erano né case né strade. Non c’era neanche il cielo.
Bambini-musicisti: (Ridono e schiamazzano)
Don Casti: Che ridete? Qui c’erano solamente quattro famiglie di pescatori ed il santuario. Quello che non è mai mancato è questo vento, che si sentite di giorno e di notte, che fa volare tutto e piega gli alberi. Qualche volta sembra che parli, soprattutto di notte. E quando vi comportate male viene a rimproverarvi… Entra nelle vostre stanzette, e… (una porta che sbatte lo interrompe bruscamente, facendo voltare di soprassalto i bambini)
Maestra: Don Carlo non esageri!
Don Casti: Mariam! (La porta sbatte ancora) C’è qualche porta aperta e il vento è entrato a rimproverare anche me. Mariam! Ah, ormai alla mia perpetua non le funziona più tanto bene la testolina. (la porta sbatte ancora una volta). Mariam! (Tossisce ancora).
Maestra: Povera Mariam! Una straniera tutta sola in una comunità che l’ha accolta come un’appestata. Lo credo bene che una poi ammattisce. E quei figli disgraziati morti annegati? Signore, che tragedia! Se non ci foste stato voi don Casti, che siete così buono… Chi avrebbe dato un lavoro a una povera musulmana?
Bambini-musicisti: (Rumoreggiano con i sax)
Don Casti: Lo so che a voi non importa nulla della tragedia! Vi importa solo di aver saltato una lezione a scuola; sappiate che questa non è una gita di piacere, siete qui per fare visita alla casa di nostro Signore Gesù Cristo, e per conoscere meglio la storia del vostro paese, ignoranti sburciollonausu!
Maestra: Dovete stare attenti perché domani faremo un compito in classe e scriverete tutto quello che avete imparato oggi.
Bambini-musicisti: (Schiamazzi rumorosi con gli strumenti)
Don Casti: (Salendo sul pulpito) Silenzio! Non si grida in chiesa! Certo, lui amava i bambini, ma ai suoi tempi quelli erano meno monelli di voi. Allora dicevamo… Siete qui per imparare e conoscere la storia del vostro paese: quella che ci ha portato grandi regali e il regalo più bello è la statua della Madonna Nera custodita nella nostra chiesa. La sua venuta è la storia più bella del nostro paese, un vero miracolo.
Maestra: Ascoltate, ascoltate bene, che domani la scriverete sui vostri quaderni.
Don Casti: Tanto tempo fa, quando voi non c’eravate, quando io non c’ero, non c’erano le case, non c’erano le strade… (Sbatte ancora una porta e lui ci ironizza a voce alta per farlo sentire a Mariam) …ma c’era il vento che fa sbattere le porte… Un giorno, tanto tempo fa il cielo diventò nero, nero, nero, il vento incominciò a soffiare, forte, forte, forte, e quel mare si gonfiò tanto, tanto, tanto… (si immobilizza con le braccia allargate come un crocifisso)
Maestra: Don Carlo!
Don Casti: Sì, dicevo… il mare allora si alzò e gonfiò grandi onde che si infrangevano sulla scogliera, e sembrava che volessero trascinare via tutto quanto incontravano. Passò un giorno e una notte, poi un altro giorno e un’altra notte. I pescatori avevano paura, non avevano mai visto un mare così adirato e pregavano, e pregavano temendo di aver commesso qualche peccato grave, così grave da tenere il mare in eterna agitazione e loro sarebbero morti di fame con le loro famiglie. La tempesta fu terribile, durò ben cinque giorni e cinque notti. Poi venne l’alba del sesto giorno. Il sole si alzò luminoso su un cielo pulito e trasparente, come mai qui si era visto (tossisce fino quasi a soffocare, e si aggrappa alla croce).
Bambini-musicisti: (Suonano un pezzo quasi per addolcire la sua tosse)
Don Casti: Un cielo azzurro, senza una nuvola. Il vento c’era, quello c’era sempre ma era leggero, come le carezze che vi fanno le vostre mamme prima di andare a dormire. Quando i pescatori si avvicinarono alla spiaggia per vedere se potevano riprendere il mare e ricominciare a lavorare, videro una piccola cassa sulla riva, si avvicinarono… la presero… la aprirono… e trovarono dentro una piccola statua: la nostra Madonnina Nera. Era stata lei a calmare quel vento fortissimo, a placare il mare e far tornare il sereno. Tutti gridarono “Miracolo! Miracolo! Miracolo! ” (Tossisce ininterrottamente piegandosi sulla croce, e la maestra gli viene in soccorso, lo invita a scendere dal pulpito), (rivolto alla maestra) Continui lei!
Maestra: Ma il mare non ci aveva portato solo la Madonnina Nera. Infatti, poco più avanti sulla spiaggia i pescatori avvistarono un corpo. Si avvicinarono e videro una donna minuta, tutta tremante, aggrappata a un pezzo di legno. Forse era venuta dall’Africa su una barca affondata al largo. Lei si era salvata afferrandosi a quel legno. Tutti gli altri clandestini erano morti annegati. Quella donna fu chiamata “Sa Mussulmana”. Voi la conoscete, è Mariam, la perpetua di don Casti.
Don Casti: Sì, è proprio così.
Maestra: Vuole continuare lei, don Casti?
Don Casti: No, no, vada pure avanti… Questa tosse!
Maestra: La statua fu portata nel paese e posta nella piazza principale con molti festeggiamenti. Ma successe un fatto molto strano. La mattina dopo ci si accorse che era scomparsa. Vennero fatte delle ricerche e fu ritrovata qui, su questa collina davanti al mare. Così la gente capì che la Madonna aveva scelto questo luogo per costruirle il santuario. È qui da oltre vent’anni, venerata da tutti per i suoi miracoli.
Don Casti: Già, i miracoli… Questo è quando i cavalli impazzirono e si rovesciò una carrozza. Sopra c’erano dei bambini come voi e la Madonna li salvò. E questo… questo è quella volta che tre pescatori furono travolti dalla tempesta in mezzo al mare, pregarono la Madonnina nostra e lei li salvò da morte certa. Quello… no questo… già questo è quando il pullman uscì fuori strada e precipitò nella scarpata e si salvarono tutti. Che miracoli! Che miracoli!
Maestra: Così è. Ora conoscete la storia della chiesetta della Madonna Nera, più tardi in classe scriverete un tema. Ora salutate don Casti.
(don Casti e la maestra soli in chiesa, intanto i quattro ragazzi sono rientrati in classe. Due di loro sopra i banchi disegnano alcuni ex voto raccontati da don Casti.)
Maestra: Carlo ti devi curare, non puoi andare avanti così.
Don Casti: Non c’è cura per questa tosse. (sbatte la porta) È come il vento, non passa mai, in questo luogo dimenticato da Dio. Mariam! Ma dove si è cacciata quella benedetta donna?
Maestra: (sottovoce) A proposito, come sta?
Don Carlo: Non bene. Passa gran parte del suo tempo davanti alla Madonnina. Ci parla come a una persona viva. Domanda, risponde… ride… (fa segno col dito che la donne è un po’ toccata) Che volete, è una brava donna, ma è stata tanto sfortunata.
Maestra: E quando hai deciso di prenderla con te ti sei attirato le critiche del paese.
Don Casti: E cosa potevo fare? Lasciarla morire di fame? Una povera donna che ha perso quattro figli? Non uno, ma quattro! Quattro! Nessuno in paese voleva darle un lavoro per via della sua religione. La gente non si fida di un musulmano, anche se sono brave persone. Che ci vuoi fare? È una sfiducia che ci portiamo dentro come una cattiva eredità! Siamo della gente misera e vigliacca…
Maestra: Ma lei… Lei ti parla dei suoi figli? Del naufragio?
Don Casti: Non molto, mi ha raccontato che lei è partita dall’Africa dopo la morte del marito. Nel suo paese c’era la miseria più nera, così aveva deciso di venire qui per lavorare, per mantenere i quattro figli rimasti in Africa. Il resto lo conosci anche tu. La barca è affondata e lei si è salvata. Più sfortunati sono stati i quattro figli che, qualche anno dopo, volendo raggiungere la madre sono stati gettati in mare dagli scafisti e sono annegati, e oggi lei non ha nemmeno una tomba per piangerli. Oh, Signore, mai si fossero messi in mare!
Maestra: Ciao Carlo, sia fatta la volontà di nostro Signore Gesù Cristo.
Don Casti: Sempre sia fatta.
(la Maestra si allontana)
(I musicisti escono vanno dietro le quinte, levano i grembiulini da scolari, escono ancora e si sistemano nella croce al centro sistemandosi come i quattro mori)
Don Casti: Quattro, non uno. Quattro, (si segna e segna nella croce con un gesso rosso una croce rossa come quella della bandiera dei quattro mori) come i bracci della nostra croce.
Musicisti: (suonano il pezzo dei quattro mori sistemati come i quattro mori della bandiera, quando finiscono il pezzo escono spegnendo le luci e portano via la Madonnina. )

SECONDA SCENA

Mariam: (entra, accende prima la luce sx, poi la luce dx, guarda la nicchia della Madonnina e scopre che è vuota, disperazione muta.)
Don Casti: Ma dove ti eri cacciata? (la cerca con lo sguardo, Mariam gli va incontro e piange buttandosi a terra, lui cerca di risollevarla tenendola sotto le braccia) Ma che succede? Mariam, perché state piangendo? Su, non fate così. Nostro Signore è gioia e felicità, e qui invece… solo lacrime. Su, su, alzatevi e spiegatemi cosa è successo. Cos’è questa storia? (Mariam indica la teca vuota. vanno insieme) Per il sacro nome di Gesù, Giuseppe e Maria, che abbiano pietà di tutti noi! Immui ita fatzu? Cessu… cessu! Dov’è la nostra Madonnina? Chi ha portato via la nostra Madonnina?
(escono disperati)

TERZA SCENA

Maresciallo: (entra al buio in caserma, accende la luce, sale su una sedia e disegna col gesso lo stemma dei carabinieri, ostenta con le sedie, effettua due spostamenti, alla fine tutto è in ordine, poggia il capello su una sedia.) Tutto in ordine, come al solito. Che caldo! Strano, non tira neanche un filo di vento, si è fermato all’improvviso.
Don Casti: (si precipita in caserma, trafelato) Sparita! È sparita, spressia! Ndd’i nanti furada, pigada! Ce l’hanno portata via, signor maresciallo… Rubata! Con quel che valeva! Rubata!
Maresciallo: Don Casti calmatevi e spiegatevi.
Don Casti: Furada sa Madonnina nosta, con tutto l’oro! Hanno rubata la Madonnina Nera, con tutto l’oro, maresciallo.
Maresciallo: Cominciate col sedervi, sedete…. No alt! Non sul capello! (leva il capello da sotto il culo del parroco e lo mette nell’altra sedia) Sedete! Quindi: cominciamo dal principio. Si può sapere cosa è successo? Cosa farfugliate? La Madonnina Nera? Su, fatemi capire cosa è successo! Uff, oggi non si respira…
Don Casti: Rapita, rubata! La Madonnina nostra con tutti i gioielli, tutti gli ex voto dei suoi fedeli! Tutto l’oro è stato rubato!
Maresciallo: Fatemi capire. Voi siete entrato in chiesa e avete notato che non c’era più la statua della Madonna? È così?
Don Casti: Sì, è così.
Maresciallo: Uhm. Così con tutto quell’oro a qualcuno la grazia l’ha fatta davvero.
Don Casti: Ne ha fatte tante di grazie, maresciallo. Non dovreste scherzare su queste cose.
Maresciallo: Lo so, lo so. In paese tutti hanno portato l’oro alla Madonna, anche mia moglie. Ci ha portato la catenina del battesimo del mio Tonino. Si era preso la febbre quartana che non passava mai. Ve lo ricordate?
Don Casti: Sì, sì che mi ricordo… ma vi sembra il momento di parlare della febbre di Tonino vostro? E comunque sì: c’era anche il vostro ciondolo d’oro appuntato sul vestito, come tutti gli altri. Ci sarà stato un chilo d’oro appeso al vestito.
Maresciallo: Uhm. Così adesso c’è la novità che abbiamo i ladri in paese.
Don Casti: Così sembra, marescia’. Dovete fare qualcosa.
Mariam: Permesso?
Don Casti: Ecco è arrivata Mariam. Lei ha scoperto il fatto, lei per prima ha notato la sparizione. Vieni avanti Mariam, e racconta al maresciallo se hai visto o sentito qualcosa di strano. Ma c’è un caldo qui… Non c’è un filo d’aria…
Maresciallo: Venite, venite avanti Mariam. Sedete. Raccontatemi come sono andate le cose.
Don Casti: Su, siediti e non aver paura, Mariam. Racconta.
Maresciallo: Avete notato qualcosa di strano? Avete visto qualche persona sospetta che si aggirava intorno al santuario?
Don Casti: Su!
Maresciallo: Su!
Don Casti: Su!
Maresciallo: Su! Su!
Don Casti: Su! Su! Su!
Maresciallo: Don Casti! Le indagini le conduco io. Avanti, dite qualcosa, Mariam. Allora Mariam, dite, dite. Cribbio, Don Ca’: quasi non si respira… Non si muove foglia… Che caldo!…
Mariam: La mancanza.
Maresciallo: Eh?
Mariam: La mancanza.
Maresciallo: La mancanza? E che significa? Solo questo mi sapete dire? Eppure l’italiano lo avete imparato. Su, forza. Spiegatevi meglio.
Mariam: La mancanza!
Don Casti: Abbiate pazienza, maresciallo. Da quando ha perso i suoi figli non c’è più con la testa. Su, Mariam: rispondete al maresciallo che ci aiuta a ritrovare la Madonnina. Uff, qui non si respira…
Mariam: Voi non ascoltate: è la mancanza.
Maresciallo: Certo, la mancanza della statua della Madonna – e soprattutto del suo oro, vero Don Casti? –
Anzi, ditemi un po’: non è stato imprudente tenere tutto quell’oro senza protezione?
Don Casti: Che volete, non posso metterlo sotto chiave. Chi ha donato vuole riconoscere il suo oro, questo rafforza la fede…
Maresciallo: Si, ma, toglietemi una curiosità: mi hanno detto che voi prendete gli oggetti… diciamo più vecchi… e andate da quell’orafo napoletano a farle fondere… E che ne fate? Che ne fate dei soldi che vi dà il napoletano?
Don Casti: (offeso) Che volete che ne faccia? I restauri al santuario costano, marescia’! Tutto costa: una volta la porta, l’altra il tetto, l’altra ancora le statue da restaurare, la corrente, il muratore, il…
Maresciallo: (lo interrompe) Sì, sì, ho capito. Nessuno vi accusa di niente, ci mancherebbe altro, era così, domande sulla sicurezza, voi capite. Prassi.
Don Casti: Certo tutto capisco, anche quello che non devo capire. Quello che non capisco è chi ha avuto la sfrontatezza di portarsi via la statua. Se voleva l’oro poteva prendere solo quello e andare via.
Maresciallo: Mmm. Eh, no! Troppo tempo ci voleva. L’oro era appuntato sul vestito, difficile tirarlo via. Più facile prendere tutto e scappare. Voi lo sapete don Ca’: adesso non si fermano davanti a nulla, neanche davanti ai santi. Che calore insopportabile… neanche un filo di vento… tutto fermo… non era mai successo, che io mi ricordi. Ma torniamo a noi: la porta, Mariam. Com’era la porta? (si sbottona la giacca e la apre) Aperta? Chiusa? Scassinata, rotta? Come avete trovato la porta quando siete entrata in chiesa? (sventola la giacca sbottonata).
(Mariam non risponde)
Don Casti: Maresciallo, vi devo lasciare: ho la messa fra dieci minuti. Con quel che è successo se preghiamo tutti insieme magari la Madonna ci aiuta e ci porta dove l’hanno nascosta, che nostro signore li perdoni.
Maresciallo: Certo, andate pure Don Casti. Se avrò bisogno di voi vi manderò a chiamare dopo la messa.
Don Casti: Speriamo che sia per darmi la notizia del ritrovamento.
(il parroco va e Mariam lo segue)
Maresciallo: Eh, no! Voi restate. Ho ancora delle domande da farvi.
Don Casti: Mi raccomando Mariam, dite al maresciallo quello che vuole sapere, che lo sappiamo che siete una brava donna e che voi più di tutti volete ritrovarla.
Maresciallo: (sistema una sedia al centro della stanza e fa cenno a Mariam di sedere, una volta seduta gli gira intorno i musicisti suonano) Allora Mariam?
Mariam: La mancanza, maresciallo… La mancanza della Madonna… Andata via la Madonna, andato via il vento.
Maresciallo: Il vento? Che c’entra il vento?
Mariam: Via la Madonna, via il vento.
Maresciallo: Mi volete dire che la Madonna s’è portata via il vento? Guardate che non vi ho trattenuta per parlare di miracoli. Dovete darmi una mano a venire a capo di questa faccenda… Piuttosto, ho una domanda che mi ronza in testa da un po’. Voi siete musulmana, non è vero? Io so che la vostra religione vi impedisce di onorare le immagini dei santi. Per quale motivo voi pregate la Madonnina?
Mariam: Io non prego. Io parlo con lei. Lei solo è mia amica, lei ascolta il mio dolore. Lei solo ascolta “sa pobera Mariam”. Lei sorride. Anche lei è una mamma, “mamma da fillu motu”. Come Mariam.
Maresciallo: Un momento, calma con le parole. La sparizione della statua con tutto l’oro è già un grosso problema, non mettiamo in giro che la Madonnina piange, perché allora sono guai. Basta che si sparga la voce e mi piombano tra capo e collo centinaia di fedeli assatanati.
Mariam: Una lacrima per ogni mio figlio “motu”, portato via dal mare, “ingutiu”.
Maresciallo: Mariam, niente lacrime ho detto. Di lacrime non si parla, ci siamo capiti?
Mariam: Ogni figlio, una lacrima.
Maresciallo: (molto arrabbiato) Insomma Mariam è un ordine: vi proibisco di parlare di lacrime. La madonna non piange. Ripetete con me: la Madonna non piange. Su, ripetete!
Mariam: Lei piange, ogni figlio, ogni lacrima, lei sa il dolore, come sorella.
Maresciallo: (Mariam si dondola e piange, il maresciallo ha capito che non c’è niente da fare) Ho capito, più facile cavare il sangue dalle rape. Basta, ho bisogno di una boccata d’aria, vado fuori un attimo.
: (scena surreale il maresciallo interpreta anche la parte del suo appuntato) Appuntato Muscas a rapporto, porto notizie fresche, per modo di dire visto il clima.
Maresciallo: Appuntato Muscas, dite che altro è andato a capitare.
: Qualche cosa succede marescia’. Tutti le stesse parole dicono. Dicono che questo non è solo caldo: è un caldo senza vento. Due contadini tornando dal campo hanno detto che dovevano bruciare l’erba brutta, quella che si mangia l’erba buona. E il fuoco, marescia’: niente fuoco. Loro accendi e accendi, buffa e buffa… Prova e niente. Quando ci riuscivano subito si spegneva come senz’aria. E le barche marescia’, tutte con le vele flosce, tutti i pescatori a terra… Insomma marescia’: totale assenza di vento, non si muove foglia… Che faccio, marescia’? Sparo un colpo in aria?
Maresciallo: Muscas non dica sciocchezze, cosa vuole sparare?! Vada, mi tenga informato, vada. (rientra in caserma e si affaccia ad una finestra) Davvero incredibile. In questo paese non ho mai conosciuto un giorno senza vento, e oggi... anche le bandiere della caserma sono ferme.
Maresciallo: (inizia a disegnarsi) Stendiamo questo verbale. (rivolgendosi al disegno da lui stesso fatto): Spettabile Comando Centrale dei carabinieri… Si comunica che in data odierna alle ore 18.30 il sacerdote don Carlo Casti si è presentato a me, maresciallo di codesta locale stazione dei carabinieri, per denunziare la scomparsa, anzi furto, di una statua di Madonna nera presente nel santuario del paese. Tale sparizione, o meglio dicasi furto, riguarda: numero una Madonnina nera e numero non quantificato di gioie di valore ignoto ad essa donate dalla fede del popolo. Dopo aver ascoltato il reverendo e la perpetua, sono state avviate le indagini che però sono ancora a un punto morto. Inoltre mi corre obbligo di comunicare anche la improvvisa sparizione del vento e ciò rende a tutti noi la vita impossibile da ogni punto di vista; in collegamento a quest’ultimo aspetto della vicenda, mi preme sottolineare che anche le bandiere esposte nella facciata della caserma sono ferme e immobili. La situazione, se non insostenibile, è quantomeno grave.
(finisce di dettare, si siede per schiacciare un pisolino) Che giornata, che giornata assurda. Se dovessi raccontarla non mi crederebbe nessuno!

QUARTA SCENA - IL SOGNO DEL MARESCIALLO

(Entra la Madonna coperta da catenine d’oro. Il Maresciallo “si sveglia”)
Maresciallo: Un momento… Chi è lei? E dove ha trovato quella roba? (si avvicina e tocca una catenina appuntata sul vestito) Ma… questa è la medaglietta di mio figlio Tonino!... Questo è l’oro della Madonnina Nera! Dove ha preso questi preziosi? Vi ordino di darmi una spiegazione! Sentiamo.
Madonna: Sono dei doni che mi hanno fatto.
Maresciallo: Ah sì? E si può sapere chi ve li avrebbe donati?
Madonna: Delle persone che mi vogliono bene.
Maresciallo: Ah, sì. No, no, troppo semplice. Se non lo sapete da oggi questa è refurtiva bell’e buona. Chi sono i vostri complici. Chi sarebbero le persone che vi hanno regalato questi monili?
Madonna: Una di quelle siete voi.
Maresciallo: Ma che andate dicendo? Io complice di una ladra? Lo sapete con chi state parlando?
Madonna: Sì, voi siete il padre di Tonino. (prende in mano una medaglietta e la mostra) Questa me la donaste perché guarissi vostro figlio dalla febbre quartana.
(Il Maresciallo arretra, perplesso e spaventato. Attimi di silenzio.)
Maresciallo: Ma allora… Voi… Voi siete veramente…
Madonna: Certo. Proprio quella che state pensando.
(Il Maresciallo si inginocchia ai suoi piedi.)
Maresciallo: Un miracolo! Un prodigio proprio davanti ai miei occhi!
(La Madonna si china per farlo rialzare e sorride)
Madonna: Su, non fate così. Se si sparge la voce del miracolo vi piombano tra capo e collo centinaia di fedeli che vorranno sapere, e voi non lo volete!
Maresciallo: (imbarazzato) Io… Io non l’ho detto per mancarvi di rispetto. Lo dicevo per la sicurezza… per l’ordine pubblico!
Madonna: Lo so, lo so. Vi conosco bene. Su, alzatevi. So che avete delle domande da farmi.
Maresciallo: (si rialza) Sì. La prima domanda è… (si gratta la nuca, non gli viene in mente niente) Ce ne sarebbero così tante che vorrei farvi… Ah, sì, la prima domanda è: perché avete fatto sparire la statuina? Lo sapete che avete fatto cadere i fedeli nello sconforto!
Madonna: Lo so, ma era importante che lo facessi.
Maresciallo: E perchè, se posso chiedervelo?
Madonna: Perché portando via la statua portavo via anche il vento.
Maresciallo: Ma, allora… Mariam… Mariam che aveva cercato di dirmelo aveva ragione, ma io non le ho creduto. Ma perché proprio il vento?
Madonna: Voi conoscete la storia di Mariam e sapete quanto ha sofferto. Ebbene, quando passa davanti alla caserma vedendo la bandiera sarda che sventola con i suoi quattro mori si sente morire dentro. Quelle figure sono l’immagine di quattro mori uccisi dalla mano dell’uomo che le ricordano i suoi quattro figli assassinati sul mare. Per questo motivo ho voluto rubare il vento dal vostro paese.
Maresciallo: Ma cosa c’entrava il vento?
Madonna: Senza vento una bandiera non mostra più i segni e i colori.
Maresciallo: E… voi avreste fatto tutto questo per Mariam?
Madonna: È poco, ma è più di quanto il vostro paese abbia mai fatto per lei. In tutti questi anni l’avete trattata come un essere inferiore, una intrusa, una estranea di cui non ci si può fidare. Voi ben sapete che cosa significa lo stemma sulla vostra bandiera?
Maresciallo: (Imbarazzato) Certamente! Certam… veramente… veramente no. Confesso la mia ignoranza.
Madonna: I quattro mori ricordano antiche lotte degli europei contro i popoli dell’Africa. Le stesse genti che oggi camminano per le vostre strade, che vi fanno i lavori più umili, che chiedono la vostra solidarietà e la vostra amicizia. Quel brutto passato di lotte non dev’essere ripetuto. Adesso è arrivato il tempo di costruire la tolleranza e la pace anche tra popoli diversi per razza, usi e costumi.
Maresciallo: Quindi… i quattro mori ci ricordano che tra noi e i popoli africani c’è stato un passato di guerra e inimicizia…
Madonna: Quelle vicende non hanno visto il popolo sardo combattere contro i re mori, ma si è trovato imposto con forza quel gonfalone dai suoi dominatori. È così, e pochi conoscono quella storia.
Maresciallo: Per questo la nostra bandiera vi ha addolorato! Allora ditemi… cosa possiamo fare noi, gente misera e ignorante, per rimediare? Per far tornare le cose a posto? Cosa dobbiamo fare per avere indietro il nostro vento?
Madonna: Mi dispiace, io non posso dirvi altro.
Maresciallo: Non ci abbandonate così, senza una parola di speranza!
Madonna: Riflettete, di sicuro troverete una soluzione. Adesso devo lasciarvi.
(Il Maresciallo bacia la mano della Madonna e questa esce di scena. Quindi si appisola nuovamente.)

QUINTA SCENA

(Rientra Don Casti)
Don Casti: Si podidi, maresciallo?
(Don Casti vede in un angolo la statua della Madonna.)
Don Casti: Maresciallo! (lo sveglia) Marescia’! La Madonnina Nera! Sia ringraziato il cielo, l’avete ritrovata!
Maresciallo: (si ricompone, fa il finto modesto) Beh, sì, certamente. Ne dubitavate?
Don Casti: Ma come avete fatto?
Maresciallo: In seguito ad un profondo sonno volevo dire in seguito ad approfondite indagini... (si interrompe e ci ripensa) Beh, in realtà …
Don Casti: Maresciallo dobbiamo festeggiare. Vado a suonare le campane a festa. Con permesso, marescia’…
(Don Casti fa per uscire, ma viene richiamato.)
Maresciallo: Don Casti, permettete una parola?
Don Casti: Dite, marescia’.
Maresciallo: (si guarda attorno, circospetto) Avvicinatevi. Non posso parlare a voce alta.
Don Casti: Avete un abbassamento?
Maresciallo: Un abbassamento di che?
Don Casti: Di voce.
Maresciallo: No, no. Devo dirvi una cosa… una cosa che ufficialmente non vi posso dire. (i due si avvicinano e sottovoce) Don Casti, voi dovreste fare una piccola cosa che io, nelle vesti di pubblico ufficiale, non posso fare.
Don Casti: Maresciallo, una cosa illegale?
(il Maresciallo con la mano fa “così così”)
Maresciallo: C’è di mezzo una cosa che ho appena sognato, voglio dire saputo, a proposito della vostra perpetua.
Don Casti: Mariam? Dite, dite.
(Il Maresciallo mette una mano sulla spalla del prete e gli parla in un orecchio. Iniziano a camminare verso le quinte.)
Maresciallo: Dovete sapere che la nostra bandiera... psss… psss… (Entrambi escono così dalla scena.)

SESTA SCENA

Questa è una scena completamente muta, dall’atmosfera lirica.
I bambini disegnano la bandiera coi quattro mori, poi si fanno da parte e iniziano a suonare una musica suggestiva.
Entra in scena Mariam, che vede la bandiera. Si inginocchia, addolorata si mette a piangere.
Entra Don Casti, seguito dal maresciallo che però si tiene in disparte. Don Casti mette una mano sulla spalla di Mariam per consolarla. Poi prende un fazzoletto e le asciuga le lacrime. Quindi si avvicina al disegno della bandiera e con lo stesso fazzoletto cancella via i quattro mori.
Quando Don Casti termina tutti gli attori prendono una posizione statica, tanto da comporre un “quadro”.
In quel momento una forte folata di vento investe l’ambiente.
Buio.

FINE